Trasporti: tariffa unica? Positiva opposizione UE ad un’idea dannosa

Trasporti: tariffa unica? Iniziativa dannosa e contraria ai vantaggi della concorrenza sul mercato. Ecco l’opinione di Giuseppe Melis, docente di marketing all’università di Cagliari.

A seguire un breve commento sui rischi che potrebbe causare l’ipotetica applicazione di un’assistenziale tariffa unica nei trasporti sardi. In primis la creazione di un cartello tra compagnie, con tre gravi possibili conseguenze.

Di Adriano Bomboi.

Osserva Melis:

Il prezzo è un fattore di marketing che ogni impresa utilizza all’interno della propria proposta di valore. Esso, pertanto è il risultato di una decisione consapevole di chi ha il potere di determinarlo.

Tra i metodi di determinazione dei prezzi trova sempre più spazio quello che viene calcolato in modo dinamico in relazione all’andamento della domanda del prodotto/servizio. Questo fenomeno lo si riscontra nella nostra quotidianità quando si prenota un aereo, una camera di hotel, altri servizi a domanda variabile. In Gran Bretagna, per esempio, in una stessa città ci sono diverse imprese che offrono il servizio di trasporto urbano e sono tra loro in competizione. Le tariffe sono diverse sulla stessa tratta ma perché anche i servizi sono diversi (tipologia di bus, posti a sedere, comfort, puntualità negli orari, ecc.). Chi vuole un servizio migliore paga di più. E i bus si fanno davvero concorrenza e nessuno si lamenta. Ognuno sceglie ciò che più risponde alle proprie esigenze.

Quando la domanda è bassa il prezzo scende per stimolare l’acquisto, quando invece la domanda è alta il prezzo sale e consente all’impresa di massimizzare i ricavi.

Per tutte quelle offerte caratterizzate da capacità produttiva fissa (un aereo non può aumentare il numero dei posti; un albergo non può aumentare il numero delle stanze, ecc.) questo significa che ci sono periodi dell’anno in cui la domanda supera l’offerta e le imprese adottano le tariffe al massimo livello per poter aumentare i propri profitti che serviranno in parte a coprire i maggiori costi dei periodi in cui aerei non hanno viaggiato al massimo della capacità produttiva o gli alberghi non hanno riempito tutte le stanze disponibili.

Tutto questo per dire che viviamo in una epoca in cui la tariffa unica non esiste e non può esistere perché in un contesto di libera concorrenza il prezzo diventa un fattore di competitività tra le imprese. Questa è la ragione di base per cui la UE, che cattiva non è con i sardi, non può accettare quella proposta.

Altro discorso è quello legato al diritto dei sardi e dei non sardi alla mobilità da e verso la Sardegna alle medesime condizioni con cui altri cittadini del mondo si muovono in determinati contesti statali. Per questa ragione si può calcolare, come è facile fare, una tariffa base che rappresenta il diritto alla mobilità equiparando il prezzo della tratta aerea a quella di un altro vettore (per esempio il treno che noi sardi non possiamo utilizzare per andare a Roma, Milano, Parigi o Stoccarda) a parità di condizioni. Questo è il ragionamento da fare per negoziare con la UE gli oneri a carico dello Stato da restituire alle compagnie aeree (tutte senza esclusiva per alcuna e limitatamente ad una quota) per ogni passeggero trasportato da e verso la Sardegna.

Se le compagnie si mettono in concorrenza sulle medesime tratte possono fare servizi differenziati e prezzi conseguenti ma il rimborso sarà uguale per tutte. Se una compagnia pratica tariffe molto alte sarà l’utente a scegliere se viaggiarci o meno. La UE dovrà fare i controlli per evitare cartelli e i cittadini saranno liberi di scegliere la compagnia con cui viaggiare.

Io capisco che la tariffa unica e l’esclusiva a una compagnia sia una scelta facile ma non è compatibile con l’evoluzione del mondo. Perché altri territori ugualmente svantaggiati anche meno popolati della Sardegna hanno servizi e collegamenti garantiti e noi no? Perché si pretende qualcosa che neppure altri hanno?

Come abbiamo visto, Melis ha riassunto efficacemente i nodi di fondo attorno all’idea di realizzare una tariffa unica dei trasporti da e per la Sardegna.
Ma ipotizziamo un’applicazione della stessa, quali problemi potrebbe causare?

Da anni la classe politica, di destra, sinistra e sardista, sostiene di volerci liberare dal peso della posizione dominante di alcune precise compagnie di trasporto. Un peso, ricordiamolo, generato dal volume di risorse pubbliche annualmente ricevute da tali compagnie.

Ed oggi cosa propongono?

Paradossalmente, proprio una misura che genererebbe un cartello di compagnie capace di tenere in scacco utenti e contribuenti.

Perché?

Se da un lato la tariffa unica potrebbe apportare un apparente vantaggio per i viaggiatori, questa potrebbe innescare tre dinamiche:

1) non esiste alcuna garanzia sulla staticità del prezzo all’utenza. Il biglietto potrebbe comunque andare incontro a periodici incrementi di prezzo, giustificati da varie motivazioni (es. variazione prezzo del greggio sul mercato, dinamiche sindacali, etc.). Il prezzo potrebbe persino superare le offerte delle migliori proposte low cost;
2) il servizio potrebbe sviluppare diverse inefficienze e disagi all’utenza. In assenza di concorrenza e in presenza di risorse puntualmente offerte dal settore pubblico, un cartello di compagnie non sarebbe stimolato a garantire minimi standard di efficienza da offrire al pubblico. Possibili dunque ritardi sugli orari delle partenze, cancellazione o revisione delle stesse, fino alla progressiva obsolescenza dei mezzi e all’inadeguatezza del personale impiegato per il servizio (fenomeni peraltro già esistenti negli attuali servizi di continuità territoriale);
3) la tariffa unica innescherebbe un progressivo incremento dei costi della continuità territoriale. Un cartello, forte della sua posizione dominante sul mercato, potrebbe pretendere dalla politica un costante ritocco al rialzo del volume di denaro pubblico erogato ad ogni periodico rinnovo dei bandi. Una spirale che finirebbe per incrementare i costi a carico della Regione e dunque, indirettamente, a carico di utenti e contribuenti costretti a spesare sempre più la tenuta del servizio. In altri termini, un peggioramento dei problemi già presenti nel mercato dei trasporti sardi, che finirebbe a vantaggio di un oligopolio di compagnie. Bene dunque l’opposizione dell’Unione Europea all’interventismo assistenziale della nostra classe politica, non solo di maggioranza.

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U.R.N. Sardinnya ONLINE

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