Bene Solinas (PSD’AZ), ma rischi dagli alleati

Bene Christian Solinas (PSD’AZ). L’intervista tenuta presso La Nuova dal senatore sardista offre diversi spunti attesi da tempo per il rilancio dell’economia sarda, tra cui la volontà di ridurre il costo del lavoro. Pesa l’incognita derivante dalle scelte degli alleati che vanno in direzioni opposte, soprattutto i 5 Stelle. Importante sostenere il ministro Tria. Vediamo alcuni temi.

Di Adriano Bomboi.

L’intervento di Christian Solinas, senatore del Partito Sardo d’Azione, presso il quotidiano La Nuova, segna un piccolo ma importante punto di svolta nello scarno dibattito sull’economia dell’isola, perché espone alcuni importanti temi per cui da tempo questo spazio, inascoltato, si batte.
Tra questi vi è la necessità di ridurre il costo del lavoro. Ricordiamo che il solo cuneo fiscale ha raggiunto il 47,7%, di quasi 12 punti sopra la media OCSE (tempi non idonei invece per parlare di decentralizzazione salariale, argomento necessario ma ancora tabù per tanti).

Bene inoltre Solinas anche su altri due punti fondamentali: uno riguarda la volontà di sperimentare nuove configurazioni della zona franca da adottare nell’isola, sebbene sia importante denunciare la mancata applicazione del famoso decreto 75/98; l’altro attiene alla necessità di riformare lo statuto autonomo regionale per inserire il tema della lingua sarda, unico concreto strumento con cui iniziare a difendere meglio la nostra cultura dal nazionalismo italiano che ha eradicato lingua, storia e persino geografia sarda dalle nostre scuole, con relativi ritardi nella formazione dei nostri studenti, rimasti indietro persino nella comprensione degli idiomi esteri.

Controverso invece il tema della metanizzazione: benché sia necessaria per potenziare la differenziazione energetica dell’isola, con il relativo beneficio sul mercato locale, i 5 Stelle al governo non la ritengono utile, preferendo puntare sulle energie rinnovabili, ma che con ogni probabilità non saranno efficienti in tempi brevi. Solinas diverge dagli alleati grillini riconoscendo quantomeno l’utilità di approvvigiornare l’isola di gnl tramite navi metaniere.

Non meno importanti sono i punti di contrasto esistenti all’interno della compagine di governo che rischiano di minare l’azione sardista: basti osservare la probabile perdita di posti di lavoro derivanti dal “decreto dignità” proposto da Di Maio, che avrebbe forti ripercussioni anche in Sardegna in una fase in cui non possiamo permetterci simili iniziative. E persino il rifiuto del CETA proposto dai 5 Stelle, il trattato di libero scambio tra Italia e Canada, che da settembre ad oggi ha visto un incremento dell’export pari all’8%, di cui anche la Sardegna può beneficiare.

Dubbi però arrivano pure dalla critica alle istituzioni finanziarie internazionali, su cui la Lega ha investito parecchia propaganda. Si tratta di una linea che, qualora approfondita, proprio in piena guerra commerciale, finirebbe per alimentare il solco dei ritardi della nostra già fragile economia. In questo chiediamo più coraggio a Solinas nel non conformarsi alla retorica sovranista, poiché la credibilità di un sistema economico passa anche per il suo grado di efficienza e di apertura nei mercati.
Il ministro Tria è perfettamente a conoscenza di questi limiti, specie quelli che deriverebbero in ragione di spese prive di copertura, e necessita di alleati politici contro gli avversari interni, soprattutto grillini, che in autunno potrebbero mettere a rischio la sua posizione.

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U.R.N. Sardinnya ONLINE

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