Castiadas, un caso emblematico del turismo sardo

Oggi con la famiglia sono stato a Castiadas: parcheggio di 10 euro per poter accedere alla spiaggia, occupazione e servizi zero, con grave rischio per la sicurezza delle persone in caso di incendi o altre emergenze, a causa della congestione del traffico.

Tutto ciò giustificato dalla “tutela dell’ambiente”. E questo sarebbe “turismo”?

Parla Pierpaolo Fois, ingegnere di Quartucciu.

Castiadas, Monte Turno.

Oggi con la famiglia sono stato in questa località. Sorpresa! Il parcheggio a pagamento é salito, rispetto all’anno scorso, dai 5 € a 10 € al giorno.

Ormai siamo destinati a stare in casa. Non solo la continuità territoriale ci impone prezzi proibitivi sia per le navi che per gli aerei, ma oggi non possiamo andare liberamente neanche al mare a casa nostra.

Sotto le mentite spoglie della tutela delle coste e degli habitat naturali si nascondono, a mio avviso, i tentativi per scoraggiare le famiglie normali, quelle che non godono dei vari privilegi, di avvicinarsi ai meravigliosi posti della nostra isola. E per tutelare i proprietari delle case al mare, oltre Monte Turno, vedasi Cala Pira, la spiaggia vicino all’hotel dei Re sempre a Castiadas.

Con tutta una serie di strategie di divieti di sosta, nonché parcheggi annuali a pagamento per poi sparire sino all’anno successivo…. e si continua. Il tutto per allontanare la “plebe” dai posti “in”.

Torniamo a Monte Turno. Passi che si paghino i 10 euro, mi chiedo: per quali servizi? Si crea occupazione? Nulla di tutto questo. Occupazione uguale a zero.

C’é un “mangia monete” e basta, pari a 5 euro per mezza giornata e 10 euro per l’intera giornata. Tra l’altro questo sistema é illegittimo perché ci dev’essere o il cambia monete o il POS per pagare con il bancomat. L’utenza non può fare 50 Km per giungere sul posto per poi andar via poiché gli è impedito di pagare. Chi si vede multato può fare ricorso, certo di vincerlo e chiedere anche rimborso delle spese legali.

Come potete vedere dalla foto, su uno sterrato oltre 6000 metri quadrati e con oltre 500 macchine, non c’era una persona che regolamentasse il traffico. Ho assistito, per fortuna in un momento di tranquillità, a veicoli che non potevano andare avanti o indietro perché mancava un senso di circolazione nelle corsie.

Mi domando: e se partisse un incendio, cosa succederebbe? Un disastro. In questo parcheggio mancano le misure minime di sicurezza. Non c’era un estintore, non c’era uno straccio di nulla che indicasse in caso di emergenza cosa fare.

Senza entrare nello specifico di altri profili, questa attività non rispetta le condizioni minime di sicurezza. Il Decreto ministeriale 1° febbraio 1986 (G.U. n. 38 del 15 febbraio 1986) punto 7 prevede che per ogni 100 veicoli ci debba essere un idrante.

Se ci dev’essere un idrante ci devono essere anche i serbatoi che contengono l’acqua e ci dev’essere un sistema di pompaggio con motori muniti di gruppi di continuità. Se ci fosse tutta questa attrezzatura dovrebbe esserci qualcuno che la manovra in caso di emergenza. Ma nulla. L’unica cosa che certa é che il comune e la società che gestisce il pagamento incassano.

Speriamo che non capiti nulla ma è assolutamente prevedibile che d’estate si possa sviluppare un incendio.

A fronte dei 10 euro quali servizi ci sono in spiaggia? Nessuno. Il salvamento a mare é pagato dalle concessioni date per la gestione dei due chioschi e ombrelloni a pagamento. Ci sono servizi igienici? Manco in fotografia.

Poi ci parlano di turismo di qualità, ma fatemi il piacere!

Iscarica custu articulu in PDF

Redazione SANATZIONE.EU

Be Sociable, Share!

    Commenta



    Per la pubblicazione i commenti dovranno essere approvati dalla Redazione.