Servitù militari: Maninchedda parla di una politica di Difesa. Ma ne avremo una?

Di Adriano Bomboi.

Al netto dei danni causati dai sovranisti della Giunta Pigliaru (anche stavolta l’assessore Maninchedda è riuscito a tacere sulla nuova istruttoria dell’Authority per l’energia a carico di Abbanoa), gli egocentrismi seguiti agli incontri sardisti di Torre Grande hanno lasciato un po’ di politica sul tappeto. Il tema è quello delle basi militari.

Mentre il Generale Scalas di Fortza Paris ha proposto una digitalizzazione dei poligoni per ridurre le emissioni da fuoco nelle piattaforme locali, oggi Maninchedda ha proposto di far riunire la Giunta Pigliaru all’interno del poligono militare di Teulada. Sarebbe una mossa politica importante, più simbolica che risolutiva, ma efficace nella prospettiva di aprire un serio scontro istituzionale tra Stato e Regione per ridurre l’eccesso di basi militari.
E se la Catalogna si appresta a disconoscere politicamente la Corte Costituzionale spagnola, facendo derivare il suo diritto alla sovranità dal popolo catalano prima che da quello spagnolo, i sardi dovranno pur iniziare a mettere in discussione il Diritto italiano se vorranno conquistare spazi in cui far pacificamente valere i propri diritti.

Ad ogni modo, con gli esperti militari ci parla anche il sottoscritto e credo che, come ho sempre sostenuto, una prospettiva futura non debba vederci distinti da una formula di collaborazione non interventista nel Patto Atlantico.

Ho però un’analisi leggermente diversa da quella espressa da Maninchedda. Gli USA stanno sì concentrandosi verso oriente da circa un decennio (l’abbandono de La Maddalena da parte del Pentagono, e non per merito di Soru, ne fu un segnale). Le nuovi crisi seguite alle “primavere arabe” tengono comunque alto il livello di attenzioni sul Mediterraneo, soprattutto in rapporto alla Russia che tornerà maggiormente sulla scena internazionale e tenterà di riaprirsi anche verso il nostro mare. Ma tecnicamente nessuno Stato nordafricano attaccherà mai la Sardegna, oggi siamo parte della NATO, indipendentemente dalle basse disponibilità della Difesa italiana. E anche in sua assenza, o nell’ipotesi di futura indipendenza della Sardegna, nessuna potenza europea, a partire dalla Francia, permetterebbe l’accesso militare nel Mediterraneo occidentale di uno Stato del continente africano. Oggi l’ISIS potrebbe affacciarsi solo nella sua dimensione terroristica, con elementi isolati, e non come vera e propria forza militare d’invasione.

In quanto agli USA, bisogna comprendere che i missili dislocati sul versante est-europeo non hanno una funzione militare ma politica, in ragione del tracciante energetico metanifero che la Russia esporta verso il motore industriale dell’Europa, cioè la Germania. Tale circostanza orienta la politica di Washington nel temere che Mosca possa incrementare in termini negativi la sua influenza politica sull’Europa, a tutto svantaggio dell’alleanza atlantica (posto di sapere a cosa serva in un mondo globalizzato conseguente alla guerra fredda).

L’unico modello su cui potrebbe ragionare una ipotetica repubblica sarda confederale e indipendente, nella nostra posizione geopolitica, ritengo che ricalcherebbe il sistema maltese. Dovremmo probabilmente riflettere su una piccola forza di Difesa, prevalentemente incentrata sul pattugliamento costiero in contrasto a finalità illecite e non contro terzi improbabili assalti militari, con una polizia interna. Potrebbe inoltre sviluppare accordi bilaterali di difesa coi vicini confinanti (sul modello del MICCD Italia-Malta, seguito ai fatti libici) e, nel caso, aderire al “Partenariato per la pace”: si tratta di un programma destinato alla collaborazione tra Paesi NATO e Paesi non direttamente appartenenti al Patto Atlantico, le ragioni vertono sulla mutua collaborazione in termini di prevenzione, assistenza e sicurezza (numerosi militari sardi potrebbero così essere ricollocati).
Ma questi sono comunque scenari futuri che, a mio avviso, avvicinandoci maggiormente ad una cultura “elvetica”, dovremmo affidare ad un referendum popolare. E a debita distanza dall’antimilitarismo ideologico, non spetta infatti ai nostri indipendentisti dire se la comunità sarda avrebbe bisogno o meno di un esercito e quali comportamenti tenere in rapporto al contesto geopolitico. Men che meno agitando fesserie come l’esempio del Costa Rica, citato dai pacifisti, perché si tratta di un Paese privo di esercito ma dotato di un corpo di polizia con forti tratti autoritari, munito di istituzioni in cima alle classifiche della corruzione internazionale.

