Napolitano a Bolzano: ‘Minoranze nazionali, ricchezza da tutelare’. A Cagliari: ‘Colmare divario Paese per completare unificazione italiana’

Cagliari, 20-02-12. E’ un Presidente della Repubblica Italiana in difficoltà quello visto nel corso della sua visita in Sardegna. Neppure un anno fa, Napolitano, in occasione del convegno OSCE tenutosi nel maggio 2011 a Bolzano sul tema della tutela delle minoranze linguistiche, così recitava nel suo messaggio alla platea: “Mentre le nostre società e le nostre Nazioni divengono sempre più interconnesse, la presenza di minoranze nazionali all’interno dei singoli Paesi costituisce una ricchezza da tutelare, uno stimolo culturale e un’opportunità di ulteriore crescita economica” (ANSA, 20-05-11).
Di altro tenore il discorso tenuto presso il Consiglio Regionale Sardo: “La maggiore incompiutezza del processo di unificazione d’Italia è il divario tra il Nord e il Sud del Paese. Una questione non solo economica e sociale ma anche istituzionale, assolutamente ineludibile” (ANSA, 20-02-12).

Nella Regione Autonoma dell’Alto Adige vi è stato un implicito riconoscimento politico (e legale) della minoranza linguistica tedesca e ladina, con le loro peculiarità economiche e culturali. Al contrario, nella Regione Autonoma della Sardegna questa specialità territoriale non viene inquadrata dalle parole di Napolitano come una ricchezza ma come concausa dei più ampi ritardi dell’unificazione italiana determinati dal divario nord e sud (sud a cui la Sardegna, del resto, non appartiene). In buona sostanza, il Capo di Stato Italiano si trova costretto a ricorrere alla retorica per celare il doppiopesismo di trattamento tra l’Alto Adige (ed in particolare il Sud-Tirolo) e la Sardegna.
Ma a cosa è dovuta questa diversità di trattamento? Vi sono precise ragioni politiche. Una di queste ha origine lo scorso febbraio 2011, quando, con l’avvio dei festeggiamenti per il 150° dell’Unità d’Italia, il Presidente della Provincia Autonoma di Bolzano, Luis Durnwalder, dichiarò di non voler partecipare alle ricorrenze per l’avvenimento: 28 dei 35 consiglieri erano di lingua tedesca e ladina e non si sentivano e non si sentono italiani. A Napolitano venne ricordato che il Sud-Tirolo fu annesso via dall’Austria all’Italia agli inizi del ’900 senza il parere della popolazione (SkyTG24, 11- 02-11).
Le feste infatti devono essere sentite, non imposte.
Il Sud-Tirolo, in ragione di questa affermazione politica e pratica dei suoi diritti, gode di un diverso trattamento fiscale e culturale parzialmente riconosciuto dalla Costituzione Italiana.
E la Sardegna? La Sardegna non solo non ha alzato la voce contro la retorica dell’Unità d’Italia per reclamare i suoi diritti, ma, nella figura dei suoi rappresentanti istituzionali locali, come il sindaco di Cagliari Zedda, ha esposto il tricolore conformandosi alla retorica unitaristica italiana e scordandosi che persino la Lingua Sarda è riconosciuta dallo Stato. Il Consiglio Regionale Sardo ha addirittura ammainato la bandiera dei 4 Mori rispetto a quella italiana: un atto politico pesante e che evidenzia “lo spessore” di una classe dirigente sempre più distante dagli interessi del Popolo Sardo e incapace di capire che il potere politico (ed economico) di un territorio non è determinato da un’accondiscendenza verso le autorità dello Stato Italiano, ma dalla contrapposizione della nostra Specialità al centralismo italiano. I fatti, come abbiamo visto, lo dimostrano. La “sindrome di Stoccolma” non paga.
Non c’è da stupirsi pertanto che il Capo di Stato abbia risposto in tono sarcastico alle contestazioni subite al suo arrivo a Cagliari, evitando completamente ogni discorso sulle minoranze nazionali ma affermando semplicemente di non essere il “presidente delle banche” ed indicando nella sola dimensione strutturale della crisi e nel divario nord-sud le cause del malcontento popolare.

