Chi e perché dovrebbe riscrivere lo Statuto Autonomo? Lo spiega l’Alto Adige

Chi e perché dovrebbe riscrivere lo Statuto Autonomo regionale?
L’Alto Adige ha concluso i lavori del progetto per la riscrittura della propria specialità: introdotto il principio di autodeterminazione, ma anche il diritto al plurilinguismo e all’autonomia fiscale. Un grande esempio che dovrebbe ispirare la Sardegna, sia per motivi tecnici che politici.
Vediamo la struttura della Convenzione di Bolzano e le modalità per individuare i partecipanti – Di Adriano Bomboi.

Pochi giorni fa si è concluso il lavoro della “Convenzione dei 33”. Un organo ausiliario del Consiglio Provinciale di Bolzano. L’obiettivo? Sviluppare proposte da portare all’attenzione dell’assemblea per riscrivere i termini della specialità che regola i rapporti sociali, culturali ed economici del territorio con lo Stato centrale.

L’aspetto più interessante riguarda le modalità con le quali si è portato avanti questo lavoro. Chi ha potuto partecipare a questi lavori? Con quali contributi tecnici? E con quali contributi politici?

La struttura di quest’organo esprime un esempio di partecipazione democratica.
I membri vengono nominati dal Consiglio Provinciale nella seguente composizione: quattro componenti tra i nove proposti dal Consiglio dei Comuni; quattro componenti dal mondo dell’imprenditoria e del sindacato; cinque esperti di diritto; otto membri della società civile, eletti tra i cento cittadini di un Forum. Quale? Il cosiddetto “Forum dei 100”, costituito da cento altoatesini, a partire dai 16 anni di età, individuati con trasparenza per campionamento statistico.

Tali organismi hanno sviluppato periodici gruppi di lavoro/open space, distribuiti in tutto il territorio, al fine di assorbire quanti più orientamenti possibili da parte della popolazione e dei vari gruppi di interesse, come strumenti consultivi su cui il Consiglio, infine, dovrà deliberare.

La sintesi di questo lavoro ha portato all’approvazione di un documento principale e alcune relazioni di minoranza. E benché non vi sia stato un consenso assoluto, da notare, il lavoro ha introdotto il principio di autodeterminazione e il diritto all’espressione delle minoranze linguistiche e culturali, in abbinamento al diritto all’autonomia fiscale. Un precedente politico importante nelle prossime battaglie che potrebbero riguardare anche altre Regioni della Repubblica Italiana, non necessariamente autonome, come il Veneto.

L’organigramma e la finalità di questa Convenzione rappresentano indubbiamente elementi in grado di affiancare la politica nella configurazione del prossimo Statuto Autonomo, un esempio che la Sardegna dovrà assolutamente vagliare per non lasciare ai soli partiti cagliaritani (e alle logiche che sottendono la loro azione) delle scelte di vitale importanza circa il futuro della nostra comunità.

Per certi versi, potremmo inquadrare tale iniziativa come la logica evoluzione di quel comitato che anni fa – sorto però su basi prevalentemente politiche più che di inclusione sociale – portò al progetto, poi arenatosi, di “Noa Carta de Logu”.

Iscarica custu articulu in PDF

U.R.N. Sardinnya ONLINE

Be Sociable, Share!

    Commenta



    Per la pubblicazione i commenti dovranno essere approvati dalla Redazione.