Tutta la verità su PSD’AZ, SNI, IRS, RossoMori, etc.

Diverbio-URN SardinnyaCari Amici, repetita juvant:

Sapete chi è il tipico politico “nazionalitario” Sardo? Un nazionalista che ha subito l’influsso culturale della sinistra post-resistenziale italiana ed ha cambiato il termine da “ista” ad “ario” per timore di essere erroneamente confuso per uno spietato nazi-fascista!

- Il PSD’AZ? Qualche anno fa pochi dirigenti sardisti hanno scoperto di avere uno statuto di partito che parlava di indipendentismo…tutt’ora nessuno sa bene di cosa si tratti, si sa soltanto che può tornare utile ad amministrare il potere da qualche parte…
Mettetevelo in testa: Non esiste un Partito Sardo d’Azione, esistono tanti PSD’AZ!: C’è quello delle anime candide che credono all’indipendenza; c’è quello di chi lo usa come serbatoio stabile di voti per la prole e le amicizie; c’è quello che sogna la lingua Sarda nelle scuole ma non la storia; c’è quello che vuole storia e lingua Sarda nella scuola; c’è quello che parla di unità ma non se lo fila nessuno; c’è pure quello che l’unità la invoca ma non invita nessuno al dialogo; c’è quello aristocratico che parla solo di autonomismo perché l’indipendentismo “è cosa da buzzurri e fricchettoni senz’arte e né parte”; c’è quello di alcuni amministratori locali che non sanno di essere indipendentisti perché dai vertici nessuno li ha informati della cosa; c’è quello mitologico del passato per cui Lussu e Bellieni ne valgono la foto sul comodino di fianco al letto; c’è quello che “passa al momento” perché è stato trombato nei due grandi partiti italiani e deve riciclarsi da qualche parte; c’è quello di Simon-Mossa che molti hanno sentito nominare ma pochi hanno letto; infine c’è quello più noto: Quello che cavalcando la moda temporanea tratta con tutti i partiti italiani senza concretizzare mai nulla perché si adagia sulla normale amministrazione.
Tutti questi ambigui PSD’AZ vorrebbero ricoprire un ruolo che non potranno mai raggiungere in queste condizioni: Quello di un Partito Nazionale Sardo.
- P.S.I.S. – Sardigna Natzione:
Gli anni ’80 iniziano all’insegna della più tipica caratteristica del vecchio Marxismo: Dividersi dai moderati (in questo caso i sardisti) e proclamare senza se e senza ma la “rivoluzione” (in questo caso pacifica), nasce così l’indipendentismo tout court. Ma nessuno sa bene come ci si arrivi a questa benedetta indipendenza…nel dubbio si sale di corsa sul mitico cavallo del socialismo all’insegna della purezza e dell’intransigenza! Ovviamente come nel più tipico Marxismo che si rispetti, il Popolo è solo l’ombra di se stesso, i suoi pareri vanno considerati solo se si unisce agli ideali del nuovo umanesimo in atto! Altrimenti per qualcuno diventano cittadini di serie b al pari di tutti quei “traditori borghesi” che si sono uniti nelle forze armate al “dominio imperiale del capitalismo italiano”.
Caduto il Muro di Berlino ci si rende conto che quel cavallo era nient’altro che un ronzino astemio a qualsiasi risultato politico accettabile e si cambia denominazione: Dal 1993 in poi ci sono tutte le premesse per sfondare. Si approfondiscono le buone tematiche del passato, si apre a qualsiasi colore politico ed a fine anni ’90 si conseguono risultati elettorali incoraggianti. Ma l’anima anti-autonomista e protagonistica seminata nella discordia del passato torna a galla e non potendo sostituire il leader Cumpostu, una frazione di SNI finisce per staccarsi e fondare IRS. Rimasta orfana di risorse umane, Sardigna Natzione cerca nuovi partners con cui proclamare la riscossa…ma attorno è rimasto solo quel vecchio ronzino socialista già occupato nel frattempo da AMPI in una dimensione parallela abitata da “popoli proletari ed economie pianificate”…e così l’Unidade finisce per sfiancare quel disgraziato asinello che meriterebbe solo un decoroso pensionamento ed un brindisi ai tempi che furono.
