Contro il GALSI in campo i potentati politico-economici, Sonatrach indotta a desistere

Apprendiamo quanto già era nell’aria da mesi: importanti gruppi energetici si starebbero opponendo alla realizzazione del GALSI, il gasdotto Algeria-Sardegna-Europa che potrebbe sottrarre l’isola dal gap infrastrutturale della metanizzazione.
Una Authority Sarda per l’Energia, indipendente dallo Stato Italiano, avrebbe spostato le attenzioni su società come SARAS, ENI, ENEL, ecc.
Da considerare, la presenza in GALSI dell’algerina Sonatrach, che ha sviluppato importanti accordi bilaterali con il gigante Gazprom (come l’ultimo sulla prossima esportazione di GNL – Gas naturale liquefatto), sarebbe uno dei vari motivi del possibile stop al progetto.
Per altro verso, l’ENI, in accordo con Gazprom, avrebbe puntato il potenziale di approvvigionamento energetico del condotto sudorientale europeo attraverso il progetto South Stream, eliminando dunque il “piccolo ingombro” sudoccidentale determinato dal GALSI.

Nella grande battaglia geopolitica (e degli interessi) tra i colossi produttori (e gli intermediatori), il potenziale annullamento del progetto GALSI, pedina sacrificabile, porterebbe diversi vantaggi per le più grandi aziende impegnate a pianificare la spartizione del reticolato di distribuzione che garantirà all’Europa la sopravvivenza energetica dei prossimi decenni prima dell’avvento sistematico delle energie rinnovabili. Di tutto questo saranno sempre e solo i Sardi a pagarne il prezzo in termini di competitività, mentre continueranno a farla da padrona aziende come SARAS, ENI, ENEL, impegnate a lucrare su un mercato che vale oro e che, nonostante il complessivo surplus di produzione energetica rispetto al fabbisogno dell’isola, non vedremo affatto mutare al ribasso i prezzi a causa della mancata differenziazione delle fonti di approvvigionamento (che il metano potrebbe apportare).

Tra i vari aspetti, interni ed internazionali, lo Stato Italiano, con la sua presenza in ENI ma anche in Terna, dimostra il conflitto di interessi con il quale si palesa la sua azione a favore delle più grandi aziende impegnate in strategie commerciali locali ed internazionali, a tutto discapito della popolazione Sarda. Si profila all’orizzonte una nuova stagione per il rilancio del tema della Zona Franca, in particolar modo per quanto riguarda la necessità di defiscalizzare le accise sugli idrocarburi per disinnescare dalle fondamenta lo stato di sudditanza della Sardegna nei confronti di questo oligopolio energetico.

L’aspetto più grave? Che uno degli azionisti GALSI, cioè la Regione (attraverso la SFIRS), non abbia nulla da dire su questa complessa ma fondamentale materia.

Di C. Marco e B. Adriano.

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U.R.N. Sardinnya ONLINE – Nazionalisti Sardi

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