Quando un ambientalista sfidò un economista

Il mondo può continuare a consumare risorse con un aumento della popolazione mondiale?

Nella grande sfida del 1980 il celebre ambientalista Paul Ehrlich scommise contro l’economista Julian Simon.

Il primo sosteneva che il pianeta non fosse in grado di sopportare il consumismo dovuto all’aumentare del peso demografico, e che in 10 anni le risorse sarebbero diventate più scarse ed a prezzi più alti, causando milioni di morti.

Il secondo invece negava la posizione catastrofista del primo, sostenendo, al contrario, un miglioramento della situazione.

Chi vinse nel 1990? E con quali argomentazioni?

Vediamone i contenuti – Di Adriano Bomboi.

Nella grande sfida del 1980 il celebre ambientalista Paul Ehrlich, biologo a Stanford, scommise contro l’economista Julian Simon, esponente della Scuola di Chicago guidata da Milton Friedman.

Il primo sosteneva che il mondo non fosse in grado di sopportare il consumismo dovuto all’aumentare della popolazione mondiale, e che in 10 anni le materie prime sarebbero diventate più scarse ed a prezzi più alti, causando milioni di morti.

Il secondo invece negava la posizione catastrofista del primo, sostenendo, al contrario, un miglioramento della situazione.

I due aprirono una scommessa attorno ai prezzi di 5 metalli: investirono 1000 dollari in stagno, nichel, cromo, tungsteno e rame. Se il prezzo dei metalli fosse salito, come prevedeva Ehrlich, Simon gli avrebbe pagato la differenza.

In 10 anni anni la popolazione mondiale crebbe di 800 milioni di persone, ma una bella mattina del 1990, Julian Simon ricevette un assegno di 576,07 dollari dal perdente Paul Ehrlich.

Cos’era successo? Perché l’ambientalista, contro ogni logica apparente, fu costretto ad arrendersi?

Ehrlich perse su tutti e 5 i mercati relativi ai metalli, i prezzi si erano abbassati di un terzo (e persino quelli dell’agricoltura), consentendo un miglior soddisfacimento della domanda globale.

Perché?

- Il prezzo del nichel calò perché migliorò la tecnologia con cui si scoprirono nuove riserve di questa materia prima, soppiantando il precedente monopolio;
- il prezzo dello stagno calò perché si estese il mercato dell’alluminio, più utile e a buon prezzo;
- il tungsteno calò perché le aziende produttrici di casseruole si orientarono sulla ceramica;
- il cromo a sua volta calò perché venne perfezionata la tecnologia di fusione del materiale;
- il rame calò perché in vari ambiti venne sostituito da una nuova invenzione, più efficiente, meno inquinante e più economica: la fibra ottica (materiale vetroso/polimerico).

Insomma, ciò che Ehrlich non aveva compreso è che l’incessante gioco della concorrenza di un libero mercato spinge gli operatori economici ad investire costantemente in innovazione, efficienza e prezzi sempre più competitivi, limitando quindi i danni ambientali e aumentando la platea di persone che accedono ai benefici di tali novità. Il tutto, ovviamente, in nome del profitto.

Ancora oggi invece larghe schiere di teorici decrescisti e socialisti continuano a sognare un mondo capace di frenare il consumo (il quale, al contrario, comporterebbe la fine del costante e benefico processo di rigenerazione del capitalismo e la fine di una seria tutela ambientale).

I due contendenti continuarono a punzecchiarsi a vita, Ehrlich non mando mai giù il rospo per la sconfitta ma continuò ad essere osannato da grandi platee di seguaci che, in modo del tutto ideologico, continuano ancora oggi a sostenere le sue tesi, con importanti sponsor politici progressisti.

Nel ventennio seguente all’esito della loro scommessa diminuì persino la povertà globale (vedere dati della Banca Mondiale).

Così affermò l’economista: “più popolazione non vuol dire soltanto più stomaci da sfamare e più anidride carbonica, ma anche più cervelli, più intelligenza, più creatività”.

Insomma, Simon rappresentò l’eterna lotta della ragione contro la supponenza del catastrofismo e del sensazionalismo.

Libri sul tema:

- Paul Ehrlich – “The population bomb” (Ballantine books, N.Y., 1968);
- Julian Simon – “The ultimate resource” (Princeton University Press, P., 1981);
- Paul Sabin – “The Bet. Paul Ehrlich, Julian Simon, and our gamble over earth’s future” (Yale University Press, N.H., 2013).

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