Corte dei Conti: ‘in Sardegna corruzione e inefficienze diffuse’

Corte dei Conti: “in Sardegna corruzione e inefficienze diffuse”.
Tra gare d’appalto pilotate, clientelismi politici, assenteismi, appropriazione di fondi pubblici, sperperi sanitari, società in house con spese gonfiate e tanto altro, aumenta persino lo stock di debito pro capite della Regione. In ripresa dopo i mutui del duo Paci-Maninchedda, con scadenza nel 2043.

Imponente anche la casistica di danni occorsi ai Comuni: non mancano politici che si sono appropriati di fondi destinati allo spopolamento, passando per agenti municipali dediti ad intascarsi il denaro delle sanzioni, per finire con finti pescatori e finti agricoltori a caccia di indennizzi e sussidi vari.

Vediamo la situazione e i documenti della magistratura contabile – Di Adriano Bomboi.

Ci sono numerosi elementi di preoccupazione nelle relazioni presentate qualche mese fa dalla sezione sarda della Corte dei Conti.

Il panorama della Pubblica Amministrazione regionale appare attraversato da corruzione dilagante, con assenteismi, gare d’appalto pilotate (vedere “sindacopoli”), clientelismi politici, appropriazione di fondi pubblici e spese gonfiate a vario titolo.

Ad esempio, stando alle relazioni di Marcia, Bussi e Silveri, le società in house della Regione continuano a rappresentare una giungla al servizio della politica e della burocrazia, dove proliferano incarichi di vario tipo. Si afferma:

“Il problema ha assunto dimensioni ancora più preoccupanti a seguito del diffondersi delle società a partecipazione pubblica, fino a qualche anno fa affrancate da qualsiasi forma di prescrizione paragonabile a quella vigente per gli enti tradizionali, con la conseguenza che le assunzioni sono state disposte, per lungo tempo, al di fuori di ogni procedura selettiva, sulla base di valutazioni meramente soggettive, sovente ispirate dall’appartenenza a particolari formazioni o gruppi o dalla condivisione di obiettivi con i soggetti prescelti, per nulla diretti alla realizzazione dell’interesse collettivo”.

Oppure con avanzamenti di carriera ben poco meritocratici:

“Dette misure si sono tradotte nell’attribuzione di qualifiche o di posizioni stipendiali più elevate, a prescindere da una reale valutazione dei requisiti culturali, di capacità e di esperienza dei soggetti interessati”.

Non manca neppure l’esposizione di casi limite: dal funzionario di polizia municipale che intasca i soldi delle sanzioni, passando per i “parcheggi comunali” tarocchi, con funzionari che falsificano elenchi per intestatari di diritti e doveri, sino ai conflitti d’interesse dei singoli consiglieri comunali, come chi si è intascato fondi destinati allo spopolamento dei piccoli Comuni, o chi ha avanzato indebite richieste di sussidi nel settore della pesca e dell’agricoltura (ad esempio a favore di finti pescatori in aree gravate da servitù militari, o finti agricoltori interessati a ricevere fondi per lo sviluppo rurale, sia FEAG che FEASR).

Su tutto si erge il ginepraio normativo:

“Il venir meno di un ordine sistematico di verifiche, che abbia ad oggetto anche la legittimità dei provvedimenti, è sovente individuato come una delle cause del dilagante fenomeno corruttivo. [...] Simili contesti offrono, infatti, occasione per il dilagare di fenomeni corruttivi e di nuove forme di scambio, fonte di illiceità, sprechi e ingiustizie”.

Catastrofica anche la situazione della sanità, con una spesa quantificata (nell’esercizio 2016) in 3 miliardi e 601.051.175,83 milioni di euro, in aumento rispetto all’esercizio precedente. Un panorama contrassegnato da abusi e inefficienze. Persino con l’acquisto di immobili da parte della ASL pagati più del valore di mercato, o con l’acquisto di attrezzature elettromedicali giudicate importanti ma poi abbandonate a sé stesse.

Non buona neppure la situazione debitoria della Regione: se nel corso della Giunta Pigliaru sono stati estinti alcuni mutui, ne sono stati aperti altrettanti dal duo Paci-Maninchedda presso Cassa Depositi e Prestiti, quantomeno a tassi d’interesse migliori dei precedenti. Nella fattispecie, quello sui lavori pubblici con rimborso a scadenza il 31-12-2043, e quello per coprire il disavanzo, sempre con scadenza trentennale.

Lo stock del debito pro capite passa dai 680,34 euro a testa del 2015 agli 801,17 del 2016.

La combinazione di politica e burocrazia in rapporto ai procedimenti aperti nell’ultimo periodo esaminato danneggia per il 55% i Comuni sardi, poi lo Stato al 12%, la Regione (6%), l’ASL (4%), gli enti pubblici (3%), le Province (3%) ed altri a vario titolo (17%).

- Per visionare i documenti integrali e i singoli temi in dettaglio:

Relazione del procuratore Bussi – PDF (61 pp.);
Relazione del presidente Silveri – PDF (43 pp.);
Relazione con rendiconto R.A.S. del consigliere relatore Marcia – PDF (289 pp.).

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U.R.N. Sardinnya ONLINE

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