ISPROM? Dati FMI sconfessano opinioni di Guido Melis sulla ‘Questione Sarda’

Di Adriano Bomboi.

Lo scorso 25 settembre, nel corso del convegno ISPROM sul futuro dell’autonomia regionale, l’accademico Guido Melis ha citato un passaggio esemplare di Pietro Soddu, esponente storico della DC regionale:

“Se siamo più deboli economicamente, destinati a soccombere davanti ai grandi poteri economici e finanziari del capitalismo, allora rafforziamoci politicamente, rivendichiamo poteri istituzionali extra, per condizionare e guidare l’economia”.

Per Melis, nella sua relazione, questo pensiero sarebbe superato per due ordini di motivi: il primo, in quanto le Regioni hanno incrementato le proprie clientele, trasformandosi in enti tutt’altro che efficaci rispetto ai loro intenti iniziali. Il secondo, poiché la globalizzazione renderebbe “superata” l’idea di creare forti istituzioni minori, “incapaci” di governare i grandi mutamenti globali.

Con un ragionamento molto semplice vi mostrerò come in realtà il pensiero di Melis attuale, per quanto apparentemente differente da quello di Soddu, non si discosti per nulla rispetto a quello precedente. E vedremo inoltre perché sia completamente errato.

Il World Economic Outlook 2013 del Fondo Monetario Internazionale, con riferimento al biennio precedente, ha registrato che fra le 20 maggiori economie del mondo vi sono numerosi Paesi piccoli. Osservando persino solo il dato del Pil nominale pro-capite si riscontrano in cima alla classifica Stati come il Lussemburgo, la Svizzera, l’Austria, la Norvegia o il Qatar (gli USA compaiono solo al decimo posto). La motivazione empirica è molto semplice, la dimensione istituzionale e geografica di uno Stato non è un parametro per la determinazione del suo potere economico, né dell’indice di benessere della sua popolazione (che dipende infatti da numerosi altri fattori).
Sostenere quindi che istituzioni minori non sarebbero in grado di sopravvivere, nel cuore di questa globalizzazione, non ha alcun fondamento scientifico.

La soluzione dunque non consiste nell’inseguire a priori Cina, USA, Russia o Europa, ma nell’avere istituzioni snelle ed efficienti rispetto al mercato. Notiamo infatti che, sia per Soddu che per Melis, il problema prioritario sarebbe quello di contrastare il capitalismo globale per mitigarne gli effetti. In realtà le maggiori economie del pianeta non si sono occupate di mitigare gli effetti della globalizzazione, che invece, pur con varie sfumature, hanno accolto, ma si sono occupate di mitigare il potere delle proprie istituzioni, riducendo tassazione e burocrazia.

Se osserviamo i danni generati dall’epoca della “Rinascita” in Sardegna notiamo che questi sono stati prodotti dall’interventismo pubblico e non dal capitalismo di mercato. Le vecchie classi dirigenti, e così quelle attuali, si occuparono e si occupano di stimolare investimenti calati dall’alto, sostenuti con un mare di soldi pubblici, rivelatisi totalmente improduttivi (ved. industria chimica e metallurgica, ed oggi persino energie rinnovabili). Il fenomeno disarticolò, e continua a farlo, la naturale vocazione economica del territorio, che con meno presenza pubblica avrebbe potuto incrementare i propri investimenti in ambito agroalimentare, manifatturiero  e ricettivo (anche di tipo storico/archeologico).

La ricetta offerta da Melis purtroppo non muta la posizione di Soddu, in quanto, in realtà, si limita a trasferire ad un centro istituzionale più ampio la cura degli interessi economici del territorio, replicando su scala maggiore i limiti della mediocre classe dirigente locale sin qui osservata nell’esercizio delle sue funzioni. La sintesi dunque è che non dovremmo superare l’istituto regionale a favore di qualcosa che si ponga oltre il territorio dell’isola, ma far si che il territorio dell’isola sviluppi la sovranità di istituzioni snelle in grado di attirare investimenti non assistenziali e sussidiati. Diversa è poi la scelta conseguente di federarsi, ma con istituzioni sovrane, con terze entità politiche.

Iscarica custu articulu in PDF

U.R.N. Sardinnya ONLINE

Be Sociable, Share!

    Commenta



    Per la pubblicazione i commenti dovranno essere approvati dalla Redazione.