Buone ferie dalla discarica blu – Pausa estiva

Gentili Lettori,

Vogliamo spostare la vostra attenzione su due temi, tra i vari, a noi abitualmente cari: l’ambiente ed il senso civico. E si tratta di argomenti che non possono essere circoscritti alla sola stagione balneare. Nella nostra isola infatti il problema delle micro-discariche abusive è ancora molto attuale, chiunque abbia occasione di spostarsi nel territorio con l’automobile non può non notare la scia quasi infinita di rifiuti ai bordi delle strade, ed ancor di più, nelle piazzole di sosta. Lo spettacolo è davvero indecoroso, si tratta di un chiaro indice di quanto sia ancora “acerbo” il senso civico dei nostri concittadini ma anche di svariati turisti, tutti consapevoli dell’assenza di prevenzione e di efficaci sanzioni da parte delle istituzioni locali. La singola cartaccia gettata per terra ne è inequivocabilmente il principio.
La vocazione altamente turistica della Sardegna contrasta frequentemente con la scarsa attenzione che viene dedicata al territorio: la mentalità ricorrente è quella di considerare le aree pubbliche come “di nessuno”, e di sentirsi autorizzati ad abusare di esse lasciandovi rifiuti di ogni sorta, con la (finta) ingenua speranza che qualcun altro si occupi di ripulirle.
Ciò ha portato ad avere una quantità impressionante di rifiuti sparsi a macchia di leopardo sulla nostra rete viaria, e il fatto che Anas e Comuni (da tempo immemore) si rimbalzino le responsabilità e si attribuiscano l’un l’altro il dovere di rimuoverli, non fa che peggiorare la situazione.
Secondo alcune fonti di stampa, in Gallura, nella principale arteria che porta verso Sassari, vi sarebbero ben 64 discariche abusive. Tra Oristanese e Meilogu sarebbero oltre 200.
Purtroppo, non sono solo le strade le vittime di questo malcostume tipicamente “terzomondista”. Cumuli di rifiuti si possono trovare anche in zone di primaria importanza per l’isola, perché ne costituiscono il principale biglietto da visita di quella fascia di turismo prevalentemente estivo: il mare con le sue spiagge, ma anche la vegetazione contigua a queste località, come le pinete.
Pensate, nel Comune di Thiniscole (NU), nella pineta di “Sa Petra Ruja” esiste addirittura un tubo fognario in bella vista (olezzo incluso) che diffonde liquami inquinanti nel terreno circostante (Fonte: La Nuova Sardegna, 02-07-2010). Senza che la cosa desti interesse nelle autorità nonostante le continue lamentele di chi risiede vicino ad uno dei migliori polmoni verdi del territorio. L’aspetto singolare è che il presidente del consiglio comunale (Rocco Celentano), sebbene sia stato anche assessore all’ambiente nella legislatura provinciale appena trascorsa, nonché promotore di alcune iniziative tese alla salvaguardia del comune patrimonio naturalistico, è uno dei responsabili dei ritardi sull’adozione della raccolta differenziata (una vergogna ecologica unica in tutta la Baronia) e lo stesso che ha dato il voto decisivo (in una maggioranza che si regge su un solo consigliere di differenza) acché si edifichino strutture alberghiere – non antistanti – ma dentro la pineta di Santa Lucia di Siniscola. Ma fossero tutti così i problemi.
Di recente abbiamo assistito ad un pessimo spettacolo, un triste esempio per tutta la Sardegna: una discarica a cielo aperto proprio all’ingresso della spiaggia di Budoni (OT), uno scenario veramente deprimente condito da rifiuti metallici, vetri rotti, vasche da bagno, addirittura bombole di gas. Il tutto proprio nel percorso obbligato che i turisti svolgono abitualmente verso la spiaggia.
Una vergogna che contrasta, paradossalmente, con l’immagine di efficienza e di sviluppo che il tessuto urbano – entrato nell’orbita della nuova provincia gallurese – ha cercato di darsi nel corso degli ultimi anni.
Naturalmente, anche se in tono minore, queste scene si possono ritrovare in tantissimi punti turistici di particolare pregio e pubblico interesse, sia marini che montani, e ciò che ne viene fuori è un’immagine complessiva davvero miseranda della coscienza civica e del progresso culturale dei Sardi in materia ambientale.