Parlare di unità in pubblico infatti non basta, le malelingue private di pochi sugli altri movimenti finiscono per isolare oltremodo la sigla: Il folklorismo non aiuta, non ultima la comparsata al Billionaire di Briatore con vesti da mamuthones ed i manichini con fallo di gomma esposti nella “Carlo Felice” durante la vicenda della spazzatura campana. Ma si ha ancora il coraggio di accusare Doddore Meloni di folklorismo per “Malu Entu”…Si cercano esempi da stimare? Non certo di successo come l’SNP Scozzese, ma fallimentari come i Baschi ideologizzati di Batasuna o i guerrafondai infiltrati dall’intelligence Turca del PKK Curdo. Qualcuno teorizza spesso una nuova “Mesa indipendentista” di matrice progressista…come se nel Popolo non ci siano tendenze moderate e conservatrici sul piano etico-sociale. Anche SNI si pone autoreferenzialmente al centro del dibattito politico e sogna invano di ricoprire il ruolo di un Partito Nazionale Sardo.
- IRS? Un monumento alla “coerenza ed alla chiarezza”: Sono “non-nazionalisti”, ma a partire dalla bandiera giudicale cercano nella storia passata dell’isola il perno politico da cui stabilire la continuità con il presente e quindi con il futuro. Sono “Gandhisti”, ma nessuno ha spiegato loro che Gandhi era nazionalista. Erano di sinistra ed ora non lo sono più. Avevano i manifesti rossi, fotocopia di quelli di SNI, ed ora sono verdi. Non avevano mai emesso un comunicato sulle elezioni Europee ma quest’anno hanno scoperto che esiste anche la bandiera Europea. Sanno che all’indipendenza ci si arriverà forse con un percorso graduale ma sono anti-autonomisti, perché per la loro retorica l’autonomismo non è un percorso progressivo di conquista della sovranità da cui proiettarsi verso più ampie battaglie sull’autodeterminazione ma solo un feticcio da attaccare per glorificare se stessi e la propria bottega. Sono “non autonomisti” ma elogiano l’autonomismo indipendentista Eschimese!
Chiamano i partiti centralisti italiani “autonomisti” e si lamentano quando costoro non sono “abbastanza autonomisti”; si costernano addirittura se qualcuno chiede loro di lavorare per gradi ed affermano: “Ma perché dobbiamo fare gli autonomisti se siamo indipendentisti?” O altre seg*e mentali simili. Da SNI hanno importato la tendenza di sbeffeggiare i veri autonomisti (ma non indipendentisti) con cui potrebbero benissimo sviluppare alleanze di governo per fare almeno uno straccio di riforma: Fortza Paris, UDS, Riformatori Sardi, vasti settori del PSD’AZ, ecc.
Qualche simpatizzante ha persino votato il PD “per non darla vinta al Cappellacci Berlusconiano”…come se (ad esempio) in Irlanda del Nord un indipendentista votasse il Laburista Gordon Brown per non avvantaggiare i Tories. Che senso ha per un movimento territoriale perdere voti a favore del centralismo?
Sono contrari a qualsiasi unità ma non parlano mai degli elettori che l’indipendentismo ha perso dalle Regionali 1999 a quelle 2009, parlano solo del fallimentare risultato dell’Unidade Indipendentista (SNI e AMPI) spiegando che in politica “2+2 non fa 4″ ma perché nessuno ammette che ai Sardi del socialismo massimalista non gliene frega proprio nulla ed era pertanto ovvio il fallimento dell’Unidade…L’unità infatti non può essere fine a se stessa ma deve essere accompagnata da serie riforme progettuali e comunicative dell’impianto politico da offrire alla Pubblica Opinione. Ma IRS è anche lo stesso movimento che vorrebbe veicolare la storia senza però farlo dall’unico posto più idoneo che potrebbe dare risultati: La scuola.
Ovviamente anche IRS ritiene di essere il movimento-motore dell’indipendentismo Sardo, quasi a ricoprire il ruolo di un Partito Nazionale Sardo. Pura fantasia.
- Dei Rossomori non c’è molto da dire, come ogni mitologia che si rispetti, la sua natura trova in un fantastico passato le ragioni della sua esistenza: In questo mitico antefatto, Lussu è sempre stato Sardista, non è mai passato al socialismo italiano (come invece è successo nella realtà) ed è rimasto sempre fedele alla retorica anti-fascista. Il problema è che non siamo nel 1945 ma nel 2009.
Il Partito Democratico aveva solo bisogno di una sigla satellite sardista per colmare il vuoto lasciato nella sua vetrina elettorale dal traghettamento nel cdx del PSD’AZ. Altrimenti come potevano riciclare le poltrone di tutti quegli amministratori pubblici sardisti che erano legati a doppio filo a maggioranze di centro-sinistra?

