L’isola può farcela da sola? La recensione di Luca Tolu (Visit Sarroch)

«Ci sono due modi per affrontare i problemi della Sardegna: il primo è quello vittimistico, basato sulla richiesta di assistenza per ogni emergenza, senza affrontarne i nodi strutturali.
Il secondo è quello incentrato sulla ragione, dove l’osservazione dei dati viene prima di qualsiasi ideologia. Perché solo dalla comprensione dei problemi si possono individuare credibili soluzioni, senza insistere con politiche fallimentari o del tutto utopiche.
È con quest’ultimo approccio che si sviluppa il lavoro di Adriano Bomboi».

Ecco la recensione di Luca Tolu (Visit Sarroch) al libro “Problemi economico-finanziari della Sardegna. L’isola può farcela da sola?” (Bomboi, Condaghes 2019).

Ci sono due modi per affrontare i temi legati alle problematiche economiche che attanagliano la Sardegna ormai da tempo. Da una parte abbiamo la modalità vittimistico-rivendicazionista, sempre pronta a puntare il dito senza adeguate controproposte.
Abbiamo poi una seconda modalità d’analisi, che passa in rassegna tutti gli elementi critici tentando di compiere una riflessione seria, senza paraocchi ideologici, per comprendere quali siano i problemi reali e quali eventuali soluzioni possano essere adottate.

Da una parte abbiamo quindi chi continua a chiedere sempre più soldi allo Stato centrale, auspicando di volta in volta un intervento “più forte” per risolvere i problemi, salvo poi incolparlo successivamente dei cattivi risultati generati dalla sua pervasiva presenza. Dall’altra parte abbiamo invece chi supera questo paradosso e teorizza un minore interventismo romano, proponendo di lasciare più soldi nelle tasche dei sardi, e con qualche potere in più in modo da responsabilizzarne la classe politica, costringendola a trovare da sola le soluzioni ai ritardi economici e la propria strada allo sviluppo.
Il libro di Adriano Bomboi si pone senza alcun dubbio all’interno di questo secondo filone interpretativo.

L’autore antepone la seria analisi economica all’ideologia e ai vecchi schematismi basati sulla ricerca del consenso, che possono essere utili nelle piazze per trovare qualche applauso in più, ma che non servono ad affrontare seriamente i problemi.

Il libro affronta in tal modo tutte le questioni più importanti legate al mancato sviluppo economico della Sardegna, incluso il complesso processo dell’industrializzazione e dei piani di rinascita, trattando anche la vicenda legata all’installazione dell’impianto petrolchimico di Sarroch.
Tali piani di rinascita vengono accusati di essere prova dei cattivi risultati di una pianificazione industriale calata dall’alto. E come evidenzia il percorso storico che portò al suo avvio, si configurò come una sorta di versione italiana dei piani quinquennali di sovietica memoria, che all’epoca influenzavano il dibattito politico. Il testo ne evidenzia il suo drammatico fallimento, palesatosi nel deserto occupazionale e nelle cattedrali industriali abbandonate in quei siti, come Ottana e Portovesme, che ne hanno subito nascita, sviluppo e tramonto.
Ma allo stesso tempo l’autore riconosce che proprio l’industria di Sarroch rimane, ad oggi, l’unico sito che continua a funzionare e a produrre utili che hanno una parte fondamentale e preponderante nella creazione del prodotto interno lordo dell’isola.

Pertanto, benché la critica di Bomboi contesti l’ideologia della monocultura industriale calata dall’alto e decontestualizzata dal territorio; contesta pure un errore di segno opposto. Quell’improbabile alternativa che oggi tende a contrapporre al passato una nuova monocoltura economica, seppure più verde ed ecologicamente compatibile, ma da sola incapace di reggersi sulle proprie gambe e di aiutare l’intera isola.

Insomma, la parola chiave è sempre la stessa: diversificazione delle opportunità, diversificazione degli investimenti e diversificazione dei settori economici su cui puntare. Non si può abbandonare un settore economico e puntare tutto solo su un altro: non si possono fare oggi gli stessi errori compiuti nel passato.

Ed è proprio in quest’ottica che, nella sezione dell’opera dedicata, ad esempio, al turismo, viene evidenziato come persino nelle aree a vocazione industriale come Sarroch esistono delle straordinarie risorse paesaggistiche e culturali da valorizzare. Un passaggio in cui ho potuto collaborare in qualità di promotore di Visit Sarroch.
Un esempio? Il 96% del territorio di Sarroch ha un patrimonio rilevante: la Foresta di Monti Nieddu con le Gole de Is Cioffus; il mare cristallino e il Porto Turistico a Perd’e Sali e Porto Columbu; la Torre del Diavolo, che è una delle Torri Costiere tra le più suggestive dell’isola. Ville di grande pregio storico come la Villa Regia di Orri e la Villa Siotto, e infine una concentrazione impressionante di siti nuragici.
Si sottolinea inoltre che Sarroch è anche al centro della Festa di Sant’Efisio, ricordando che il 1° maggio di ogni anno, da più di tre secoli e mezzo, insieme a Cagliari, Capoterra, Villa San Pietro e Pula, il paese celebra il martire cristiano Efisio con una processione ricca di colori, tradizioni centenarie e devozione. Che ospita nel proprio cammino la sfilata di gruppi folk provenienti da tutta la Sardegna, oltre che masse di fedeli e turisti da tutto il mondo.

Il libro di Adriano Bomboi si pone dunque come un importante stimolo culturale per arricchire il dibattito sulla situazione economica dell’isola, oltre che, a livello locale, come uno stimolo incoraggiante ad investire nell’altro “volto” delle nostre comunità locali, come Sarroch.

Scarica questo articolo in PDF

U.R.N. Sardinnya ONLINE

Be Sociable, Share!

    Commenta



    Per la pubblicazione i commenti dovranno essere approvati dalla Redazione.