La resa dei conti: contributi intellettuali alla letteratura autonomistica

Lieto di evidenziare che il libro “Problemi economico-finanziari della Sardegna” (Condaghes 2019) ha offerto un contributo all’evoluzione della letteratura autonomistica sarda, che finalmente esce dal campo delle astrazioni per osservare numeri e potenzialità del territorio.

Grazie all’editore, abbiamo aperto nuove strade nell’approccio ai temi economici la cui sfida viene oggi raccolta da gruppi come “Sardegna in prospettiva”, di Gianni Carboni. Con l’obiettivo di aggiornare e approfondire gli argomenti proposti, i quali hanno come base la guerra all’assistenzialismo e la ricerca della competitività di un territorio che ha necessità di uscire dalle sabbie mobili del sottosviluppo.

Nel XII° capitolo, dopo aver esaminato tutti i maggiori punti critici del settore primario, secondario e terziario della nostra economia, il libro ha introdotto cinque punti fermi da cui partire, destinati ad impattare su ogni futura proposta politica autonomistica, federalistica o indipendentistica. Vediamoli:

1) il residuo fiscale negativo dell’isola, per quanto impreciso nei parametri che lo determinano, non può essere più ignorato, sottovalutato o delegittimato, serve un’assunzione di responsabilità;

2) il residuo fiscale fotografa, come un’istantanea, il contesto sociale, culturale, economico e istituzionale corrente. Il dato pertanto potrebbe mutare al variare del contesto suddetto, sia in termini positivi che maggiormente negativi (ad oggi “Sardegna in prospettiva” sta esplorando tali opzioni);

3) il residuo fiscale negativo, in ragione del contesto attuale in cui si è manifestato, non rappresenta un dato immutabile e ineluttabile. Si esce così dall’ottica assistenziale che ha sin qui contraddistinto politici, intellettuali e purtroppo anche noti accademici ed enti locali di ricerca, nell’osservazione dei nostri conti pubblici, col tentativo di riformare un tessuto socio-istituzionale che in prospettiva può migliorare (o persino peggiorare) la condizione economica della nostra collettività;

4) il tasso di incidenza della spesa pubblica sul PIL dell’isola (incluso quello del settore pubblico allargato) è un ulteriore e fondamentale tassello su cui andrà calibrata ogni policy di riforma, che passerà inevitabilmente per una razionalizzazione della spesa pubblica verso ambiti a maggior valore aggiunto. Un processo senza il quale non si potrà intraprendere alcuna speranza di crescita;

5) il volume di entrate dell’isola non è un parametro con cui stabilire un’ipotetica capacità di autodeterminazione della Sardegna, in quanto una fetta di tali entrate deriva dai versamenti di soggetti beneficiari di trasferimenti pubblici (ad esempio, dipendenti pubblici statali e pensionati retributivi).

Questi cinque punti, inevitabilmente, aprono anche la strada ad una riforma generale delle proposte politiche di natura autonomistica, federalistica e indipendentistica sin qui manifestatesi nell’isola, che necessitano di ricalibrare la propria offerta all’elettorato.

Consigli al lettore?

Diffondete il nostro libro, il primo ed unico nel suo genere, e consultate le ultime osservazioni di “Sardegna in prospettiva”, tra cui il video dal titolo “La resa dei conti”, con Franz Forti e Carlo Sanna: https://bit.ly/Sardegna_La-Resa-Dei-Conti

Buone feste!

Adriano Bomboi.

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U.R.N. Sardinnya ONLINE

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