Sardex a rischio? Cappellacci dona 20 milioni di euro a privati senza bando

Articolo aggiornato (27-03-13, ore 16:00).

Sardex è una delle realtà imprenditoriali più interessanti degli ultimi anni, perché attraverso una moneta complementare è riuscita a connettere l’offerta e la domanda di beni fra associati. Ma il problema è la Giunta Cappellacci, ancora una volta dedita alla propaganda, e che stavolta rischia persino di trascinare nel fango una positiva realtà economica come questa (promossa anche grazie a degli indipendentisti).
Stando agli intenti della Regione infatti verranno immessi 20 milioni di euro nel circuito Sardex, di cui potranno avvantaggiarsi migliaia di disoccupati Sardi intenzionati ad avviare qualche nuovo progetto occupazionale.

Ci sono diversi quesiti da fare al riguardo, posti anche da Manca Democràtica, e che lasciamo al buonsenso dei lettori:

1) La Regione ha emanato un regolare bando per stabilire la devoluzione di soldi pubblici (anche se indirettamente) a dei privati?
2) Che posizione terrà l’Unione Europea in relazione alla normativa sugli aiuti pubblici ai privati?
3) Nei prossimi anni l’UE imporrà alla Regione di recuperare da Sardex i fondi impiegati?
4) La Regione come coprirà il costo attuale dell’operazione?
5) Quali criteri verranno stabiliti per individuare i disoccupati a cui devolvere i benefici del Sardex?
6) Inoltre: Sardex ha tenuto conto del fatto che la Giunta Cappellacci è al tramonto del suo mandato da parte degli elettori?
7) Che futuro concreto ha questa iniziativa?

8 ) Per i sostenitori del Sardex che hanno argomentato la non necessità del bando (e nessun rischio da parte UE) vale comunque il quesito: A cosa serve ad un disoccupato una social card da 500 euro al mese? Potrebbe essere utile solo ai soci di Sardex che si vedrebbero beneficiari reali del fondo di 20 milioni di euro e non il singolo disoccupato, che certamente non risolverebbe i suoi problemi occupazionali.

Riflettiamoci bene.

Afferma Giùliu Crechi, membro del comitato Fiocco Verde (per l’Agenzia Sarda delle Entrate):

“Non conosco le modalità con cui hanno programmato la spesa, ma se fossi stato io a farlo, in base alle norme vigenti e capitalizzando il tutto, avrei fatto in maniera che anche la Regione “fornisse” al circuito dei beni e/o servizi propri a cui far rientrare i Sardex, azzerando di fatto il “debito”. Alcuni servizi propri non rientrano nel patto di stabilità, né nella contabilità generale, ma solo in quella “interna”, per cui è sufficiente fare dei piccoli provvedimenti in consiglio per poterli legittimare. Non sono operazioni difficili, basta che si sappia cosa si sta facendo. Conosco Gabriele (responsabile di Sardex) e so che è in gamba e sa cosa sta facendo, ma non so altro, solo che se si fanno bene le cose questo si può farlo. In pratica il funzionamento è quello delle monete locali, con cui i cittadini possono scambiarle anche con i servizi comunali, in certe quantità e modalità”.

Sul tema: Il Sardex tra baratto e social card.

Di Marco Corda.

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U.R.N. Sardinnya ONLINE – Natzionalistas Sardos

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