Focus: I temi caldi del vertice NATO di Chicago. I. video Seg. Rasmussen

Discorso finale del Segretario Rasmussen (EN – Wmv) natochannel.tv 2012.

Il 20 e 21 maggio i Paesi membri della NATO si sono dati appuntamento a Chicago, per discutere di alcuni argomenti di grande rilievo politico-economico che riguardano prevalentemente le operazioni belliche dell’Alleanza.

Il main object della riunione è stato l’Afghanistan, ovvero, sono stati valutati tempi e modi di ritiro delle truppe dell’ISAF dal territorio (si tratta di circa 130mila soldati).
La tabella di marcia fissata nell’Exit Strategy ufficiale stabilisce un ritiro definitivo delle truppe alla fine del 2014, ed è stato deciso che le forze alleate continueranno ancora per qualche anno la loro opera di addestramento e di supporto delle forze di polizia locali.
Fa un po’ eccezione la Francia che, col suo neo presidente Hollande, ha deciso di anticipare alla fine di quest’anno il rientro dei propri soldati impegnati nelle operazioni, anche se compenserà con qualche contributo finanziario in più la dismissione del suo contingente, mantenendo l’impegno dell’addestramento delle milizie afghane.
Sulla questione del ritiro delle forze dell’Alleanza sono sorti anche dei problemi di natura economica, in quanto le forze armate Afghane (al momento 330mila, destinate ad essere ridotte a 230mila circa, saranno operative solo da metà 2013) richiedono una spesa annua di circa 4 miliardi di dollari, dei quali gli USA si sono impegnati a versarne 2.1/2.3, chiedendo agli altri Stati alleati di provvedere per la differenza.
Data la crisi economica che in questo periodo la fa da padrona, è ben comprensibile che per tanti Stati, tra i quali l’Italia (che contribuirà per 100 milioni), tale impegno economico avrà una certa ricaduta sul capitolo di bilancio interessato.

Il meeting di Chicago si è inoltre occupato dell’annoso problema relativo allo Scudo Antimissile installato nell’Europa orientale, che sarà operativo dal 2015, ufficialmente contro la minaccia missilistica iraniana, ma velatamente anche per eventuali “imprevisti” provenienti dal fronte russo. Un problema sottolineato da Mosca, che inquadra lo spiegamento anti-missile in funzione di un tentativo di contenimento politico del Cremlino. Diversi osservatori hanno visto proprio nello controversia in materia di Scudo la causa dell’assenza di Putin al vertice del Patto Atlantico.
Di rilievo anche il dibattito attorno al programma “Smart Defense”, il cui obiettivo sarebbe di aumentare la cooperazione fra eserciti alleati in 25 campi di applicazione militare, nonostante le resistenze di alcuni Stati che non vedono di buon occhio la condivisione dei propri sistemi militari con eserciti di altre nazioni.
La nota positiva dello “Smart Defense” consiste soprattutto nella diminuzione delle spese per la Difesa, in quanto verrebbe costituito un fondo in cui ogni nazione verserebbe una data somma per il mantenimento e il coordinamento dell’Alleanza. Gli unici beneficiari del programma parrebbero gli USA, che al momento provvedono al 75% delle spese militari NATO. Tuttavia il riassetto delle quote aumenterebbe i criteri di collegialità che sinora hanno contraddistinto la politica dell’organizzazione.

A Chicago il vertice si è svolto in un clima di forte tensione e di opposizione durissima da parte dei manifestanti, i quali si sono spinti fino alla zona rossa, con un dissenso rapidamente trasformatosi in guerriglia urbana, conclusasi con un totale di circa 65 arrestati e decine di feriti, tra i manifestanti e gli agenti.

Floris Maurizio.

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