Comunicato: PD regionale rilancia idea indipendentista su riconversione di Quirra. Ma non basta

A seguito di un incontro coi rappresentanti della Vitrociset, il segretario del PD regionale Silvio Lai ha rilanciato l’idea indipendentista di convertire il poligono di Quirra in un centro aerospaziale, proposta già effettuata alcuni anni fa dal gruppo U.R.N. Sardinnya, formato anche da militari Sardi, e nel 2012 dal sindaco di Villaputzu, l’ing. Fernando Luigi Codonesu.

Benché l’idea si inserisca nell’ambito della campagna elettorale, appare opportuno specificare i tratti salienti che caratterizzavano la nostra proposta:

1) Fra le vecchie ipotesi della Difesa destinate ad aumentare la multifunzionalità del poligono era già compresa la possibilità di effettuare ricerche in campo aerospaziale, la nostra proposta prevede invece che il poligono assuma una connotazione europea e civile, dunque aperta alla programmazione dell’ESA (Agenzia Spaziale Europea), di cui l’Italia è importante partner economico, nonché alla formazione di un campus universitario internazionale destinato alle attività di ricerca in campo civile, sottraendone così alla Difesa l’esclusività gestionale ed alimentando un indotto accademico altrimenti inesistente.
2) La riconversione del poligono di Quirra dovrebbe preventivamente includere la bonifica integrale delle aree gravate da servitù militare, autentica vergogna nel cuore dell’Europa e del Mediterraneo occidentale, previo impegno dello Stato a sanare le sue responsabilità in materia di danno ambientale. A tale proposito il sindaco di Villaputzu espose una stima di circa un miliardo di euro come impegno finanziario necessario alla messa in sicurezza della sola area terrestre rispetto a quella marina (su quest’ultima l’importo rimane da quantificare, in assenza di credibili parametri di riferimento). Il tutto a fronte del risibile impegno di Roma, che fin’ora a tale scopo ha stanziato 75 milioni di euro, risibili anche rispetto agli introiti economici incamerati dallo Stato Italiano e derivanti dalle sperimentazioni effettuate nel poligono. Diversi militari, pensiamo anche alla testimonianza di Marco Diana, hanno confermato la piena consapevolezza di certa “aristocrazia militare” sulla pericolosità combinata dell’inquinamento prodotto da tali attività.
3) L’incondizionato sostegno economico e sanitario dello Stato ai militari ed ai civili per i danni, diretti e indiretti, causati dalle attività del poligono. Nella fattispecie: A) Agli impiegati militari, per la mancata osservanza delle più comuni norme di prevenzione nella trattazione di materiale bellico nocivo a cui sono stati sottoposti, la quale, rispetto ad altre Forze Armate internazionali, è stata adempiuta nel più totale lassismo dei quadri militari preposti all’amministrazione della struttura, nonché dei vertici della Difesa, che avrebbero dovuto istruirli, equipaggiarli e monitorarli alla salvaguardia della salute. B) Ai civili, per la criminale indifferenza dei quadri militari preposti all’amministrazione della struttura, e dei vertici della Difesa, circa i danni causati alle persone, alla flora ed alla fauna terrestre e marina, all’interno e nei pressi delle servitù militari. In democrazia uno Stato ha il diritto di predisporsi alla Difesa, non certo quello di usarla a scapito dei propri impiegati e dei propri cittadini, evidentemente declassati allo stesso rango di ipotetiche minacce esterne.
4) Una eventuale base aerospaziale, benché munita di indotto universitario, non potrà sicuramente coprire le vaste esigenze occupazionali di tutti i territori (e dunque non solo di Quirra) gravati dall’eccessiva presenza di servitù militari sparse nell’isola. A tale proposito appare opportuno un sensibile smantellamento con relativa bonifica della maggior parte degli ettari (e della superficie marittima) sottoposti al demanio militare, al fine di restituirli alla naturale vocazione turistica ed agroalimentare a cui sono stati sottratti, nonché applicando l’art. 12 dello Statuto Autonomo in materia di punti franchi, affinché possano realizzarsi quelle possibilità di investimento ad oggi precluse.

Questa precisazione vuole essere anche uno stimolo alle forze politiche autonomiste ed indipendentiste Sarde per il superamento della loro persistente debolezza strutturale nel portare avanti in maniera compatta le proprie tematiche rispetto ad una politica centralista inefficace, lacunosa e spesso contigua ad interessi ostili a quelli del territorio e dei suoi abitanti.

Adriano Bomboi, Gruppo U.R.N. Sardinnya,

07-02-13.

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Natzionalistas Sardos

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