Per stare coi piedi per terra, se si volesse realmente fare uno Stato, credo sarebbe opportuno iniziare a non gettare via metà finanziaria regionale in sanità, scuole forestali ed enti idrici e forse troveremo qualche spicciolo anche per altri settori…

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U.R.N. Sardinnya ONLINE

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    4 Commenti

    • Voi indipendentisti vi appogereste ad altri per farvi difendere? questa sarebbe la politica di difesa?? ahahahahaha pazzesco. La frase piu’ bella e quella dove dite che eventualmente la francia impedirebbe una invasione della sardegna.. La francia? Tutto il mediterraneo meridionale e’ sotto il controllo della marina militare italiana 6 al mondo che controllertebbe anche le acque sarde senza trovare zero opposizione. Voi volete essere indipendenti ma volete il culo al caldo grazier agli altri. DELIRIO. Andate dal neurologo. La Marina Italiana non perm,etterebbe a nessuno di controllare il SUO MARE. QUANTO SIETE IGNORANTI?questo genio che scrive addirittura dice di cominciare a spendere non tutto x la sanita’ ma x la difesa..ahahahahaha Che moneta avrebbe lo staterello del cazzo sardo? una moneta talmente debole che verrebbe colonizxzata da tutti. Tutti gli italiani si comprerebbero le case a zero..ma non lo capite capre?

    • E’ sempre bello leggere il commento di un “esperto”, ma che non sa manco scrivere…

      Malta è una Repubblica indipendente e fa parte dell’euro. Nel caso non l’abbia notato, caro “Simone”, o capra, faccia lei, anche i Paesi minori adottano l’euro e con ogni probabilità una Sardegna indipendente farebbe parte dell’eurozona, esattamente come oggi.
      In secondo luogo nell’articolo non è stato affermato che la Sardegna non avrebbe una sua forza di difesa, ma che – come altri Paesi minori che hanno una propria Difesa – svilupperebbe accordi bilaterali con Stati vicini (se lei non conosce la geopolitica potrebbe studiarla prima di avventurarsi in commenti sciocchi su argomenti che non comprende).
      In terzo luogo, la Marina italiana non controlla affatto tutto il Mediterraneo occidentale (su cui sono stanziate altre forze NATO), e si limita prevalentemente al quadrante meridionale (perché non ha gli adeguati mezzi economici per farlo).

    • Eventualmente gli accordi si farebbero con l’Italia..il paese sulla quale fomentate l’odio della gente..Ma vuoi paragonare malta alla sardegna? Malta e’ protetta a prescindere dal regno unito. Se la Sardegna sarebbe dentro l’euro o meno non lo decidete voi ma l’europa..che chiede garanzie..che non ci sono. L’Italia restituisce alla Sardegna 4,5 miliardi di euro in piu’ di quelli che la Sardegna stessa versa…dove li trovate i soldi x l’indipendenza???? Ci vuole un esercito una marina un’aviazione. Ma sopratutto anche entrando nell’euro non significa che il tenore di vita in sardegna sarebbe il medesimo che nel resto d’europa….La sardegna e’ poverissima..importa tutto ed esporta quasi nulla. Verrebbe colonizzata economicamente da tutti…sarebbe un paesello del terzo mondo. Ah il petrolio con quali soldi lo comprate? perche’ un conto e’ comprarne 50 milioni di litri un altro e comprarne 5.Zero infrastrutture, zero industrie..ma dove volete andare?????? E’ l’Italia ad impedire che qualcuno occupi il mediterraneo…la 7 marina del mondo..altroche’ la francia.Voi vi appoggereste alla francia x la difesa??? quale orgoglio? pazzesco. Tanto sono tutte filosofate..La sardegna e’ stata 700 anni unita all’italia con l’impero romano e altri 155 con il regno e la repubblica…850 anni di unita’ non verranno certo intaccate dalle vostre invettive contro l’Italia e gli italiani. Unire anziche dividere..ricordatevelo

    • Nessuno fomenta odio contro l’Italia.
      L’Italia poi di per sé dovrebbe ringraziare la NATO o chissà cosa sarebbe successo nell’ultimo mezzo secolo…

      Al momento il fattore euro è secondario visto che l’indipendenza sarà da costruire, e niente ci vieterebbe pure di adottare una nostra moneta o terze. Il potere monetario non deriva dalla politica in sé ma dal mercato: se l’Italia non distruggesse la nostra economia tenendola in uno Stato di dipendenza per stipendiare la pletora politica, saremmo in grado di ridurre fisco a burocrazia per attirare nuovi investimenti. Non si tratta di processi che si compiono in un giorno.

      In quanto al petrolio, sono le aziende che lo lavorano ad acquistarlo per immetterlo nel mercato (quest’altra sua esternazione conferma che ha una visione approssimata della realtà). Crede che aziende francesi, italiane, inglesi o anche sarde non verrebbero più quì? Per quale motivo dovrebbero rinunciare ad una fetta di mercato?

      Finisco il ragiomento ricordandole che l’impero romano e lo Stato italiano sono due entità diverse nel tempo, nella struttura e nello spazio. Purtroppo il suo nazionalismo ottocentesco, come succedeva ai risorgimentali ed ai fascisti, lo spinge a fondere le due cose. Pensi piuttosto che nel momento storico in cui l’Italia è stata politicamente disunita si è avuta una delle massime espressioni mondiali della cultura, dell’arte, della scienza e del diritto: il rinascimento. L’Italietta del debito pubblico è ben altra cosa…se a lei piace così e ne va orgoglioso se la tenga pure. Noi faremo in modo di avere una politica sarda che rilanci la nostra economia per tutelare i nostri interessi.

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