Argomento di attualità, connesso alla disponibilità ambientale per finalità turistiche che ha fatto molto discutere, è stato certamente quello dell’assegnazione delle “bandiere blu” alle località marine italiane.
Come sapete, ci sono state grandi polemiche per il posizionamento della Sardegna in fondo a questa classifica, con solo 2 Bandiere Blu conseguite. Ma è utile approfondire in breve l’argomento per sfatare varie strumentalizzazioni ed inesattezze che si sono sentite in TV.
Innanzitutto il regolamento: la Federazione per l’Educazione Ambientale, l’ente che assegna le Bandiere Blu, richiede che i comuni presentino la loro candidatura alla valutazione della località, pertanto essa non viene fatta a tappeto su tutte le spiagge, ma solo sulle amministrazioni che ne abbiano fatto formale richiesta.
Tale valutazione ha un costo, relativamente modesto, sia se riferito a una sola località (340 € annuali), sia se moltiplicato per tutti i comuni che si affacciano sul mare in Sardegna (una 50ina). La spesa è sostenuta in parte dalla Regione, il resto è a carico dei Comuni.
In Sardegna solo 5 comuni hanno proposto la loro candidatura per l’ottenimento della Bandiera Blu, e 2 di questi sono stati premiati. Se tutte le località di mare ne avessero fatto richiesta, probabilmente le bandiere sarebbero state almeno 15, ma appare subito evidente quanto gli amministratori non abbiano ben chiaro quanto la promozione della località sia fondamentale per aumentare il flusso turistico verso la stessa.
Una recentissima conferma alle nostre considerazioni arriva dalla classifica “Vele Blu” stilata da Legambiente (organo comunque alquanto politicizzato), che vede la nostra Isola saldamente al comando fra le regioni Italiane, con una media di 3-4 punti su 5, ricavata dalla valutazione di tutte le località balneari.
Nonostante l’ottimo risultato, il raggiungimento della media di 5/5 rimane quasi impossibile, in quanto il mare non è l’unica ricchezza che viene valutata: assieme ad esso si rilevano le condizioni ambientali, i servizi e le infrastrutture.
Eppure, il fatto di non avere troppi servizi a ridosso delle spiagge (auspicheremmo a congrua distanza), almeno a nostro avviso, è certamente un’aspetto positivo perché preserva la bellezza della natura, ma è proprio sulle condizioni ambientali che si manifestano le note dolenti del degrado sopra descritto.
Le nostre zone turistiche, salvo lodevoli eccezioni, non brillano per pulizia degli arenili e dei relativi ambienti. Certamente sfigurano con gli altissimi standard ecologici dei paesi del centro-nord Europa.
Questo ovviamente ha un impatto profondamente negativo persino sul ricordo dei turisti che, incantati dagli splendidi scorci che offrono le nostre coste o le nostre montagne, rimangono assai interdetti quando si trovano davanti a questi segni di inciviltà, per loro assolutamente incomprensibili. Pesa inoltre la consapevolezza di non poter guardare al Mediterraneo come metro di paragone per lo sviluppo di una industria turistica di eccellenza, in quanto si rimane circoscritti nella discutibile realtà italiana in materia di tutela e promozione turisticoambientale.
Ci fa piacere, comunque, segnalare le località Sarde che si sono distinte in questa classifica raggiungendo i 5/5, se non altro per rendere onore al merito. Si tratta dei comuni di Bosa, Baunei e Posada (più precisamente “San Giovanni”), in cui tuttavia risultano ancora pochi gli interventi di recupero dell’arredo urbano; della qualità viaria e delle imprese di ricezione locali.
Vogliamo rendere omaggio anche alle altre 11 località hanno preso 4 vele su 5, con l’auspicio che, di anno in anno, il numero di comuni degni di tale lusinghiera valutazione aumenti costantemente (e non solo per motivanti politiche interne): Arbus, Domus de Maria, Pula, Villasimius, Sant’Anna Arresi, Orosei, Siniscola (La Caletta), Cabras, Arzachena, Santa Teresa di Gallura e Alghero.

In conclusione, vogliamo ricordarvi che nei prossimi mesi si terrà il referendum sulla possibilità di avere depositi di scorie o centrali nucleari in Sardegna. Il movimento Sardigna Natzione sta lavorando su un Comitato di opposizione a questa possibilità. Vi terremo informati. Purtroppo, una buona parte dei danni ambientali a carico della Sardegna sono generati dallo Stato.

I nostri sinceri auguri di Buone Ferie!

Di Floris Maurizio.

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U.R.N. Sardinnya ONLINE – Nazionalisti Sardi

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