Ucraina e neoperonismo: il papa che invitò la vittima a piegarsi al male

Bei tempi quando i papi erano ancora dalla parte degli ultimi e degli aggrediti. Perché, per chi non lo sapesse, nonostante Papa Francesco abbia invitato Kiev ad “alzare bandiera bianca”, la Chiesa riconosce invece il diritto alla difesa e addirittura mediante l’uso di armi.

Ripassiamo la massima espressione del Concilio Vaticano II°, il Catechismo della dottrina cattolica (promulgato con la costituzione apostolica “Fidei depositum”). Vediamo gli articoli più esaustivi, tra i vari, al riguardo:

Art. 2265. «La legittima difesa, oltre che un diritto, può essere anche un grave dovere, per chi è responsabile della vita di altri. La difesa del bene comune esige che si ponga l’ingiusto aggressore in stato di non nuocere. A questo titolo, i legittimi detentori dell’autorità hanno il diritto di usare anche le armi per respingere gli aggressori della comunità civile affidata alla loro responsabilità.»

In base a questo articolo Zelensky sarebbe dunque pienamente legittimato ad inviare truppe contro l’invasore russo, e non certo ad arrendersi alla violenza, alla sopraffazione e alla prepotenza dell’imperialismo del regime di Putin.

Ma se tale articolo non fosse abbastanza chiaro, il 2309 si spinge oltre:

«Si devono considerare con rigore le strette condizioni che giustificano una legittima difesa con la forza militare. Tale decisione, per la sua gravità, è sottomessa a rigorose condizioni di legittimità morale.
Occorre contemporaneamente:
a) che il danno causato dall’aggressore alla nazione o alla comunità delle nazioni sia durevole, grave e certo;
b) che tutti gli altri mezzi per porvi fine si siano rivelati impraticabili o inefficaci;
c) che ci siano fondate condizioni di successo;
d) che il ricorso alle armi non provochi mali e disordini più gravi del male da eliminare. Nella valutazione di questa condizione ha un grandissimo peso la potenza dei moderni mezzi di distruzione.»

Questi articoli derivano a loro volta dalla Costituzione pastorale “Gaudium et spes”, promulgata a suo tempo da Papa Paolo VI°, tra i documenti principali del Concilio Vaticano II° (1965).

Dunque, perché Papa Bergoglio ha invitato le vittime dell’aggressione militare russa, gli ucraini, ad “alzare bandiera bianca”? Tutti i negoziati prebellici intentati dalle grandi potenze, Washington, Parigi e Berlino, in primis, fallirono.

I casi sono due: o, banalmente, a differenza del suo predecessore, Francesco non ha la giusta competenza per affrontare il suo mandato (e ciò ci porterebbe agli oziosi discorsi teologici sull’infallibilità papale), incrinando oltre un millennio di arte diplomatica vaticana. Oppure Francesco conosce bene la catechesi cattolica e allora ritiene che non sussista il comma C dell’ultimo articolo che abbiamo visto, quello relativo alle possibilità di successo dell’aggredito.

Ma questo sarebbe doppiamente grave, perché implicherebbe che lo Stato Pontificio sia caduto nella trappola della propaganda russa, che tende a presentare Mosca come un’imbattibile “superpotenza”. E senza considerare il concreto andamento del conflitto, che se per gli ucraini non è brillante, non lo è neppure per i russi, impantanati da oltre due anni nel fango, nel ghiaccio e nel sangue dei propri soldati, con avanzamenti simbolici di pochi chilometri, ad un costo altissimo, su macerie che finiscono puntualmente per perdere, arretrando.

Altra ipotesi, magari più inconfessabile, è che negli ambienti vaticani si sogni di tornare ad un equilibrio internazionale in cui gli investimenti russi all’estero non siano più soggetti alle limitazioni di alcune sanzioni.

Qualunque sia la verità, sappiamo però per certo che la Chiesa oggi esprime una posizione insidiosa per l’ordine internazionale, in quanto concede un vantaggio propagandistico enorme alla strategia comunicativa del Cremlino. Perché accresce nella pubblica opinione occidentale, e magari anche in alcuni nostri governi, la sbagliata idea di un’ineluttabilità del conflitto che si risolverebbe “a vantaggio di Mosca”, ad un prezzo sempre più salato. Stimolando ulteriormente l’appetito del regime putiniano, che così, non solo non nota un serio isolamento internazionale per le sue azioni, ma continua a trovare solide sponde di supporto che giustificano la sua guerra.

Si tratta di un momento di evidente debolezza della diplomazia vaticana, forse più grave rispetto ad altre minacce attraversate nella storia dalla Santa Sede, perché stavolta pare dettata più dal connubio di ideologia neoperonista, ingenuità e impreparazione, che altri motivi. E come ben sostiene il politologo Vittorio Emanuele Parsi, l’impressione è che, tra attendismo dovuto alla campagna elettorale USA, e ritardi militari europei, si sia creato un clima non dissimile da quello degli anni ’30 del Novecento, in cui l’apatia e anche l’ignavia dei governi occidentali hanno lasciato campo libero al male per prosperare e diffondersi. Un male invece da affrontare con determinazione.

Di Adriano Bomboi.

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U.R.N. Sardinnya ONLINE

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    1 Commento

    • Bergoglio si schiera con Putin?

      Mentre la sala stampa vaticana cerca maldestramente di correggere le chiare parole del Papa sul conflitto in Ucraina, la dottrina della Chiesa smentisce la linea stessa del pontefice.

      Ecco perché.

      (Versione estesa dell’articolo del giorno pubblicata per Immoderati.info).

      https://immoderati.info/home-page/f/bergoglio-si-schiera-con-putin

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