Carta (PSD’AZ): Ecco i dettagli della fasulla riforma sull’ASL unica

Di Angelo Carta, consigliere regionale del Partito Sardo d’Azione e componente della commissione d’inchiesta sull’efficienza del sistema sanitario.

Quando con tanto fervore e messianica ispirazione il Presidente Pigliaru e pochi altri della maggioranza parlavano di Azienda Sanitaria Unica Regionale pensavo davvero che la sanità in Sardegna stava per essere trasformata e strappata alle logiche che fino ad ora l’hanno governata.

Da sempre, lo sanno anche le pietre seppure non votano, sulla sanità si sono costruite carriere politiche importanti e, in alcuni casi, strabilianti per i risultati che sono riusciti ad ottenere.

La sanità è stata violentemente usata e strapazzata fino a ridurla a quello che oggi vediamo:

Costi fuori controllo, metà del bilancio regionale vincolato, aumenti spropositati di assunzioni, soprattutto in settori dove si potevano indicare amici e conoscenti a prescindere da una qualunque qualifica o titolo di studio.

Assunzioni che aumentavano sfacciatamente in coincidenza con scadenze elettorali che fossero comunali o regionali.

L’Asl unica doveva servire, anche, per decapitare ed estirpare questa piovra fatta di prediche da pulpito e comportamenti da diavolo.

Io ero e sono favorevolissimo se solo queste finalità fossero quelle vere.

E mentre in maggioranza si disquisiva se era meglio una o tre, o chi sa quante, mi sono chiesto perché vi fosse tanta contrarietà ad un provvedimento sbandierato come la chiave di volta per frenare la deriva alla quale stiamo assistendo.

Ed è stato istruttivo vedere chi era contrario e le ragioni che portavano per questa opposizione.

La più gettonata è stata che troppo potere veniva concentrato su un uomo solo: questo mega direttore generale che ricorda molto quello di fantozziana memoria.

Già si immaginavano le fila di questuanti a perorare cause più o meno lecite e comunque mirate a conservare quelle fette di potere o di consenso acquisite con tanta fatica e perseveranza.

Da oggi vedremo come si è finalmente ritrovata la maggioranza intorno ad un provvedimento che dell’originario obbiettivo, sempre ammesso che vi fosse, non ha niente.

Mi sembra anche l’occasione giusta per ricordare alcune domande da me poste ai commissari delle asl di Nuoro ed Oristano.

Domande per le quali ad oggi non ho ricevuto risposte nonostante abbia inoltrato la richiesta alla asl di Nuoro dal 18 febbraio 2016 su costi aumentati in modo abnorme:

- Ausiliariato costo effettivo annuale 2.186.278 con incremento sul preventivato di 1.532.581 pari al 66.89% annuo contro il previsto pari all’1,67;

- CUP costo effettivo annuale 3.403.597 con un incremento di 2.719.521 pari al 130,41% annuo contro il previsto pari all’1,67%;

- Portierato costo effettivo annuale 1.429.724 con un incremento di 783.724 pari al 44,2% annuo contro il previsto pari all’1,67%.

Naturalmente non rinuncio ad ottenere le risposte per fare chiarezza e dare ai cittadini la verità dei fatti e non lasciare che si lascino abbindolare da chi predica bene e razzola male.

Non rinunciare significa che se non avrò le risposte da chi deve darmele ricorrerò agli strumenti e alle istituzioni previste in questi casi.

Attendo anche risposte dalla asl 5 di Oristano, praticamente sugli stessi argomenti, e proprio pochi giorni fa, la Commissaria Straordinaria ha chiesto una proroga di dieci giorni, per potermi fornire i dati richiesti, alla quale ben volentieri ho acconsentito.

A fronte di queste fatti consideravo l’asl unica come uno strumento, fortemente voluto dal Presidente Pigliaru, destinato a fare effettivamente chiarezza e a interrompere drasticamente l’abuso fatto negli anni in questo settore.

Abuso che, come è superfluo specificare, ha riguardato tutti i partiti nessuno escluso compreso, quando ne ha avuto l’opportunità, anche il mio.

L’esame del Dl oggi in discussione mi ha però riportato alla cruda realtà.

Intanto non è vero che si istituisce un’asl unica.

Il comma 5 dell’articolo 1 ne individua da subito 5:

1. La prima impropriamente denominata Azienda Sanitaria Unica Regionale che come si vedrà unica non lo è proprio;
2. La seconda l’azienda ospedaliera Brotzu;
3. La terza l’azienda ospedaliera universitaria di Cagliari;
4. La quarta l’azienda ospedaliera universitaria di Sassari;
5. La quinta l’azienda regionale dell’emergenza urgenza.

Da queste cinque asl, ovviamente, discendono una marea di nomine.

