Primarie Parlamentari PD: il caso di Emiliano Deiana e Chicco Porcu sulla Sardegna

Se consideriamo le scorse primarie del PD, dove in Sardegna non si sono raggiunte le 80.000 presenze al primo turno, sarà interessante osservare quanto la struttura regionale del partito riuscirà a coinvolgere la propria base verso le cosiddette “Parlamentarie”, relative alla scelta dei politici locali da mandare a Roma, per di più nel bel mezzo delle festività di fine anno. Sapete, mi capita sovente di leggere le note di Emiliano Deiana (esponente PD) e le sue osservazioni relative a questo partito. Fra le ultime, bisogna segnalare le 10 domande che ha posto ai candidati Sardi al Parlamento Italiano, e le risposte date da Chicco Porcu, noto esponente renziano del PD regionale, che non si è meritoriamente tirato indietro dall’affrontare questa sfida.
In quanto nazionalista Sardo, il mio sarà ovviamente un breve commento sulle risposte ma anche sulle domande che si sono scambiati, perché chiunque inquadri la Sardegna come l’epicentro degli interessi territoriali che devono essere tutelati (tanto nell’isola, quanto a Roma o a Bruxelles), non può esimersi dal capire quale sia il livello di comprensione dei problemi che attanagliano una Regione che ha l’ardire di essere “Autonoma”. Prenderò in esame solamente 3 domande e 3 risposte.

