Lingua Sarda: La figuraccia di Mastino, rettore dell’Università di Sassari

“L’Università di Sassari sosterrà l’insegnamento della lingua sarda con lezioni frontali e laboratori, ma il sardo non può essere utilizzato per insegnare qualsivoglia materia: a meno che non vogliamo cadere nel ridicolo, come a volte è accaduto nel passato, quando c’è chi diceva petrozu anziché petrolio. Nessuna banalizzazione né ridicolizzazione del sardo”.

Era il 2011, e con questa dichiarazione rilasciata il 15 luglio al quotidiano Sardegna 24, il rettore dell’Università di Sassari Attilio Mastino qualificava l’orientamento di una istituzione pubblica che percepisce il denaro dei contribuenti per la tutela e la normalizzazione della lingua Sarda. Sulla base di un pregiudizio ideologico si riteneva la nostra lingua non idonea ad essere utilizzata per l’insegnamento di qualsiasi materia. Recentemente invece la lingua Sarda è entrata persino nella comunità scientifica internazionale, grazie al fisico Alessandro Camboni, che ha redatto un abstract del proprio dottorato in Sardo presso l’Università di Barcellona, in relazione agli studi sull’acceleratore di particelle in uso al CERN di Ginevra. Naturalmente, che il Sardo sia una lingua corrente, capace di integrarsi al pari di tutte le altre nella società moderna, era cosa nota da tempo al movimento linguistico che in Sardegna si batte per ridurre l’egemonia della lingua italiana a danno della nostra e della miglior conoscenza di quelle internazionali, come l’inglese. Pensiamo al lavoro di Paulu Giuseppe Mura, ingegnere e docente di fisica tecnica all’università di Cagliari, che nel 1996 scrisse in Sardo un saggio sul problema energetico.

Stupisce leggere ancora sul tema Attilio Mastino, che in replica al lavoro di Giuseppe Corongiu, sul quotidiano La Nuova del 5 novembre, ha affermato: “Sono convinto che le posizioni scientifiche sulle quali l’Università di Sassari si sta attestando non siano di retroguardia: penso anzi che il lavoro linguistico già fatto ci metta ai primi posti in Europa come laboratorio di soluzioni fondate sulla problematicità del territorio”.

Con riferimento al tema linguistico, non è chiaro in cosa l’Università di Sassari sarebbe ai primi posti in Europa. Probabilmente si trova agli ultimi. Ad esempio nei confronti dell’Università di Barcellona (che da tempo utilizza il catalano come lingua ufficiale rispetto allo spagnolo), mentre quella di Sassari non si è sicuramente distinta per aver formato insegnanti in lingua Sarda o aver dato un consistente contributo al tema della standardizzazione. Al contrario, per bocca del suo rettore, la nostra lingua “non sarebbe” neppure idonea alla formazione, un pregiudizio distrutto dalla realtà internazionale, che sicuramente ha dato più credito alla nostra lingua rispetto all’ateneo sassarese. E Sassari non sarebbe neppure avanti ad atenei minori, come quello Corso, che nel 2011 (mentre Mastino ridicolizzava l’uso corrente del Sardo), ha elaborato un documento per sollecitare la riforma delle istituzioni regionali rispetto a quelle della Francia continentale, identificando il fulcro del dibattito economico e culturale nell’identità linguistica e nazionale della Corsica.

Insomma, forse l’ateneo sassarese si sta rendendo conto solo di recente della discriminazione linguistica subita dal territorio, ma con tutta evidenza dovrà lavorare parecchio per ripristinare il prestigio del nostro idioma, e mettersi realmente al passo delle accademie europee, dove il pluralismo non esiste solo sulla carta.

Roberto Melis.

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    4 Commenti

    • …” Come laboratorio di soluzioni fondate sulla problematicità del territorio ” Scusi Signor Mastino, ma non si capisce quali soluzioni e quale territorio …. Spero che non intenda al territorio sassarese !

    • Mah… E’ chiaro che la superficialità, con cui si affronta il tema linguistico in Sardegna, non giova al territorio Sassarese, ne a quello Sardo nel suo complesso. Questa è gente che si deve svegliare. Non possono ricoprire un ruolo così importante solo per prendere dei fondi pubblici e fare finta di nulla.

    • Che ipocrisia. E pensare che il suddetto rettore partecipa a tutti gli incontri linguistici con gli studenti di “Su Majolu”..
      L’avevo letto l’anno scorso anche sul blog di Biolchini che Mastino diceva che il Sardo è “lingua morta” (sic!) e che “petrolio” non si può dire in Sardo. Il bello è che, poi, pare abbia fatto sfoggio della sua conoscenza del “Logudorese” per dimostrare di essere nel giusto (sempre stando a Biolchini). Senza parole. -.-

      La verità è che quest’uomo è contro la Lingua Sarda e non perché “Sassarese”, quindi linguisticamente disomogeneo. Ma per il fatto che ha un modo di vedere le cose chiaramente “italiano”, oltre ai deliri di onnipotenza da sindrome del posto di comando..

    • Ma Sinnori Melis… podeus sciri po ita fustei custu articuleddu no ddu at scritu in sardu? Is “natzionalistas” sardus funt pejus de is docentis de s’universidadi… e no mi creu chi seis faendi publicitadi a cussu liburu de Pepi. Cussu liburu est una bregungia… e sa genti chi bolit criticai is aterus in pitzus de su sardu … e no scit una cibudda de is problemas de sa standardisadura de su sardu … est a frori puru.

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