In sintesi: A parte la comprensibile ed aspra dialettica democratica di questi movimenti, le inutili teorie di lana caprina sono il miglior paravento dietro cui si celano confusioni concettuali spacciate per “conquiste teoriche”, falsi successi politici, invidie e protagonismi. L’epoca dell’intransigenza è servita anche a noi per esistere, ma i tempi cambiano e non si può sempre scommettere sullo stesso corridore. Non si è mai vista al mondo una seria politica che possa sfidare con questa frammentazione un sistema politico bipolare come quello italiano. Almeno cerchiamo di recuperare la sempreverde ed ottima tematica di SNI incentrata sull’unità. Purché, come detto, non si tralasci di riformare tutto il resto.
Non si tratta infatti tanto di contenuti, ma di metodo.

Buona fortuna.

Di Ierofante.

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U.R.N. Sardinnya ONLINE – Nazionalisti Sardi

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    10 Commenti

    • “Nazionalitario” si definisce anche l’ UDS di Mario Floris e mi sembra che di sinistra abbia poco. Non è questione ideologica, è questione di una certa accezione che ha assunto il termine nella lingua italiana.

    • Appunto, è una terminologia nata da una precisa matrice ideologica ma che nel tempo è entrata nel lessico identitario locale, a prescindere dall’ideologia dei singoli che la adoperano.

    • Partidu Indipendentista Sotzialista Libertariu, custa est sa prima sigla de s’attuale SNI.
      Veru est, chi SNI est naschita sutta s’umbra de omines de ideales de sinistra, ma non pro fortza marxista; cantu prus a mancu si oppompiait a s’anticu sistema sotziale sardu ki irfruttaiat, a cumone, sas risorsas naturales utiles a campare.

    • La tua analisi è a dir poco confusa e soprattutto non tiene conto di molte considerazioni storico politiche dei vari movimenti citati. A dir il vero non è neanche un’analisi e solo una accozzaglia di opinioni personali, lecite per carità, ma che non hannmo sostanza .
      Vorrei sapere che cosa fai tu invece per la nostra terra, come ti esponi e cosa proponi.
      Al di la’ delle idee distorte sull’indipendentismo trovo veramente esilarante il tuo commento su iRS ( io non sono di iRS ! simpatizzo ) che resta l’unico movimento politico concreto e con un ottimo riscontro a livello di opinione pubblica e di elettorato ; si puo’ dire che è stata la vera sorpresa delle scorse elezioni nazionali sarde , ma naturalmente i giornalini locali non hanno analizzato la questione e hanno solo snobbato questo grande successo.

      Un movimento che con i suoi pregi e difetti si pone alla testa di un nuovo concetto di indipendentismo , giovane, attivo, non violento e tantomeno fa proclami contro ..contro e contro.. ma fornisce studi e soluzioni. Mai in nessun forumk e/o blog e/o convegno ho sentito iRS parlare male di altre realtà indipendentiste; ho sentito solo dare la loro visione politica rispettando sempre gli altri.

      ps. sul gandismo beh leggi di piu’ ed informatio meglio,

      saludi e trigu e bona sorti a totus
      gratzias

    • Per la pubblicazione i commenti dovranno essere approvati dalla Redazione.