Naturalmente Napolitano è il benvenuto nella nostra isola, a patto che nel giorno del lutto per la scomparsa dell’archeologo e intellettuale Giovanni Lilliu (scopritore della reggia nuragica di Barumini tutelata dall’UNESCO), si abbia il buongusto di rispettare la Sardegna e il diritto al dissenso verso uno Stato che non rappresenta la nostra Specialità e le nostre caratteristiche economiche. Diversamente, la sensibilità dei vari Sardi che hanno scritto al Capo di Stato in occasione della sua visita raccoglierà solo una profonda delusione. Inclusa quella del Comitadu pro sa Limba Sarda, sempre in prima fila contro le discriminazioni romane a danno dell’isola.
George Washington e Giorgio Napolitano avevano ed hanno evidentemente due visioni differenti della democrazia: per il primo le Costituzioni dovevano servire i Popoli e quindi si potevano riformare, per il secondo sono i Popoli a dover servire una Costituzione. Ci auguriamo che il Quirinale si conformi al presente ed eviti di presentarsi come una replica di Casa Savoia.

Di Adriano Bomboi.

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U.R.N. Sardinnya ONLINE – Nazionalisti Sardi

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    6 Commenti

    • Da quel poco che ho visto l’unica a dire le cose come stanno è stata la Preidente del Consiglio regionale. Di fronte alla sua energia e al suo porsi non in veste subalterna anche Napolitano mi è parso intimidito. Timidezza che è scomparsa per far posto all’arroganza da vecchio comunista centralista quando si è trovato di fronte politici senza attributi nè maschili nè femminili che hanno ripetuto le solite lamentele assistenzialiste. Per loro la Questione sarda è divenuta Vertenza Sardegna, quasi che i problemi nascessero dalla chiusurta di attività colonizzanti obsolete, insostenibili e da chiudere finalmente. Nessuna creatività nè istituzionale nè economica, solo il ripetere anche nel lessico il rituale patriottardo italianista appreso col lavaggio del cervello nella scuola italiana. C’è da osservare anche che indipendentisti che più indipendentisti non si può non hano trovato di meglio che manifestare a debita distanza, cioè al Nuraghe Losa. Era l’occasione per riaffermare diritti e doveri rteciproci, fare presenti le visioni totalmente alternative basate sull’idemntità nazionale sarda e quindi di una porospetiva economica basata sulla liberttà politicas. Purtroppo nulla di tuto questo. Anche il PSdAz cosa ha fatto? eppure avrebbe potuto esprimere il suo dissenso propositivo dall’interno delle istituzioni delle quali fa parte. Pastori, commercianti, autotrasportatori, antiequitalia che tanto riscaldano le strade e i blocchi stradali sono stati silenti tranne fischiare il Presidente dei carri sovietici in Ungheria. Vuol dire a mio sommesso parere che lunga è la strada di ricostruzione culturale di un movimento politico sardo di autodeterminazione. Eppure non è un impegno difficile nè impossibile. Grande ispirazione deve venire dalla letura degli scritti di Babbai Mannu Janne Lilliu che oggi abbiamo accompagnato all’ultima dimora. E’ compito dergli intellettuali mettere insieme le idee che formino un’IDEA motore di libertà e stella polare delpopolo sardo che ha capito che così non si può continuare ma che rischia di seguire pifferai magici, ignoranti e al momento opportuno traditori per un piattino di minestra col quale integrarsi nel novero dei compradores sardi.

    • [...] politica nostrana sempre meno all’altezza delle sfide globali. Il Presidente Napolitano, come fa notare Adriano Bomboi di U.R.N. Sardinnya, non ha riconosciuto alcuna specificità della Sardegna, anzi ha [...]

    • La mia sulla visita di Napolitano e non solo:

      http://inlibertade.blogspot.com/2012/02/sardigna-no-est-italia-ma-no-est_9558.html

      ENRICO PIRAS

    • [...] solido sviluppo al futuro di questo territorio. I limiti istituzionali sigillano quelli economici. Preso atto che la “forza istituzionale” non risiede negli inchini del Governatore Cappellacci a Napolitano [...]

    • [...] rispetto ad una mera questione economicistica, la quale, come abbiamo visto anche nella recente visita di Napolitano, sul contingente viene solo derubricata nel più ampio e articolato panorama della [...]

    • [...] solido sviluppo al futuro di questo territorio. I limiti istituzionali sigillano quelli economici. Preso atto che la “forza istituzionale” non risiede negli inchini del Governatore Cappellacci a Napolitano [...]

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