Ci lascia Pinuccio Sciola

Ci lascia Pinuccio Sciola, uno dei maggiori artisti contemporanei sardi, noto in tutto il mondo.

L’uomo che ricavò musica dal vento e dalla pietra.

U.R.N. Sardinnya ONLINE

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    1 Commento

    • Caro Bomboi,
      nel settembre del 2014 pubblicai, come e-book, una nota-studio dal titolo: «Il falso altare nuragico di Su Mulinu». Essa prese spunto dalla visita (nel dicembre 2013) ad una mostra, sbombardicchiata su vari siti sardi quale certifica di resurrezione della morta sarda cultura, per il fatto essere lo scenario, allestito presso il Museo di Villa Giulia che trovasi nella Roma “caput mundi”! Accidenti, mi dissi, dopo aver saputo essere il titolo scelto per la mostra: “La Sardegna dei 10.000 nuraghi, simboli e miti del passato”! Questi (dei vari siti grondanti entusiasmo) parlano di sdoganamento della Sardegna Antica! Ma, sarà davvero, oppure gli smaliziati continentali che nulla regalano, hanno inteso usare l’episodio come semplice riempitivo? In altra sede, se vorrai, renderò conto della validità del mio, anch’esso smaliziato dubbio!
      Ma, la presente occasione, meglio, la figura da te qui presentata, mi ha fatto sintonizzare con la motivazione prima, che fu alla base della mia determinazione nell’affermare, “senza tema di smentita”, che ciò che viene presentato nella sala “e” del Nurake è certamente da definirsi: Il falso altare nuragico di Su Mulinu! Nell’e-book, pongo in essere una disamina dei dati di scavo, delle controverse dichiarazioni degli archeologi, delle loro relazioni e fornisco un dettagliato grafico che, in certa misura, testimonia i reali dati di scavo. Ma, fondamentalmente mi colpì, di primo acchito e come uno schiaffo al buon senso, il totale discrepare da una credibile realtà, della obbrobriosa immagine (universalmente conosciuta e distribuita) che riproduce ciò che viene spacciato per altare! Tal “cosiddetto altare” è composto di tre parti: 1- quella superiore, che definii “illogica, confusa gittata di pietre e cemento”; 2- quella inferiore, ovvero la vasca di base alta quasi cm. 60; 3- quella centrale “con gli appariscenti, stucchevoli mensoloni” in parte collassati, ai quali mi ricondusse prepotentemente la immagine da te, caro Bomboi, qui sopra evidenziata; la quale parte centrale con immeritato clamore, venne detta, appunto: “disegno di una fortezza nuragica”!
      Per tranquillizzare te e l’eventuale lettore, dirò che gli archeologi allestitori della tal mostra furono perfettamente in linea col sottoscritto! Non dichiararono pubblicamente che ciò che viene offerto all’osservazione (degli ignari visitatori paganti) nella sala “e”, è un falso! No, perché le attribuzioni non sono tutte uguali! Ma, a fronte della dichiarazione dell’Ugas: «le dimensioni del manufatto sono m. 1,40 x m. 1,20 x m. 1,40» (senza rivelare l’attribuzione delle singole misure), gli archeologi, facenti capo a Sassari (l’Ugas riferiva al capo di sotto), così si espressero nel relativo catalogo: «le dimensioni del manufatto sono: lung. m. 1,345, larg. m. 1,20, h m. 0,57, spess. m. 0,10-0,175»! L’altezza di m. 0,57 è relativa alla vasca che è alla base, proprio quella da me indicata essere vicina a m. 0,60! Delle misure fornite dall’Ugas, quella di m. 1,20 RAPPRESENTA PROPRIO L’ALTEZZA DEL SUO ALTARE!
      Che te ne pare, trovi delle discordanze, caro lettore, tra m. 0,57 e m. 1,20?
      Ora, se si accettassero le conclusioni del sottoscritto (che tuttavia, residua ancora qualche dubbio sulla effettiva appartenenza all’antichità sarda della stessa vasca), ma soprattutto, si prestasse fede alle dichiarazioni di quegli archeologi professionisti, i quali tutti affermano essere il vero altare soltanto “la vasca basale” di m. 0,57, parrebbe evidente come le due parti superiori siano da considerarsi esiti di moderni esperimenti!
      Mi chiedo, io quale Sardo senza terra: Tu, Sardo che hai almeno la fortuna d’avere ancora la Tua Terra, per quanto tempo hai volontà di sopportare si calpesti il tuo passato, CHE E’ GRANDISSIMO SENZA NECESSITA’ DI TRUCCO VERUNO?
      mikkelj

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