      ( bella libertà che date dovete censurare ? Siate piu’ coraggiosi e aperti … )

    • Sig. Liandru, premesso che il nuovo forum di iRS non è aperto a tutti e che non abbiamo mai censurato nessuno (ci stiamo infatti difendendo dai codardi di vari movimenti che dietro nickname ci insultano senza argomentare), noi osserviamo i dati e non la propaganda. Dalle Regionali 1999 alle 2009 l’indipendentismo ha perso migliaia di voti a causa della componente anti-autonomista. Il PSD’AZ aveva l’8,3% su lista regionale, sa Mesa indipendentista il 5,8%. La componente anti-autonomista è storicamente nata nell’area Marxista ed è trasversalmente presente in tutti i movimenti, soprattutto iRS: Che da anni attacca il Sardismo senza aver mai prodotto nulla rispetto a ciò che critica. Se poi vuole considerazioni politologiche più chiare (ad esempio sul non-nazionalismo) può leggere l’articolo: http://www.sanatzione.eu/2009/10/09/irs-e-la-panzana-del-non-nazionalismo/ Se invece pensa che il nostro gruppo non abbia mai elaborato nulla, la invito a visitare la nostra vecchia area del 2005: http://www.urn-indipendentzia.com/URN%20Area%20Progressisti.html E la recente: http://www.partitosardo.org/ Mentre al seguente link potrà trovare considerazioni ed immagini di iRS nell’ottobre del 2006: http://www.urn-indipendentzia.com/URN%20Societ%E0,%20parte%20ottava.html Quando ancora venivamo censurati nel vecchio forum di iRS per parlare di pluralismo, rinnovamento e quant’altro. Siamo anche stati i primi nell’utilizzo di piattaforme multimediali video, tra cui You Tube: http://www.youtube.com/Sardinnya Cui dalla data di registrazione del canale potrà evincerne la verità rispetto a tutti gli altri movimenti territoriali Sardi. Tutti dettagli, mi creda…forse oggi ripresi dal movimento per cui simpatizza e per il quale abbiamo anche invitato al voto. Continui a votare iRS perché lo faremo anche noi. Ma non ci venga a parlare di “analisi e di chiarezza” da situazioni e personaggi spacciati per innovatori che abbiamo ben conosciuto. Grazie.

    • La Lega, in un soggetto politico, è riuscita a fagocitare una miriade di movimenti, di provenienza extraregionali.Operazione qst degna delle migliori strategie politiche, in quanto l’impresa straordinaria di cucitura tra varie realtà territoriale è stata tale da farla diventare una roccaforte incisiva sui poteri decisionali della loro realtà a tutela dei diritti dei propri cittadini ed elettori, che con l’implosione del bipartisan è destinata a crescere in maniera esponenziale. C’è li troveremo anche in Sardegna vista la nascita delle varie sezioni, come antagonisti indipendentisti e credibil pure ai più “fresconi” sardi in quanto nella Lega troverrebbero quel soggetto forte, che l’incapacità nostra ci impedisce di costruire. Tutti i discorsi che si sentono non vi nego che mi nauseano, consapevole del fatto che con il mio voto a IRS in prospettiva futura non rispecchia quelle che sarebbero le mie strategie, vedi Lega, di POLITICHE INCLUSIVE numericamente necessarie per poter incidere, volte alla realizzazione di quel soggetto politico forte auspicato dalla maggior parte dei Sardi che con l’implosione del Bipartisan non sono più in grado con il clientelismo di far fronte all’emergenze occupazionali e a tutte le insicurezze di varia natura che affligono la nostra società. Tutto il resto detto da uno che vota IRS e utopia talebana dimostrata da chi, per non unirsi con i PROPRI, permette oggi e chissà ancora per quanto tempo di farsi cagare in testa da is istranzos di turno, che decidono per noi, ci rapinano delle risorse territoriali e quando ci vedono con le nostre diverse e sparute bandiere in certe situazioni, si chiedono “ma chi sono questi coglioni?”, ebbene si gliene devo dare proprio atto SIAMO PROPRIO DEI COGLIONI “IMPOTENTI” potenzialmente già in grado di vincere. Se si facesse un sondaggio attuale , gli indipendentisti si attesterebbero sul 15% minimo. Come direbbe qualcuno ” LE PERLE AI PORCI” oppure “SU PANE A CHIE NON JUGHE DENTESE” e quello che ci rimette è la dignità dei Sardi che da millenni aspettano un FUTURO DEGNO.
      SALUDOS A TOTTUS e
      LIGA.

