Diritti umani: U.R.N. Sardinnya si unisce a On. Milia e CLS nel richiamare i Parlamentari sulla Lingua Sarda
L’ass.ne U.R.N. Sardinnya si unisce alle sollecitazioni di attenzione nei riguardi delle iniziative legislative a tutela della Lingua Sarda e sottoscrive il seguente comunicato:
Mario Carboni, Comitadu pro sa Limba Sarda.
Dopo l’allarme lanciato da Su comitadu pro sa limba Sarda riguardo la ratifica della Carta europea delle lingue regionali e minoritarie, si è mosso anche l’assessore alla cultura Sergio Milia con una lettera ai parlamentari Sardi.
Su comitadu pro sa limba Sarda, pur soddisfatto dell’iniziativa dell’On. Milia, ritiene che, seppur sia giusto sollecitare l’intervento dei parlamentari ed in particolare dei componenti Sardi della Commissione esteri della Camera che non hanno fatto proposte in difesa della lingua sarda e né presentato emendamenti in suo favore, sia doveroso che la Giunta regionale apra una dura e convinta vertenza con lo Stato, Governo e Parlamento, per rivendicare i nostri costituzionali diritti linguistici che oltre che culturali sono politici e coinvolgono le più valide prospettive di autogoverno della Sardegna e di liberazione da un colonialismo che dura ormai da troppo tempo.
Dimenticare la questione della lingua Sarda dal tavolo delle trattative in corso Regione-Sardegna sarebbe un grave errore economicista dalle incalcolabili conseguenze negative.
Su Comitadu pro sa limba Sarda ritiene che sia stato dannoso e offensivo verso l’Autonomia speciale e il Popolo Sardo non consultare, né invitare, come suo diritto statutario, il Presidente della Regione alla seduta del Consiglio dei Ministri che ha licenziato il disegno di legge di ratifica della Carta europea delle lingue da inviare al Parlamento per la sua ratifica e che deciderà stabilmente e negativamente del futuro destino della lingua della Nazione Sarda.
E’ ben gradita e giusta ogni azione che possa modificare la proposta di legge di ratifica della Carta delle lingue regionali e minoritarie capace di scongiurare l’attuale discriminazione della lingua Sarda rispetto alle altre lingue regionali e minoritarie dell’Arco alpino, declassata a lingua di serie B, non tutelata veramente e così condannata all’estinzione forzata, poiché esclusa dall’insegnamento, dai media e dall’uso nella Giustizia e nella vita economica e sociale.
Su Comitadu pro sa limba Sarda sollecita il Consiglio regionale a votare una dichiarazione solenne di protesta da inviare assieme ad un ricorso del Presidente della Giunta regionale al Consiglio d’Europa per violazione da parte italiana dei diritti linguistici e civili dei Sardi (L.R. 26/97, 482/99 e Art. 6 della C.I.). Diritti tutelati dalla Convenzione quadro delle minoranze nazionali e, in quanto discriminati, soggetti ad assimilazione forzata e considerati parlanti una lingua da riserva indiana rispetto ad altre minoranze della Repubblica meno numerose e meglio tutelate, e che (con la prevista ratifica) vedrebbero vanificata la corale richiesta d’insegnamento della lingua Sarda nelle scuole di ogni ordine e grado e del bilinguismo in ogni livello dell’attività sociale.
Scrive Sergio Milia:
“Mi rivolgo a Voi in qualità di Assessore della Pubblica Istruzione, Beni Culturali, Informazione, Spettacolo e Sport della Regione Autonoma della Sardegna, con competenza sulla tutela delle lingue minoritarie presenti in Sardegna, Sardo e Catalano, per richiedere un vostro interessamento sulla necessità di intraprendere azioni unitarie e coordinate in vista della discussione e dell’approvazione in aula, nella Camera dei Deputati e nel Senato della Repubblica, del disegno di legge. La ratifica della Carta Europea delle Lingue che sta per essere varata in aula dalla Camera dei Deputati, rischia di essere non soddisfacente per la lingua Sarda. Le misure previste dal testo del disegno di legge licenziato dalla Commissione Affari Esteri non risolveranno e non miglioreranno la situazione giuridica della lingua Sarda (e del Catalano di Alghero), che di fatto resterebbero fermi alla situazione attuale, con scarsissima protezione. Si avvantaggerebbero le lingue minoritarie presenti nel territorio italiano, già protette da trattati internazionali o da statuti di specialità più avanzati di quello Sardo, mentre la nostra lingua verrebbe relegata allo status di lingua di seconda categoria.
Di fatto, né la Regione, né lo Stato potranno legiferare efficacemente per un reale e ‘normale’ utilizzo nelle scuole e non si avranno gli strumenti politici e legislativi per una maggiore visibilità della lingua nei mezzi di comunicazione e in particolare nella Rai. Una situazione simile riguarda ad esempio il friulano. Nonostante Sardo e Friulano siano le due lingue più parlate e più diffuse nei rispettivi territori, lo Stato privilegia la tutela del tedesco (Sud Tirolo), del francese (Valle d’Aosta), dello sloveno (Friuli Venezia Giulia) e del ladino (Valli Badia, Gardena e Fassa)”.
16-06-12.
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U.R.N. Sardinnya ONLINE – Nazionalisti Sardi
[...] Pro sa kistione de sa ratifica de sa “Carta Europea de is limbas de minoría”, ki paret ca su guvernu bogiat negare is deretos linguisticos de is Sardos, at mandadu innantis a Sergio Milia, s’Assessore a sa curtura, e Milia totu su chi at fatu est a s’apellare a is parlamentares sardos: http://www.sanatzione.eu/2012/06/diritti-umani-u-r-n-sardinnya-si-unisce-a-on-milia-e-cls-nel-richia…. [...]