Regionali ’92: Arriva la vertenza entrate. Ed ecco perché Soru ha ceduto 5 miliardi di euro

“Contro la rapina fiscale dello Stato, perché le nostre tasse non servano più a rimpinguare soltanto lo sviluppo delle Regioni del nord Italia”.

Così Angelo Caria, storico esponente del Partidu Indipendentista Sardu, poi diventato Sardigna Natzione, portava negli anni novanta il tema della vertenza entrate: la rapina miliardaria compiuta dallo Stato contro la Regione Sardegna, che non restituiva ai Sardi i soldi delle sue tasse, come stabilito dallo Statuto Autonomo. L’incredibile sottrazione di denaro dei contribuenti Sardi avvenne con la complicità di tutti i maggiori partiti italiani presenti nel Consiglio Regionale dell’isola, dalla DC al PCI, incluso il PSI. In particolare, sarà la Giunta di Antonello Cabras (oggi PD, ieri PSI), attiva dal 13 novembre 1991, e riconfermata nel 1992 dopo le dimissioni fino al 10 giugno 1994, a perpetuare la cessione di denaro pubblico a Roma. Il tema della vertenza entrate fu ben presente fin dagli anni ’80, quando sardisti e indipendentisti iniziarono a sollevare pubblicamente il tema. Soprattutto alla luce di un vecchio studio della Fondazione Agnelli, che all’epoca registrò l’asimmetrica relazione fiscale fra l’isola e lo Stato. Il paradosso fu che i Sardi non poterono reinvestire il proprio denaro nello sviluppo del territorio, che finiva così nelle casse dell’erario di Stato, non di rado usato per finanziare infrastrutture in terze Regioni, mentre parallelamente la partitocrazia italiana in Sardegna perpetuava dinamiche clientelari ed assistenziali, con episodici fenomeni di corruzione, deputate a consumare ricchezza.

Per quasi venti lunghi anni l’indipendentismo è rimasto inascoltato, posto ai margini del dibattito politico da una classe dirigente mediocre, incapace di tutelare l’autonomia regionale e propensa a ridicolizzare qualsiasi tematica relativa all’autogoverno. Rimangono nella memoria i sorrisi di vari esponenti politici centralisti nel momento in cui uomini come Caria, nelle trasmissioni delle emittenti locali, articolavano la complessa natura dei problemi che tutt’ora riguardano l’isola.
La questione della vertenza entrate torna a presentarsi molti anni più tardi, nel 2004, quando l’elezione della Giunta Soru alimenta una campagna elettorale all’insegna di tematiche autonomistiche, purtroppo mai seriamente approfondite. E’ in tale contesto che il movimento IRS, nato da Sardigna Natzione, pone con forza il problema fiscale presso la maggioranza uscita vincitrice dalle urne. E sarà quindi l’assessore alla programmazione e al bilancio Francesco Pigliaru il principale regista dell’accordo Stato-Regione che portò Roma a riconoscere la dimensione del maltolto. Dimensione che in realtà fu fatta risalire ad un arco di tempo di poco superiore oltre il decennio, a fronte di una secondo dopoguerra in cui non è chiaro quale sia stato l’effettivo importo del debito maturato fino al 2006, anno in cui prende vita l’accordo. E’ facile ritenere che il debito reale dello Stato non poteva essere ridotto ai circa 10 miliardi di euro allora stimati. Eppure chiediamoci: perché la Giunta Soru-Pigliaru rinunciò alla metà dell’importo accettando un compromesso al ribasso che prometteva all’isola la restituzione di soli 5 miliardi di euro? 5 miliardi sono una cifra imponente, non si tratta ovviamente di 500 milioni di euro. L’entità dei danni alla Sardegna è stato ingente. Alla base di questa scellerata decisione vi fu una duplice motivazione politica. La prima fu quella classica che contraddistingue i ritardi culturali delle amministrazioni centraliste della Sardegna. E consiste nello sviluppare un accordo con un presunto “governo amico”, dello stesso colore politico. Non a caso Soru sviluppa l’intesa con l’allora governo di centrosinistra Prodi. La seconda motivazione politica che portò beneficio a Roma e danno a Cagliari fu una mera motivazione di propaganda interna, Soru cercò di portare a casa un risultato, di qualsiasi natura. L’accordo si è rivelato ovviamente una vittoria di Pirro, soprattutto in ragione della mancata restituzione dell’importo residuo nel corso degli anni da parte dello Stato. E ancora una volta con la complicità di una maggioranza regionale, stavolta di centrodestra, succeduta all’amministrazione Soru. Infatti l’inquisito Cappellacci non mosse un dito nei confronti del vecchio governo Berlusconi per una solerte soluzione della vicenda. Nel complesso entrambe le aree politiche italiane hanno sottratto denaro dei Sardi, sia decurtando l’importo inizialmente stimato, sia rallentando la restituzione di quello residuo promesso.

Oggi c’è da auspicare che l’area sovranista (ma anche quella sardista, qualora entrasse nella nuova coalizione elettorale guidata da Francesco Pigliaru), tenga ben presente al nuovo candidato del centrosinistra – a cui facciamo comunque gli auguri per l’impegno assunto – che il PD non ha alcuna credibilità morale e programmatica. In considerazione tanto dei 33 indagati per peculato, quanto dell’assenza di contenuti politici circa la difesa e lo sviluppo della sovranità regionale. E naturalmente chiunque voglia esprimere una seria preferenza elettorale dovrà evitare il PD orientando il voto sulle sigle sardisto/sovraniste, e verso quelle indipendentiste che non si presentano alle prossime regionali di febbraio alleate con partiti italiani.

Adriano Bomboi.

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U.R.N. Sardinnya ONLINE – Natzionalistas Sardos

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    3 Commenti

    • [...] sulla base di uno studio della Fondazione Agnelli, e che solo durante la Giunta Soru, oltre venti anni dopo, ha trovato parziale accoglimento. Più articolato invece il discorso sul tema dell’energia e [...]

    • C’e’ da chiedersi PERCHE’ solo Soru e Pigliaru misero su la vertenza entrate …quanto alla somma di 5 miliardi , il comportamento della giunta Capellacci che NON VOLEVA ATTUARE l’accordo , con la scusa che era privo di regolamento ( fatto poi bocciato dalla Corte Costituzionale ) ha ridotto i 5 miliardi ad 1,2 miliardi , ma lo stato Italiano NON HA MAI MESSO questa posta nel suo bilancio …..MA DI QUESTO NESSUNO NE PARLA !!!!!!!

    • [...] primi anni ’90 guidò la Regione mentre era in atto il problema che oggi conosciamo come “vertenza entrate”: i soldi pubblici dei sardi prendevano il volo verso Roma senza tornare indietro. Non paghi [...]

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