Democrazia, britannici e cetrioli

Di G.B. Sanna.

Il maestro delle elementari diceva “democrazia…il potere viene esercitato dal popolo tramite i suoi rappresentanti liberamente eletti…”. Gli abitanti delle Isole Britanniche sono “popoli strani”, sempre in lotta fra loro, svelti a decidere, a proporre, a risolvere. Sono l’esempio riconosciuto della democrazia moderna, i primi a inventare il parlamento moderno, i sistemi di produzione, il lavoro retribuito, le organizzazioni sindacali. Non possiedono una costituzione scritta, una Corte costituzionale, le leggi le fa il Parlamento. Non esiste un apparato burocratico amministrativo di peso. Il rapporto che i cittadini hanno con lo Stato è immediato, personale e diretto, in special modo nei piccoli borghi.

Uniti da una Corona sono andati in giro per il mondo a insegnare rigore religioso e democrazia. Nel loro peregrinare hanno ricercato il tornaconto, invaso terre, depredato uomini e cose, lasciato disastri e qualche richiamo di libertà. I popoli delle Isole Britanniche sono stati richiamati in Europa, perché di loro, si raccontava allora, non si poteva fare a meno. Per rispondere si, hanno preteso enormi privilegi e distinzioni. Eppure si sono spaventati e hanno preteso la restituzione della loro libertà, ancora di più la loro dignità. Che cosa li ha spaventati? A quei popoli semplici che vivono nella campagna, non nella grande metropoli, sparsi nelle isole, li ha spaventati l’insana pazzia europea. La pazzia dell’Europa è la stupida burocrazia. La burocrazia è un fatto europeo. La burocrazia appartenne alle monarchie assolute, alla Germania ed all’Austria del Metternich, alla rivoluzione francese, all’Italia dei Savoia, alla Spagna, alla Grecia, agli stati dell’Est. I popoli delle Isole Britanniche non conoscono questa burocrazia. Il diritto europeo, lentamente e inesorabilmente, ha scritto le norme dei popoli liberi, si è presentato con effetti devastanti sulla loro coscienza. Vivevano nella fiducia, non erano spiati, vessati, abituati al confronto che deve lo Stato ai cittadini. Anche i politici non contano poi molto, finito il mandato ritornano a casa a riprendere il loro mestiere. In Europa, al contrario, governa la burocrazia. Cosa significa che la burocrazia governa? Significa che è la burocrazia che gestisce la politica.

L’Unione Europea sono le Sotto Commissioni, le Commissioni, la Commissione che scrivono, propongono e attuano i programmi, i regolamenti e le direttive. La Commissione riceve e porta al voto del Parlamento lo strutturato dalle lobby che agiscono sui burocrati che stilettano la norma. E così avviene che i parlamentari votano su quanto deve essere lungo un cetriolo, della sua forma, della coltivazione, della consistenza e della lucentezza, della raccolta, degli aspetti fitosanitari e patologici, come si deve presentare alla vendita, della confezione, dell’etichettatura, in tutti i più sperduti luoghi dell’Unione Europea deve risultare simile per essere chiamato “cetriolo”. Avviene così che la stupida burocrazia europea si impone sulla stupida burocrazia degli Stati membri, che obbliga la stupida burocrazia delle Regioni, che assilla la stupida burocrazia dei Municipi. Alla fine nel più piccolo e disperso comune d’Europa un agente di polizia sanziona l’indifeso cittadino per non avere rispettato le norme sul cetriolo inventate da lui stesso.

La stupida burocrazia non parla, si presenta con moduli, stampati, oggi anche via telematica, richiama norme minuziose, procedure estenuanti, si autoalimenta, si crea per distruggere, necessita di un nemico. Il suo nemico è il cittadino, non è l’oligarchia, il potente di turno, il barone mafioso, le multinazionali, le banche. Il suo nemico è il piccolo imprenditore, l’artigiano, il coltivatore diretto, il lavoratore, il pensionato, il malato, l’indifeso. Impera negli uffici pubblici, quando l’ultimo ha bisogno di aiuto risponde non con parole per dare conforto, ma con procedure anonime e anodine. Si vanta, si nutre, prospera, appare rigorosa e sanziona. La burocrazia è un usciere, un applicato, un ispettore, una guardia. La burocrazia si nasconde e spia, ci individua e ci obbliga a seguire le sue prassi. Mostra la sua potenza e la applica. Prospera nei tribunali, negli enti pubblici, nelle aziende sanitarie, negli enti, nelle agenzie, negli ispettorati, nelle soprintendenze, la peggiore è quella dei ministeri, degli assessorati regionali e comunali. Per merito della burocrazia il ministro si presenta alla nazione, l’assessore alla regione o al comune. Senza il compito scritto dal burocrate il ministro non saprebbe di cosa parlare, cosa inaugurare, cosa proporre.

Alla stupida burocrazia hanno avuto il coraggio di dire no i popoli delle Isole Britanniche che ancora hanno la grande fortuna di credere nella democrazia. Hanno avuto coraggio. Il coraggio che gli italiani non hanno mai avuto e che meno che meno hanno mai avuto i popoli della Sardegna che tremano, informati dai burocrati, al solo pensarlo.

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