    • La lega è il partito indipendentista migliore su tutto lo stato italiano.
      Non per questo i Sardi la dovrebbero votare, perchè la lega fa gli interessi della Padania (Nazione del nord-italia ancora indefinita per il numero di regioni che ne fanno parte,ma non per questo immotivata).
      Sicuramente non fara’ mai gli interessi della Sardegna.
      La Sardegna, pur essendo una vera nazione definita anche per il suo territorio, ha dei movimenti scarsi e non competitivi.
      Sardigna natzione non si è mai saputa innovare.
      In tanti, me compreso parlano bene di IRS, ma se andiamo a vedere a livello di voti, è solo un mezzo puntino piu’ avanti di Sardigna natzione.
      IRS ha saputo innovare,ma troppo poco e ogni volta che prova a innovarsi,la dirigenza fa degli errori che peggiorano l’immagine del partito e di tutto il popolo.
      E’ grazie a loro se di noi in altre parti ci criticano di essere divisi su tutte le cose.
      Se solo si pensasse all’unione di tutte le varie sigle e piccoli partiti autonomisti e indipendentisti insieme, compresi i vari fortza paris, riformisti Sardi ecc saremo arrivati al 20%

    • Cos’è l’indipendenza per un Nazionalista Sardo? E’ un sogno, è il mezzo attraverso il quale tutto il Popolo Sardo dovrebbe raggiunger uno stato di benessere economico ed avere per la propria terra le infrastrutture e i servizi di una Nazione moderna. Naturalmento i Sardi non la pensano tutti alla stessa maniera e, in particolare, non la pensano così coloro i quali vogliono mantenere lo “status quo”, cioè coloro che vogliono che rimanga una situazione nella quale loro vivono da privilegiati e nella quale la maggior parte del Popolo Sardo attualmente non riesce ad arrivare a fine mese. Si è creata una situazione nella quale una piccola minoranza di egoisti tiene in scacco un intero Popolo attraverso la detenzione e autoperpetuazione delle leve del potere e con l’utilizzo del denaro. Purtroppo chi manovra queste situazione non è in Sardegna ma è fuori anche se utilizza proconsoli locali che paga con l’arricchimento degli stessi (sono naturalmente poche persone) e con piccoli privilegi da distribuire ai capobastone elettorali. L’area Nazionalitaria cosa fa? Al posto di persare a perseguire l’obiettivo dell’indipendenza si accontenta di andare a governare e cioè di avere qualche consigliere regionale, qualche assessore e i posti di sottogoverno rigidamente stabiliti dal manuale Cencelli. Alla fine del mandato elettorale tutto rimane come prima. E’ pur vero che col 4-5% dei consensi non si può pretendere di avere l’Indipendenza ma è altrettanto vero che, allora, l’obiettivo deve essere quello di perseguire il superamento del 50% dei consensi e l’andare a governare deve essere un mezzo e non il fine delle alleanze di governo. Non si può pretendere che i consensi dell’area Nazionalitaria aumentino se i rappresentanti eletti in queste formazionisi comportano alla stessa maniera degli eletti nei partiti “italiani”. Finora tutti i partiti nazionalitari Sardi hanno lavorato in funzione di una o di poche persone e non, invece, in funzione di un’idea. Io penso per aumentare i consensi sia invece neccessario invertire atteggiamento e lavorare non per una o poche persone ma esclusivamente per un’idea. Io sono convinto che se l’area Nazionalitaria seguirà questa strada arriverano i consensi elettorali e con questi la spranza di arrivare, finalmente, all’Indipendenza della Sardegna con tutte le conseguenze positive che questa comporterà per l’intero Popolo Sardo.

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