L’asur (articolo 3) avrà un Direttore generale, un direttore amministrativo e un direttore sanitario;
Uguale per le altre quattro asl.
Il Dl 321 prevede la creazione delle Aree socio sanitarie locali: ancora un numero indefinito e sarà l’atto aziendale a dirci quante saranno ed è facile prevedere che, essendo a loro volta dotate di autonomia gestionale seppur secondo gli indirizzi strategici aziendali, anche qui spunteranno i tre direttori per i quali si prevede già, comma 2 articolo 5, l’ufficio di staff.
Le asl sono a loro volta organizzate in distretti socio-sanitari anche questi dotati di autonomia tecnico – gestionale , comma 1 articolo 6, e in ogni distretto è previsto un direttore responsabile il quale si avvale a sua volta di un ufficio di coordinamento (comma 6, articolo 17 legge regionale 10 del 2006);
Infine abbiamo i collegi sindacali della aziende sanitarie.

Volendo fare un piccolo e veloce calcolo sono da nominare:

5 direttori generali;
5 direttori amministrativi;
5 direttori sanitari;
Un numero imprecisato di direttori delle aree socio sanitarie locali;
Un numero imprecisato di uffici di staff dei direttori delle asl;
Un numero imprecisato di direttori dei distretti socio – sanitari;
15 componenti per i 5 collegi sindacali delle asl;

Nel merito quindi siamo fermi allo stato delle cose che si voleva forse cambiare e non si vedono all’orizzonte veri cambiamenti che di sicuro non arriveranno con questo DL.

Un’occasione vera, eccezionale, per introdurre i cambiamenti necessari se questa maggioranza, e la giunta in prima fila, con il coraggio dichiarato, ma ben nascosto nei fatti, avessero davvero messo mano ad un serio riordino.

Riordino che doveva partire dall’abrogazione di tutte le norme che nel tempo si sono affastellate sul tema sanità e sostituirle con un disegno di legge organico, ordinato e chiaro per dare un segnale di vero cambiamento.

Il DL 321 è tutt’altro che una legge di riforma.

E’ una leggina che ritocca qua e là e fa alcuni richiami a leggi esistenti:

richiamo all’articolo 9 della l.r. 10/2006 per il funzionamento dell’asur;
modifica al primo periodo del comma 3 dell’articolo 9 della l.r. 10/2006;
richiamo all’articolo 10 della l.r. 10/2006 per le disposizioni applicabili al d.g. dell’asur;
modifiche al comma 1 dell’articolo 10 della l.r. 10/200&;
modifica del comma 4 dell’articolo 10 della l.r. 10/2006;
modifica del comma 5 dell’articolo 10 della l.r. 10/2006;
richiamo al comma 11 dell’articolo 3bis del D.lgvo 502/1992;
modifica del comma 3 dell’articolo 17 della l.r. 10/2006;
modifica del comma 7 dell’articolo 17 della l.r. 10/2006;
sostituzione dell’articolo 15 della l.r. 10/2006;
sostituzione dell’articolo 13 della l.r. 10/2006;
sostituzione dell’articolo 11 della l.r. 10/2006;
soppressione del secondo periodo del comma 1 dell’articolo 14 della l.r. 10/1997;
aggiunta della lettera cbis dopo la lettera c) del comma 2 dell’articolo 14 della l.r. 10/1997;
Sostituzione del comma 4 dell’articolo 14 della l.r. 10/1997;
Soppressione di alcune parole al comma 5 dell’articolo 14 della l.r. 10/1997;
Soppressione di alcune parole al comma 2 dell’articolo 16 della l.r. 10/1997;
Sostituzione del comma 1 dell’articolo 17 della l.r. 10/1997;
Aggiunta di alcune parole nel comma 1 dell’articolo 18 della l.r. 10/1997;
Sostituzione dell’articolo 20 della l.r. 10/1997;
Sostituzione del comma 1 dell’articolo 21 della l.r. 10/1997;
Sostituzione del comma 2 dell’articolo 25 della l.r. 10/1997;
Sostituzione dell’articolo 27 della legge 10/2006;
Modifica all’articolo 29 della l.r. 10/2006;
Introduzione dell’articolo 29bis nella l.r. 10/2006;
Introduzione dell’articolo 29ter nella l.r. 10/2006;
E infine all’articolo 16 del DL si effettuano alcune abrogazioni a macchia di leopardo.

Ma quale riforma? Ma quale coraggio?

Ve lo ha già detto la prima commissione nel suo parere approvato a maggioranza, con il voto contrario della minoranza e con l’astensione del Presidente.

Un parere dato a denti stretti, contro voglia e dove si leggono alcune verità :

manca una revisione organica e un più adeguato coordinamento della disciplina della materia;
manca un riordino complessivo dell’intero settore socio sanitario e parla chiaramente di un’occasione perduta;
un DL che, si legge ancora, potrebbe creare difficoltà di ordine interpretativo e di coordinamento nell’applicazione della riforma;
pone il problema per gli ambiti territoriali previsti a proposito della aree socio sanitarie locali in quanto manca un coerente raccordo fra le previsioni del DL e le norme di cui alla legge 2 del 2016

In sostanza una sonora bocciatura di tutto l’impianto di un DL confuso che non raggiungerà alcun serio obbiettivo e che renderà difficile la sua stessa applicazione.

Una riforma nata già morta con una maggioranza che fa i conti per sapere cosa spetterà a ciascuno e valutare se le posizioni fin qui acquisite potranno essere confermate.

In casi come questo non è necessario scomodare il coraggio, basta e avanza la vostra gran faccia tosta.

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Redazione SANATZIONE.EU

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