Ebbene, una delle domande recita: “In epoca di Spending Review: se il Parlamento fosse chiamato ad esprimersi fra un Si e un No alla Tav, la linea ad alta velocità fra Torino e Lione, quale sarebbe la tua opinione?”
Non me ne voglia Deiana, che stimo, ma la prima cosa che mi viene da pensare è: “Ma questa domanda non si dovrebbe fare a un candidato parlamentare del PD piemontese? Che interessi hanno i Sardi sulla TAV? Quale impatto ha questo tema nel quadro della nostra industria turistica, manifatturiera ed agroalimentare? Siamo sicuri che il presunto e generale interesse nazionale italiano sia coincidente col sistema socio-economico dell’isola?”. Ecco la replica di Chicco Porcu: “Sono per il Si. L’Italia non può essere il paese che rimette tutto perennemente in discussione. E’ un’opera importante per il Nord-Ovest e per rilanciare il trasporto su rotaia collegando l’Italia con la rete TAV europea. Le popolazioni locali devono, però, ottenere benefici quantificabili per i disagi che sopporteranno, che comunque vanno monitorati e ridotti al minimo.”
Porcu dunque parla di Nord-Ovest italiano, ma che fine ha fatto la mitica Sassari-Olbia? Qual è la sua posizione in materia di collegamento del centro Gallurese con il Nord-Ovest della Sardegna? Che impatto ha sulla nostra economia (e sulla sicurezza) l’assenza di questa infrastruttura? Cosa ne pensa dei disastrosi trasporti su rotaia dell’isola e sull’eterno cantiere ANAS della S.S. 131? E soprattutto: cosa ne pensa della situazione di “embargo” a cui sono sottoposti i Trasporti da e per la Sardegna in campo aero-marittimo? Quali proposte al riguardo? Noi qualche idea l’abbiamo.
Passiamo oltre.
Ecco invece un frammento della replica di Porcu sulla domanda relativa al lavoro: “Occorre anche agire sul costo del lavoro abbattendo il carico fiscale che oggi grava sul lavoro dipendente. Ma questo si potrà fare solo mettendo prima a posto i conti dello Stato”. Prendete nota, è una risposta classica di subordinazione agli interessi dello Stato anteponendoli a quelli del territorio. Eppure Chicco Porcu è a conoscenza del debito multimiliardario dello Stato nei confronti dell’isola. Voi ce lo vedete, ad esempio, un esponente dell’SVP Sudtirolese a dare una risposta del genere? Ovviamente no. In Sardegna non c’è bisogno di attendere l’eterna battaglia sulla risoluzione dei conti dello Stato per incidere sulla pressione fiscale a livello locale, perché essere Regione Autonoma e non ordinaria ci ha consentito di avere tre strumenti: 1) La proposta di legge del Fiocco Verde per l’istituzione di una Agenzia Sarda delle Entrate (con cui potremmo anche recuperare da soli e progressivamente il gettito non restituito dallo Stato); 2) L’art. 12 dello Statuto Autonomo in materia di punti franchi per la defiscalizzazione degli oneri d’impresa (circostanza che incide dunque anche sul livello occupazionale dei potenziali nuovi investimenti determinati da una riduzione settoriale della leva fiscale); 3) L’art. 10 sulla capacità di agevolazione fiscale alle nuove imprese, relativamente ai tributi di competenza regionale, che toccheremo nella terza domanda posta da Deiana a Porcu: “Come intendi difendere l’Autonomia della Sardegna in Parlamento?” Replica Porcu: “L’autonomia ha ragioni storiche e culturali. La prima difesa dell’autonomia è far valere lo Statuto esistente attuando il nuovo patto sulle entrate per ottenere i circa 800 milioni di Euro all’anno che non ci vengono trasferiti. Applicare, con specifiche norme di attuazione, l’articolo 10 in materia di agevolazioni fiscali per favorire l’attrazione d’impresa.”
Cerchiamo di capire: nella domanda sul lavoro Porcu ha sostenuto che prima di occuparci del fisco Sardo è necessario mettere a posto i conti dello Stato, adesso sostiene che bisogna valorizzare il decimo articolo dello Statuto. Di Agenzia Sarda delle Entrate e Punti Franchi non se ne sa nulla. Quindi verrebbe da chiedersi: “Ma Porcu come intende muoversi? Qual è la sua visione quadro della situazione economica dell’isola?” Sarò lento, ma non ho capito un granché di quale strategia complessiva intenda promuovere. Nella replica inoltre si è – giustamente – parlato di ragioni storiche e culturali a supporto dell’istituto autonomistico Sardo, eppure quali siano tali ragioni e come vadano difese rimane un mistero, eccetto il tema fiscale.
Qual è la posizione di Chicco Porcu sul problema di una scuola Sarda che non studia la propria storia e la propria geografia? Forse il problema non ha ricadute nel nostro sistema economico e nella formazione dei nostri imprenditori? Tutto questo non ha ricadute neppure nel potenziamento del nostro indotto turistico? E qual è inoltre la posizione di Chicco Porcu in materia di Lingua Sarda e tutela delle minoranze linguistiche e nazionali? In Trentino-Alto Adige/Sudtirol la specificità linguistica è la chiave di volta della specificità economica. I politici Sardi sono coscienti di come esercitare questa peculiarità nel quadro della discutibile Costituzione Italiana?

In conclusione una nota su Porcu e sul PD: è apprezzabile che un politico renziano abbia cercato di contrapporsi alla rigidità strutturale di un partito evidentemente schierato col centralismo di Bersani, malgrado lo stesso Renzi non possa certamente essere inquadrato come la risposta alla specificità dei problemi della Sardegna. Ma dobbiamo domandarci a cosa servano delle istituzioni centrali che hanno persino ripartito il numero dei Parlamentari Sardi a Roma, perché, come giustamente sostenuto anche dagli amici di Sardigna Natzione, presto ci saranno più Europarlamentari Maltesi a Bruxelles (da una Repubblica indipendente) che Parlamentari Sardi a Roma (da una Regione Autonoma ignorata in casa e assente in Europa). Sarebbe ora che i politici Sardi iniziassero ad interrogarsi su quanto intendano contare a casa propria e nelle assemblee preposte alla tutela dei nostri interessi. Ma per farlo bisogna occuparsi più di Sardegna e meno di TV italiana.

Di Adriano Bomboi.

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U.R.N. Sardinnya ONLINE – Nazionalisti Sardi

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