Mi scrive Giorgio Todde, ed ecco un nuovo intervento al dibattito sull’ambiente

Cari Lettori, lo scrittore Giorgio Todde dalle righe de La Nuova ha replicato al mio articolo su ambiente e indipendentismo Sardo, qui il suo intervento in PDF/JPG. Ed ecco invece la mia nuova replica:

Caro Todde, se lei ripassa la Carta de Logu, noterà che nel passato dei Sardi, autonomi de facto, sono riusciti a produrre una legislazione capace di sanzionare chi appiccava incendi. Non ci sono ragioni per cui il Popolo Sardo del presente e del futuro non possa tutelare da solo l’ambiente da fiamme, calcestruzzo, idrocarburi e sostanze radiologiche varie. Perché proprio i fatti che lei richiama dicono invece che il più alto impatto ambientale derivante da alcune di queste categorie inquinanti è prodotto dallo Stato. Convengo con lei inoltre sul fatto che esista una classe politica regionale propensa ad abusare del giusto equilibrio fra sviluppo e difesa paesaggistica, ma l’indipendentismo è sempre stato in prima fila anche per prevenire tale problema. Mentre sul piano del Diritto, se lei afferma che ogni potere istituzionale debba essere temperato da un terzo potere per prevenire degli abusi, da liberale, la penso come lei. La differenza è che io non ritengo che il terzo potere debba essere lo Stato Italiano, o passerebbe il fantasioso e masochistico messaggio che i Sardi “sono dei buoni a nulla”. Siamo noi a dover temperare gli abusi statali, che forse lei chiama “interessi nazionali”, e interni. Un popolo ha bisogno di un terzo popolo per tutelarsi? I francesi hanno bisogno dello Stato tedesco per tutelare il proprio ambiente? Ovviamente no. Vede, nella Sardegna che vogliono costruire gli indipendentisti non ci sarà il doppiopesismo italiano: quello dove si esalta la nobile tradizione giuridica romana mentre si muore di cancro.

Adriano Bomboi.

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U.R.N. Sardinnya ONLINE – Natzionalistas Sardos

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