DDL Monti: Mentre i bamba parlano di Renzi e Berlusconi, Roma riduce poteri delle Regioni

Ve li ricordate i tempi in cui dai partiti italiani si irrideva l’indipendentismo? Le parti si sono invertite. Fra corruzione, incapacità, assenza di proposte, assistenzialismo, lamentele e distrazioni, i partiti centralisti non sanno più dove sbattere la testa. Ed ormai, agitare lo spauracchio di un “indipendentismo isolazionista”, bufala buona per tutte le stagioni, non convince più neppure loro.

Mentre PD e PDL erano occupati a trattare temi “importantissimi”, come il futuro delle candidature da presentare agli elettori, la Sardegna subiva e continua a subire attacchi dal Governo centrale contro le sue competenze e quindi contro la nostra economia e la nostra cultura.
Fra gli ultimi, il taglio di importanti uffici pubblici, come il tribunale di Olbia, una chiusura votata dai Parlamentari Sardi di PD e PDL (che a posteriori si sono “lamentati” col Governo che hanno sostenuto); il “taglio” al sostegno della lingua Sarda e la rimozione, lo scorso 4 ottobre, del provvedimento sulle Zone Franche Urbane della Sardegna a favore di Campania, Puglia, Calabria e Sicilia. E’ la conseguenza dell’uscita della Sardegna, nel 2007, dall’Obiettivo 1 sui fondi da destinare alle aree da sviluppare, a causa del fatturato di aziende come il petrolchimico SARAS, che incidono sul PIL regionale, ma su cui la Regione continua a non intervenire per riscuotere alcuna accisa. Le ZFU, da non confondere con i punti franchi e, in generale, con le diverse tipologie di zona franca, avrebbero consentito di liberare immediatamente risorse per le nostre aziende, in particolar modo del settore artigiano. Dalle nostre pagine, Sa Natzione (con la Fondazione “Sardegna Zona Franca”) è stato il primo spazio d’informazione a darne notizia.
Ma non basta, il Governo Monti ha decretato anche una deroga al Patto di Stabilità per 600 milioni di euro a favore della Sicilia, ignorando la Sardegna, nonostante a causa della vertenza entrate la nostra Regione vanti un credito multimiliardario nei confronti dello Stato, che non restituisce all’isola il gettito fiscale maturato dai nostri concittadini.
E non è finita: con l’ultimo Consiglio dei Ministri il Governo ha annunciato persino la riforma del Titolo V° della Costituzione, avocando a Roma diverse competenze delle Regioni, le cui finanze saranno interamente commissariate dalla Corte dei Conti, alimentando nuovo centralismo, che in Sardegna è proprio la causa dei problemi. Siamo di fronte alla mediocrità al potere, quella che tartassa la periferia senza intaccare i privilegi dello Stato centrale.
Tutto questo succede mentre il Trentino-Alto Adige/Sudtirol conduce in maniera compatta una battaglia politica bipartisan a tutela della minoranza linguistica e per la sovranità fiscale contro Roma, mentre invece in Sardegna, non di rado, sono gli stessi politici Sardi di PD e PDL in Regione e in Parlamento a sostenere i provvedimenti del Governo Monti, nei momenti in cui non sono distratti a parlare di primarie, di candidature e di altri “problemi” inesistenti nelle case delle famiglie che non arrivano a fine mese.

Che altro possiamo aggiungere? Mentre il nazionalismo Sardo propone la sovranità fiscale, le zone franche per defiscalizzare il costo del lavoro, un Antitrust Sardo contro gli oligopoli (pubblici e privati) del mercato locale (trasporti, energia), la riconversione economica di ampie fette del decadente sistema industriale Sardo e l’insegnamento del patrimonio storico e linguistico Sardo, sapete quale ricetta propone Roberto Deriu (PD) per “aiutare” la Sardegna? Secondo quanto riferito da Simone Maulu (IRS), ad un recente convegno dell’Università di Sassari, per Deriu “la Sardegna è sempre stata periferia, è una terra povera che non conta niente e dobbiamo cercare di fare la nostra politica, rafforzando l’autonomia quasi di nascosto dall’Italia, in modo che ce lo lascino fare, perché tanto la Sardegna essendo una terra marginale non conta nulla”…
Questo è il sunto dell’intervento a un convegno che, pensate, era intitolato: “La democrazia in recessione? Assetti e trasformazioni della forma di governo delle Regioni, delle Province e dei Comuni”.

Oltre che Presidente della Provincia di Nuoro, Deriu rappresenta anche l’UPS (Unione Province Sarde). Stando alle sue parole, ritiene di essere – non al centro del Mediterraneo occidentale in una terra ricca di opportunità ambientali, storiche ed economiche – ma povera periferia dell’italietta, quella che evidentemente gli ha insegnato a battersi il cilicio sul groppone. Qualsiasi Sardo dovrebbe vergognarsi per la pochezza di un simile intervento, in cui non vi è stata nessuna consapevolezza della necessità di riscrivere lo Statuto Speciale Sardo in base a criteri di sovranità nazionale e federale.
La pavidità filogovernativa e la tendenza centralista di questa classe politica, figlia dell’incultura, è ormai presente in ogni ambito sociale, economico e “intellettuale”, basti osservare le opinioni di Sergio Rizzo pubblicate dal Corriere della Sera lo scorso 23 agosto.

Alle prossime elezioni le parole d’ordine devono essere “fiducia, responsabilità, competenza e attenzione”. Solo i movimenti europeisti, autonomisti e indipendentisti Sardi possono vigilare e proporre soluzioni credibili contro un Governo centrale ostile agli interessi della Sardegna e per limitare i problemi della recessione economica internazionale.

Di Adriano Bomboi.

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U.R.N. Sardinnya ONLINE – Nazionalisti Sardi

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    • [...] Maninchedda ; A. Bomboi ; O. Onnis Questa voce è stata pubblicata in Senza categoria e contrassegnata con Adriano [...]

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