Il Papato entra nel nuovo millennio

Era evidente, Giovanni Paolo II° è stato il Pontefice che ha guidato la cristianità (e non solo quella) in una fase cruciale dell’umanità: il tramonto della Guerra Fredda e, con la fine del ’900, l’espansione del W.T.O. (l’Organizzazione Mondiale del Commercio) e di quel Giano bifronte della globalizzazione contemporanea. Era apparso quasi scontato dunque che nel 2005, con l’elezione di Ratzinger, Benedetto XVI° fosse stato inquadrato come un tradizionalista votato alla salvaguardia dei più classici dogmi della Chiesa. Al contrario, la storica rinuncia al titolo di Pontefice annunciata al mondo l’undici febbraio segnerà uno spartiacque fra la Chiesa Cattolica del secolo appena trascorso con il nuovo millennio.
Il motivo è molto semplice: il Vaticano del 2013 non è lo Stato Pontificio dei tempi di Celestino V°, perché abdicare – termine più appropriato per le dimissioni da una monarchia pressoché assoluta – significa riconoscere i mutamenti universali e geopolitici, oltre che sociali, entro i quali la Chiesa stessa si trova ad operare. Quando il teologo Ratzinger afferma di “sentire il peso” del suo magistero non intende solamente esprimere una fatica connessa al suo ruolo spirituale, ma una vera e propria fatica fisica per l’impegno derivante dalla profonda mutazione subita dalla Chiesa dall’età moderna fino ad oggi. Perché se all’epoca dell’impero portoghese e di quello spagnolo l’epicentro degli interessi ecclesiastici e spirituali era l’Europa, prima e dopo la Riforma protestante, con la fine delle scoperte geografiche e la progressiva secolarizzazione dell’Europa e anche dell’America settentrionale, oggi non solo la Chiesa non ha meno sostenitori, ma deve occuparsi della moltitudine di fedeli sparsi in tutto il globo, in particolar modo nell’America meridionale e in Africa, un impegno che si spinge anche in chiave progressista e nella necessità di incrementare il dialogo religioso con l’Asia. Il prossimo Pontefice saprà raccogliere questa sfida lanciata dal Papa dimissionario? Staremo a vedere.
Pensate, alla morte di Giovanni Paolo II°, prima dell’elezione di Ratzinger, si paventò persino la possibilità di eleggere il compianto Cardinal Mario Francesco Pompedda al soglio di Pietro, personalità consapevole della minoranza linguistica Sarda. Ci auguriamo che il prossimo Pontefice, guida spirituale anche per migliaia di Sardi, possa manifestare maggiore sensibilità culturale nel campo dei diritti civili.

Adriano Bomboi.

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