Auguri per a Manca Democràtica: ma quali sono le differenze?

Auguri per a Manca Democràtica, neonato movimento indipendentista Sardo.

Correva il XII° secolo. La leggenda narra che Alberto da Giussano, nel tentativo di unire le città dell’Italia settentrionale che si opponevano al dominio dell’imperatore tedesco Federico di Hohenstaufen, un giorno si recò da un contadino e gli mise in mano un fuscello chiedendogli di spezzarlo. Così avvenne. Poi mise in mano al contadino 10 fuscelli, chiedendogli di spezzare il mazzo. Il contadino stavolta non ci riuscì.
Nacque così il mito della nascita della Lega Lombarda che a Legnano si oppose con successo all’imperialismo del Sacro Romano Impero di stirpe germanica.
La morale da che parte stava? Oggi come ieri, nel fatto che l’unione garantisce la forza, mentre chi si presenta da solo, non è altro che un povero fuscello destinato a spezzarsi anche nella situazione più banale possibile contro la determinazione dell’avversario.

Spesso mi domandano come mai l’associazione U.R.N. Sardinnya non si sia ancora tramutata in partito. Io rispondo diverse cose:

1) Creare una nuova sigla nell’ambito indipendentista non significa contribuire al pluralismo (laddove la maggior parte delle sigle esistenti ha programmi politici analoghi) ma significa contribuire al frazionismo ed all’inconsistenza dell’ideale sovranitario. Un PNS non potrebbe mai essere un piccolo progetto politico che si accoda alle briciole altrui, ma la sintesi di un articolato e ragionato compromesso politico destinato a rappresentare un campo riformista contro un campo conservatore nel merito dell’attuale assetto regionale.
2) Perché la Sardegna ha bisogno di uscire da una economia di dipendenza e per farlo servono riforme ma anche una piattaforma liberaldemocratica che faccia comprendere il valore del mercato, delle regole, e quindi dell’abbandono di un modello para-statalista in tutti i settori della vita civile che per anni è stato alimentato dal centralismo della “Prima Repubblica” (DC-PSI-PCI, ecc) ed eredi, e che viene indirettamente e moralmente sostenuto persino dall’indipendentismo Sardo di derivazione socialista. A corredo di un assistenzialismo che ha minato dalle fondamenta l’autostima del Popolo Sardo. Nel mondo contemporaneo sono le regole a dover regolare il mercato e non il pubblico a sostituirsi ad esso generando dei deficit di bilancio a carico della collettività. Questa è la linea della nostra associazione ed oggi rappresenta una delle più avanzate del pianeta indipendentista ma anche autonomista Sardo.
Se un nuovo partito indipendentista non lavora all’unità per questi programmi, allora la sua esistenza in questo confusionario quadro politico non ha ancora ragione di esistere.
3) Perché la Sardegna ha bisogno di partiti indipendentisti robusti e dalle idee chiare, ovvero formate da un moderno nazionalismo dinamico e solidale, capace di comprendere che la tutela (e non l’abbandono) delle proprie alterità territoriali (come la lingua e la cultura) garantisce alla nostra comunità lo status giuridico di minoranza linguistica, nonché la possibilità stessa di dare una cornice al nostro essere o meno nazione. Il ché non entra affatto in contrasto con altre lingue ed altre culture esistenti all’interno (o all’esterno) del nostro territorio. Lavorare pertanto ad una sigla in questa direzione senza prima dialogare e consultarsi con quelle esistenti su tali propositi, equivarrebbe unicamente a lavorare non per la Sardegna, ma per uno sterile protagonismo fine a se stesso e poco utile in termini generali e strategici di medio e lungo periodo.

Come U.R.N. Sardinnya, riteniamo che Manca Democràtica sia allo stato attuale deficitaria nei 3 punti esposti nell’ottica di contribuire alla nascita ma soprattutto all’affermazione di un moderno indipendentismo di governo, capace di integrare, se non scalzare, a seconda dei casi, le forze centraliste dal parassitismo sociale in cui si sono radicate.
Aspetto positivo, rispetto (ad esempio) ad AMPI, è il riconoscimento del valore dell’europeismo come momento di integrazione sociale, morale ed economica del respiro internazionale dell’isola. Un punto che senza U.R.N. Sardinnya oggi sarebbe rimasto nelle cantine sardiste e totalmente ignorato e ideologizzato dalle vecchie IRS (2002-2007), SNI, ecc. Ma ormai, considerata l’evoluzione di movimenti come il ProgReS (retaggio di una parte del nostro impianto critico verso l’elaborazione di IRS), è un aspetto che non rappresenta più una novità. In cosa si differenzia dunque Manca Democràtica dalla maggior parte del progressismo indipendentista?
Bisogna inoltre domandarsi se sia il momento opportuno per questo tipo di progetto politico: è l’epoca in cui il centralismo italiano, malgrado male e in ritardo, si sta avvicinando alle istanze sovranitarie. Ed è anche l’epoca in cui diverse forze parlano sempre più apertamente di “Partito dei Sardi” e di razionalizzazione della proposta politica. Ovvero fondere programmi comuni nel quadro di una maggiore collaborazione tra sigle affini, evitando appunto la dispersione.

Risulta quindi impropria anche la visione di una Manca Democràtica capace di collocarsi nel quadro della sinistra indipendentista europea, non sulle etichette, ma sugli intenti pratici. Ad esempio questa è la fase storica in cui lo Scottish National Party vince spostandosi anche su tematiche un tempo esclusivamente liberaldemocratiche (pensiamo agli interventi sulla Pubblica Sicurezza e per le liberalizzazioni), o pensiamo ai nazionalisti di ERC, i quali, per contro, hanno perso le ultime tornate elettorali in favore di nazionalismi centristi in cui al tema economico è stato affiancato il tema identitario, veicolato da contenuti riformistici.

Se vogliamo pertanto evitare che la nuova Manca Democràtica (apparentemente situata in un triangolo concettuale che va da ProgReS, Rossomori ed AMPI) rimanga un fuscello senza contribuire alla costruzione del mazzo, dobbiamo sforzarci di capire che le etichette e i contenitori rappresentano ben poco se non sono accompagnati dai contenuti: gli unici in grado di cambiare l’assetto sociale ed istituzionale dell’isola.
Perché di questo abbiamo bisogno: non di ideologia, ma di riforme che ci portino ad una sovranità capace di navigare nel nuovo secolo.

Di Bomboi Adriano.

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U.R.N. Sardinnya ONLINE – Nazionalisti Sardi

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    2 Commenti

    • Divide et impera!

    • Adrianu, inoi mi pariri ca no si ndi bessiri de mesu’e sa pauli ideologica! Pariri ca s’indipendentismu timara a chistionai e pesai progetus economicus, culturalis, po creai trabballu!! Inoi pariri ca scimmiotaus is partidus italianus, fadendi movimentus e partidus, chi accabbant’e fai su giogu de chini de 150 annus a custa parti s’at colonizau! Su partidu de is Riformadoris sardus est bintrau in crisi, in Castedhu, in Bidha’e Cresia, funt a su sbandu! Deu seu in circa de pinnicai is amigus de iRS, poita a tenestis una pariga de progetus, chi si podint portai ainantis e, atus de biri cun calincunu’amigu chi sighiri is energias alternativas! Deus seu inoi abettendi chi is atrus si fetzant intendi, poita ca nantis depeus fai e portai ainantis is progetus, apustis podeus abbarrai a arrexonai e filosofai!

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