Il terremoto ‘Podimus’ – Di Giuseppe De Lorenzo

Ospitiamo una riflessione del promotore di Podimus, Giuseppe De Lorenzo:

Sabato 26 settembre “Podimus” è uscito pubblicamente in Sardegna con la sua prima assemblea causando automaticamente un terremoto. In Sardegna i terremoti sono fenomeni più che anormali, inesistenti, per essere precisi, ma Podimus è una forza sovrannaturale. Podimus lavora e pretende l’unione di tutte le forze politiche indipendentiste e non, di autentica fede sarda, escludendo totalmente i partiti di matrice italiana.

Oggi 29 settembre, a distanza di pochissimi giorni dalla nostra assemblea, su l’Unione Sarda, a pagina 4, scopriamo gli effetti del terremoto “Podimus”.
Trema la Sardegna e si elevano le mille voci sarde.
Ma, chi è a favore dell’unità politica sarda?
Ecco i nomi e la mia analisi:

1. Bustianu Cumpostu – Dice che vorrebbe un’unica soluzione indipendentista. Un’affermazione condivisibile da Podimus e, continua, confessando, che è disposto a qualche “sacrificio”, pur di arrivare all’unità. Noi, in Podimus, non possiamo fare altro che prendere atto e rendergli merito, nonché promuovere la sua volontà di intenti.
2.Gavino Sale – Dubbioso sull’esito dell’intento. I dubbi però rimangono a Gavino Sale che, dice, “prima però dobbiamo risolvere problemi cruciali” addivenendo al raggiungimento di un progetto, che raggrupperà le forze indipendentiste di centro-sinistra. Infatti, dopo l’apparentamento di IRS con il PD delle scorse elezioni, lo scenario politico in Sardegna è ben chiaro e dolorosamente influenzato da poltrone e poltroncine.
3. Franciscu Sedda – A nome del Partito dei Sardi, sostiene di puntare sul referendum sull’indipendenza e vogliono fare pressing sul presidente della Regione per dare vita a una pedagogia della sovranità. Podimus non può accogliere quest’affermazione che la dice lunga sul concetto che hanno i partiti di fede sarda sulla stessa Sardegna e sul popolo sardo. Ma ve lo immaginate Pigliaru che promuove il referendum sull’indipendenza della Sardegna? Pura satira!
4. Se per il PSd’Az e per Doddore Meloni è indispensabile raggiungere l’indipendenza e, – dicono – ciò può avvenire sono attraverso l’unità di tutte le forze indipendentistiche, Podimus non può che essere d’accordo e dunque condividere il loro pensiero.
5.Pier Franco Devias – “Stare tutti assieme? Progetto impossibile” – sostiene – e prende distanze dall’unità sarda, chiude la porta a una “casa comune indipendentista” ed elogia il lavoro dei partiti indipendentisti catalani. Ma Podimus invece sa, e lo sottolinea, che Artur Mas oggi “capo” della coalizione “Junts pel SI”, ossia la coalizione che ha vinto le elezioni “regionali” in Catalunya, ha un passato di tre legislature come governatore della “regione” stessa, e i meriti che tutti gli riconoscono, sono giustificati dal frutto di un lavoro impeccabile fatto in qualità di governatore della Comunità autonoma della Catalunya. E solo dopo 15 anni di governo è riuscito a unire “quasi” tutte le forze indipendentiste catalane, ottenendo cosi una vittoria schiacciante.
6. Claudia Zuncheddu – dice: “Fronte comune si, partito unico no!”. E trova la condivisione piena da parte di Podimus.
7. Michela Murgia – Si orienta verso l’unità sarda ma, giustamente, marca le differenze tra le forze politiche isolane e quelle catalane.
8. Renato Soru – grida “a furor di popolo”, che il futuro della Sardegna è in Italia e spiega che l’indipendenza mette a rischio le sorti della Sardegna.

Cosa potevamo aspettarci dal segretario del PD? Giusto che si preoccupi maggiormente di tenersi strette posizione e poltrona, remando, purtroppo, contro il bene della sua stessa terra.

Nello stesso articolo dicono la loro: Cossa, Cappellacci, Uras e Deidda che, come “fronte comune” suggeriscono la ricetta per la Sardegna: zona franca e più autonomia.
Mi viene da pensare:
Ma questi non hanno governato la penultima legislatura? In cinque anni cosa hanno fatto?

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Redazione SANATZIONE.EU

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