Dal parco Dessì agli Arborea. Senza storia, senza futuro – Di Luca Angei

Il territorio del Medio Campidano è ricco di storia. Nuraghi, tombe dei giganti, domus de janas, menhir. Ma anche toponimi che richiamano fatti storici o la presenza di centri abitati.

Una cosa che mi ha sempre stupito è il numero di chiesette di campagna e non presenti nelle nostre comunità.
A San Gavino Monreale ce n’è una, molto importante per la storia di Sardegna. E’ intitolata a San Gavino martire, edificata tra il 1347 e il 1387, al suo interno si trovano scolpiti i busti degli Arborea.

Questo è quello che si può leggere sull’enciclopedia libera Wikipedia: “all’interno, la volta a crociera è quadripartita da costoloni impostati su quattro peducci pensili nei quali si vedono scolpite in altorilievo le effigi dei sovrani: Mariano IV con corona, scettro e stemma statale, Ugone III, con la figlia Benedetta, Eleonora e suo marito Brancaleone Doria, i quali fanno del monumento un vero e proprio pantheon degli Arborèa. All’esterno della bifora dell’abside si rivede, deteriorato dalle intemperie, il busto di Eleonora affiancato dai resti dalle testine dei figlioletti Federico e Mariano.”

Questo invece è tratto dal sito del Parco Cultura Giuseppe Dessì: “Ed è l’abside che conserva la più importante testimonianza del periodo giudicale: nei peducci dell’abside sono infatti scolpite quattro figure che rappresentano i sovrani della casata arborense e più precisamente: Mariano IV, Ugone III con la figlia Benedetta, Eleonora d’Arborea e suo marito Brancaleone Doria. Sulla lesena dell’abside un’altra effige: Eleonora e i due figli Federico e Mariano.”

Sulla rete si trovano altre informazioni e le immagini delle raffigurazioni degli Arborea.
Basta cercare un po’ con i motori di ricerca. Ma già queste informazioni ci fanno capire quanto sia importante il sito per la storia sarda.
Ma quanto è conosciuto questo luogo? Ben poco. Basti pensare che la “scoperta” delle raffigurazioni risale al 1984. Cioè meno di 30 anni fa, ma oltre 600 anni dopo la costruzione. E già questo ci da la misura di quanto la nostra storia ci sia sconosciuta.
Mi chiedo quante persone abbiano potuto visitare questo luogo e quante scolaresche vi siano potute andare in gita di istruzione, considerando che un massiccio cancello impedisce l’ingresso e l’assenza di orari di apertura o numeri di telefono a cui chiedere informazioni per un’eventuale visita non costituiscono di certo un fatto incoraggiante.
Provo a scrivere all’indirizzo e-mail del parco Dessì’, per avere dettagli sulle modalità di visita di questo importante luogo. Niente, l’e-mail non sembra più attiva e ricevo una fredda risposta automatica in tal senso.
Come detto in altre occasioni, tali siti dovrebbero essere resi fruibili a tutti e le amministrazioni locali dovrebbero incentivarne la conoscenza, inserendoli in percorsi realmente visitabili o in eventi quali i monumenti aperti.

La speranza è che ognuno di noi possa fruire di questi luoghi, possa farsi pervadere dalla storia che emanano, diventare consapevole di quanto sia importante conoscere.
Perché solo la consapevolezza del nostro passato, ci può dare la spinta verso un futuro migliore.

09-06-11, lucangei.blogspot.com

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Redazione SANATZIONE.EU

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