Referendum sul nucleare del 15 maggio: perché votare SI’!

Cari Lettori,

Da oggi fino al 15 maggio, data in cui si svolgerà il referendum consultivo sulla eventuale presenza del nucleare in Sardegna, questa pagina esprimerà la nostra ferma e convinta posizione.
Nella scheda troverete il seguente quesito:

“Sei contrario all’installazione in Sardegna di centrali nucleari e di siti per lo stoccaggio di scorie radioattive da esse residuate o preesistenti ?”

VOTA SI’!

Senza alcun limite ideologico “di destra o sinistra”, per l’obiettivo di portare il Popolo Sardo al centro delle democratiche scelte che riguardano il suo futuro, abbiamo aderito ai Comitati di opposizione all’ipotesi del nucleare in Sardegna con una doppia motivazione:

1) Perché la Sardegna non solo produce fin da oggi il sufficiente fabbisogno energetico da fonti convenzionali e con capacità di estensione alle rinnovabili, ma da sempre ne esporta tale surplus verso il resto d’Italia.

2) Perché la presenza di una centrale nucleare e/o di un deposito di scorie radiologiche – e nonostante Paesi vicini come la Francia ospitino comunque centrali atomiche – aumenterebbe esponenzialmente inutili rischi a danno della Sardegna e incrinerebbe seriamente l’immagine dell’enorme patrimonio naturalistico Sardo. Le cui potenzialità economiche sono ancora da valorizzare.

Bisogna inoltre considerare l’enorme mole di sperequazioni a danno dell’isola: oltre al primo punto, è necessario considerare l’ingente debito maturato dallo Stato Italiano con la Regione Sardegna, per miliardi di euro, derivante dalle tasse dei nostri concittadini, non restituite (ai sensi dell’art. 8 della R.A.S.). Bisogna inoltre considerare le mancate entrate delle accise petrolchimiche, anch’esse per un importo di svariati miliardi di euro, che la Regione non ha potuto incassare data l’assenza di una reale autonomia Sarda.
Non si tratta di una posizione esclusivamente utilitaristica, ma neppure esclusivamente territoriale, identitaria o localistica. In una Repubblica democratica e civile, il cittadino deve essere consapevole che per poter offrire collaborazione, in uno Stato bisogna anche ricevere. Solo negli Stati autoritari vi sono comunità passive da un lato e dominanti dall’altro.
Ricordiamo che la partecipazione al referendum – a prescindere dalla concreta o remota possibilità che si avvii una installazione nucleare in Sardegna – ha un valore politico poiché servirà a mandare un messaggio preciso verso il centralismo romano: il Popolo Sardo ha il diritto di decidere autonomamente la politica energetica del suo territorio, senza imposizioni calate dall’alto.

Ringraziamo il movimento Sardigna Natzione per la raccolta delle oltre 16.000 firme che nel 2010 hanno consentito la proposizione del referendum.
Tra i vari, partecipano alla battaglia: membri del PD, di FLI, del Popolo della Libertà, dell’IDV, dei Riformatori Sardi, del ProgReS, ma anche IRS, AMPI, Fortza Paris, il Partito Sardo d’Azione, i Rossomori, membri della Sinistra Sarda e la Confederazione Sindacale Sarda, assieme a diverse istituzioni e tante personalità della nostra cultura.

Iscarica custu articulu in PDF

FISMIC operai Sarda si unisce alla battaglia contro il nucleare: Comunicato in PDF

Ass.ne U.R.N. Sardinnya – Nazionalisti Sardi

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    6 Commenti

    • grazie a tutti voi, a tutti noi difenderemo la nostra terra a oltranza !

    • In caso di tzunami, se ci salveremo moriremo a causa delle radiazioni o dall’esplosione.
      Che se le mettano a Roma le centrali nucleari.Vaffan…

    • Siamo nel 2011 e ancora si parla di nucleare.
      Non bastano tutte le passate esperienze e le tutt’ ora esistenti per valutare il tema “energia alternativa”? La terra è un bene comune rispettandolo rispettiamo noi stessi. Germania 17.03.11

    • Ricordiamo ai lettori che votare al referendum del 15 maggio è importante (rispetto a quello del 12 giugno) perché oltre al nucleare la Sardegna darà anche un parere contro la possibilità che si installino nell’isola dei depositi di scorie radiologiche. Grazie.

    • Vota SI perchè solo noi sardi possiamo decidere ciò che si deve fare e ciò che non si deve fare sul nostro territorio.
      Vota SI perchè per noi sardi l’ambiente è un bene prezioso che dobbiano salvaguardare e sfruttare dal punto di vista economico
      Vota si perchè si faccia un piano energetico regionale che sfrutti le energie “pulite”.
      Vota SI perchè il profitto della produzione energetica da fonti rinnovabili rimanga in Sardegna ai sardi e non venga portato via dalle varie loby economiche nazionali ed internazionali.
      Vota SI perchè per i sardi l’ambiente e l’energia “pulita” sono una importante risorsa economica per il futuro di tutti i sardi.

    • Ma neanche il referendum abrogativo del 1987, ci ha salvati dal rischio nucleare. Il porto di Cagliari, oltre a quello di La Maddalena, è un porto nucleare, il che significa che imbarcazioni militari straniere possono circolare in rada e approdare, anche se a propulsione nucleare e dotate di armamenti nucleari.
      Questo perchè il referendum non ha potere di annullare trattati internazionali.
      La maggior parte dei Cagliaritani neanche lo sanno, e questo è grave, sia perchè la dice lunga su quanto siamo sottomessi, sia perchè un preciso decreto (230/95 “Ronchi”) impone il diritto dovere d’informazione della cittadinanza, sia sulla natura e rischi derivanti dalla “nuclearizzazione” del porto, sia sui piani d’emergenza adottati.
      Il fatto che nessuno ne parli mi sembra la cosa più assurda; tanto che io stessa sono quasi incredula circa la veridicità della cosa. Eppure so che dai tempi in cui fu data notizia (giugno del 1995 – interrogazione parlamentare dell’On Mauro Bulgarelli, nulla è cambiato.

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