Morire due volte

L’omicidio di Daphne Caruana Galizia è doppiamente grave perché mostra il volto del potere che vive all’ombra delle democrazie contemporanee: la donna infatti non è morta in qualche anonimo quartiere russo o messicano per aver pestato i piedi all’oligarca o al narcotrafficante di turno, è morta nell’Europa del 2017 per aver esercitato il ruolo che nei sistemi liberali spetta alla stampa libera: quello di porre il potere sotto la lente di ingrandimento al posto di assecondarlo.
Ma c’è di più…

Di Adriano Bomboi.

Daphne Caruana Galizia veniva considerata una delle donne più pericolose d’Europa. Nelle sue indagini aveva scoperto che la Repubblica di Malta è diventata la nuova cassaforte della corruzione politica e finanziaria del vecchio continente. Nel senso che diversi nomi in vista, non solo maltesi (come ad esempio la moglie del premier Muscat), hanno o avrebbero trovato nell’isola un comodo riparo da sguardi indiscreti.

Bisogna precisare che l’aver creato un piccolo spazio di libertà, a Malta, non è affatto un delitto. Ogni comunità dovrebbe avere il diritto di ospitare i capitali di chiunque senza subire l’influenza di alcuni Stati il cui unico obiettivo è mettere le mani sulla ricchezza altrui, cioè degli imprenditori che scelgono proprio luoghi come Malta per non finire dissanguati dal fisco dei Paesi di provenienza (nel 2016 l’isola ha raggiunto la quota di circa settantamila imprese registrate).
Le cose però si complicano quando in questi legittimi interessi si inseriscono anche quelli politici, a base di corruzione e a spese dei contribuenti, creando un sistema di potere che, con ogni probabilità, è lo stesso che ha scelto di dare “una lezione” alla sfortunata giornalista.

L’omicidio di Daphne Galizia è doppiamente grave perché mostra il volto del potere che vive all’ombra delle democrazie contemporanee: la donna infatti non è morta in qualche anonimo quartiere russo o messicano per aver pestato i piedi all’oligarca o al narcotrafficante di turno, è morta nell’Europa del 2017 per aver esercitato il ruolo che nei sistemi liberali spetta alla stampa libera: quello di porre il potere sotto la lente di ingrandimento al posto di assecondarlo.

Ovviamente nessuno in Italia sarà interessato a cogliere queste sfumature: la marmaglia politica continuerà a chiedere più controlli fiscali, alimentando indirettamente la fuga dei capitali verso vecchi e nuovi paradisi celati all’erario (salvo ricorrervi a telecamere spente); mentre la nostra stampa “libera”, che spesso è succube della politica e non vale un grammo della giornalista maltese, si limiterà a beatificare Daphne per il suo coraggio senza analizzare gli aspetti che hanno condotto a questa situazione.

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