Università Corsa espone allo Stato linea identitaria autonomista. Quella Sarda bigottismo economicista

La notizia è del 26 aprile scorso: l’Università Corsa Pasquale Paoli di Corte ha presentato le sue linee guida verso lo Stato francese sui termini di riforma che dovrebbero riguardare il rilancio dell’isola.

Il documento si sofferma sulle cause e sui principali handicap della Corsica, rilevando il deficit economico, il basso tasso di scolarizzazione, nonché il livello di dipendenza dall’economia della Francia continentale e l’evoluzione della situazione istituzionale dell’isola nel corso dei decenni, alla luce delle variazioni normative apportate negli anni.

Sono stati individuati alcuni punti per ribaltare la situazione, è opportuno menzionarne i principali:

1) La necessità di spezzare l’omologazione culturale e linguistica imperante operata dalla Francia, mediante l’adozione di un concreto sistema plurilinguista teso a conferire il giusto prestigio alla Lingua Corsa.
2) Viene introdotto il concetto di “cittadinanza culturale”, che non ha un background di natura nazionalistica, ma mira a identificare il concetto di specificità culturale, storica e territoriale della Corsica rispetto alla nazione francese.
3) Si prospetta l’introduzione di questa specificità nella Costituzione Francese. La specificità è dunque il primo gradino per il riconoscimento politico e quindi costituzionale.
4) La ridefinizione della struttura giuridica, amministrativa e fiscale dell’isola nei confronti di Parigi.
5) Si è stabilito il principio secondo il quale la formazione, la specializzazione e la competenza culturale della Pubblica Istruzione, in relazione al patrimonio territoriale, è la base per investire sul proprio valore aggiunto, piuttosto che ignorarlo per seguire un sistema dell’istruzione centralista (un concetto su cui con U.R.N. Sardinnya siamo intervenuti più volte con riferimento alla Sardegna). Il concetto è semplice: se non si studia il territorio, non si può investire PER il territorio perché non lo si conosce e lo si deprezza, coadiuvando una economia di dipendenza piuttosto che di interdipendenza. Uno dei vari fattori della disoccupazione e dell’emigrazione.
6) Si è messo in luce il problema della continuità territoriale, con particolare accento al fatto che i trasporti sono prevalentemente orientati (e gestiti) verso/dalla Francia continentale, unitariamente agli scambi commerciali. Affermando pertanto che lo sviluppo dell’isola deve necessariamente passare per una apertura maggiore verso il resto d’Europa. Ma si è riconosciuto anche un importante fattore sociale: che tale dinamica produce nella popolazione un sentimento di fatalismo e di dipendenza.

Non ci vedete qualche assonanza con la situazione della Sardegna?
Noi riteniamo che vi siano non pochi punti in comune. La differenza con il nostro contesto è che l’università di un’isola con circa 300.000 abitanti ha alzato la voce con uno degli Stati più centralisti del pianeta.

Ma le università Sarde che cosa hanno proposto in materia di riforma statutaria? Qual è il loro orientamento in materia di identità come volano della specificità giuridica ed economica?
Nessuno cari lettori.
I dibattiti fin qui osservati (e che non hanno prodotto alcuna relazione ufficiale del mondo accademico Sardo), non solo non hanno dato un contributo per una elevazione politica della specificità territoriale, ma hanno piuttosto tentato di nasconderla o ridicolizzarla, paventando sedicenti folklorismi o “nostalgie” di stampo sardista. Un bigottismo mono-culturale e mono-nazionale italianista che si è per conseguenza rifugiato unicamente nel parlare di federalismo antagonistico e cooperativo, eludendo tuttavia proprio il valore aggiunto determinato dall’identità territoriale.
Un provincialismo anacronistico in un mondo che viaggia verso il riconoscimento delle alterità culturali e dello sviluppo della loro sovranità.
E’ chiaro che la politica territoriale Sarda deve alzare la voce, non è pensabile che il nostro sistema universitario sia una delle prime strutture nel tessuto sociale ed economico Sardo che operano poco e male per la riforma del sistema Sardegna. Un chiaro indice del fallimento della Pubblica Istruzione italiana nella nostra isola, che appare più che mai necessario riformare e superare.

Per approfondimenti, vedere testo francese dell’Università Pasquale Paoli: PDF.

Di Melis R. e Bomboi A.

Iscarica custu articulu in PDF

U.R.N. Sardinnya ONLINE – Nazionalisti Sardi

Be Sociable, Share!

    4 Commenti

    Commenta



    Per la pubblicazione i commenti dovranno essere approvati dalla Redazione.