L’autunno dei Sardi – Di Ivo Murgia Secci

Il 22 settembre tornerà l’autunno. Come ogni anno.
Oggi, molti ragazzi sardi tornano a scuola. Ad attenderli non ci sarà la scuola sarda ma la scuola italiana in Sardegna. Si parlerà di storia, geografia, lingua e cultura italiana. Grande assente la Sardegna, la sua storia e la sua cultura. Avremo un’altra generazione che sa tutto sugli Etruschi e nulla sui Nuraghi, conoscerà Mazzini e Garibaldi ma non Mariano IV o Giomaria Angioy, Alessandro Manzoni ma non Benvenuto Lobina. Ignorerà di essere un’isola al centro del Mediterraneo, tra Africa, Europa e Asia e si percepirà come il sud di una penisola. Crescerà convinta di essere qualcosa che non è, di essere la periferia di qualcun altro piuttosto che il centro di se stessa. Guarderà con occhi altrui il mondo e lo misurerà secondo le misure che le sono state insegnate. Il suo ‘noi’ sarà qualcun altro al di là del mare.
L’eventuale insegnamento di lingua e cultura sarda sarà lasciato alla buona volontà di singoli professori, nonché di esperti esterni sottopagati e sottovalutati.
Il 26 settembre tornerà anche la guerra a farci visita. Teulada sarà nuovamente bombardata per consentire le consuete ‘esercitazioni a fuoco’. Un paradiso terrestre deturpato dalla violenza dell’uomo, un angolo tra i più belli della nostra terra devastato ancora una volta dai militari.
Solo a un folle potrebbe venire in mente di giocare alla guerra in un posto così bello, in un’isola già piagata e martoriata dalla innumerevoli servitù militari italiane. 35 mila ettari di suolo sardo, rubato ai sardi e dato in affitto a stati e privati per venire qui a sperimentare le loro armi, come ci ricorda il documentario ‘Materia oscura’.
Presenze più che mai sgradite e indesiderate in una terra di pace, a vocazione turistica, votata allo scambio e alla convivenza pacifica tra i popoli del Mediterraneo e della terra. Una presenza che non ci appartiene e che non vogliamo più nella nostra terra, per troppo tempo assoggettata a interessi altrui, molto diversi dai nostri.
L’autunno finirà. Finirà quando riacquisteremo il rispetto di noi stessi e saremo finalmente maturi da assumerci la responsabilità del nostro destino, senza delegare a nessun altro il nostro cammino.
Quando rispetteremo noi stessi, rispetteremo anche questa terra. Se lo merita, e ce lo meritiamo noi.
Il 21 marzo tornerà la primavera. Ma non importa se non sarà proprio il 21 marzo. La nostra primavera verrà e saremo noi che l’avremo deciso.

Ivo Murgia Secci.

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