La proposta in 6 punti della Cancelliera Merkel sostiene la Zona franca per la Sardegna

La proposta della Merkel, in piena sintonia con un classico tema diffuso dalla politica sardista, sostiene la misura delle zone franche. Ecco il comunicato della Fondazione “Sardegna Zona Franca”, afferma Mario Carboni:

Se i politici sardi non dormiranno la Zona Franca per la Sardegna potrà diventare a breve realtà.
Zone Franche-Zone Economiche speciali con forti defiscalizzazioni sono il punto forte del Piano in sei punti proposto dalla signora Merkel per gli stati europei in particolare crisi, quindi anche per l’Italia.

Il Piano, nelle sue linee essenziali è stato pubblicato nel periodico Der Spiegel.
Le Zone economiche speciali o Zone Franche dovrebbero – con defiscalizzazioni degli investimenti e dei profitti e dei principali costi, compreso il costo del lavoro con appositi contratti e sconti contribuitivi (in assenza di capacità d’investimento statali) – attirare capitali, tecnologie, commerci creando ricchezza e soprattutto lavoro.
La proposta sarà presentata a fine giugno al Consiglio Europeo di Bruxelles ma se ne parlerà sicuramente nell’incontro che avverrà dopo il 17 giugno fra i Premier francese, italiano, tedesco e spagnolo dopo le elezioni greche e il voto per l’Assemblea nazionale francese.
Si presenta un’occasione favorevole straordinaria per la Sardegna che, unica nella Repubblica (assieme alla Val d’Aosta) prevede nel suo Statuto speciale le zone a fiscalità di vantaggio e che gode delle norme d’attuazione dell’art. 12 dello Statuto che hanno istituito le zone franche a Cagliari, Porto Torres, Olbia, Portovesme, Arbatax, Oristano.
Molti Consigli comunali in queste settimane hanno votato una mozione che ne richiede la realizzazione e sollecita la Giunta regionale a fare il suo dovere di delimitazione e definizione delle loro caratteristiche.
Il Presidente Cappellacci in un incontro col Sindaco di Olbia ha dichiarato che si attiverà per Olbia-Zona Franca.

In questa situazione favorevole ha stupito i più attenti osservatori le dichiarazioni di rinuncia alla zona franca fiscale per la Zona franca di Cagliari espresse nel recente convegno organizzato dalla Camera di commercio cagliaritana.
Questa linea, sbagliata, non argomentata e in controtendenza rispetto alle realtà moderne ed attuali delle zone franche anche europee, suona come una volontà di affossamento della zona franca di Cagliari e con essa della Sardegna, tipiche purtroppo della lobby che ha sempre remato negli anni contro questo istituto di sviluppo.
Risulta anche isolata rispetto a realtà analoghe quale quella di Trieste che ha presentato recentemente a Roma davanti a Ministri e grandi operatori economici il suo progetto di Zona Franca fiscale e dei servizi avanzati per il Porto di Trieste.
A confronto delle relazioni dei Presidenti dell’Autorità portuale e della Camera di commercio di Trieste, che illustravano le linee guida di defiscalizzazioni per industrie, assicurazioni, commercio e ricerca da realizzare nell’area portuale di Trieste come Zona franca intereuropea, le dichiarazioni rinunciatarie e fuori luogo, divulgate nel convegno cagliaritano sono apparse anche leggermente surreali.
Si spera che i responsabili della Camera di Commercio e dell’Autorità portuale cagliaritane realizzino un supplemento d’indagine per cambiare rapidamente rotta rispetto ad una zona franca doganale da essi proposta, superata da decenni ed ormai ininfluente ovunque per i successi delle zone franche, che come sottolineato anche dalla proposta Merkel, si basano soprattutto su incentivi fiscali, cioè fiscalità di vantaggio, pienamente permesse dall’Unione europea.

Sarebbe anche il caso che la Giunta regionale, di fronte ad un interesse preciso della Sardegna, pretenda l’apertura di un tavolo col Governo per discutere della Zona Franca sarda, in relazione agli impegni europei che dovranno essere presi per escludere, come è possibile, che persino sulla Zona franca la nostra isola venga considerata Regione di serie B e che si possano veder realizzate Zone franche nella penisola e in Sicilia, con la Sardegna esclusa, umiliata ed in violazione del suo Statuto speciale.
Sarebbe inoltre opportuno che la Giunta decidesse senza indugi di entrare nella società Cagliari Free Zone, tuttora inattiva, pur esistente da oltre 10 anni, acquisendone la maggioranza e trasformandola in società in house per indirizzare e gestire la complessiva realizzazione delle zone franche sarde, ad iniziare da quella cagliaritana, sottraendola a chi evidentemente non ha saputo o voluto farla decollare.
Ci troviamo in presenza di uno snodo decisivo e la proposta Merkel sottolinea la giustezza della proposta e della battaglia dei sardi per la loro Zona franca e la visione anticipatrice di chi l’ha proposta in origine ed ha continuato negli anni a lottare perché venga finalmente realizzata.

Cagliari, 26 maggio 2012,
Mario Carboni,
Fondazione “Sardegna Zona Franca”.

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Redazione SANATZIONE.EU

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    12 Commenti

    • Io ho sentito che laddove vengono create le zone franche,in un raggio di almeno 50 chilometri si trasforma in una specie di deserto economico, a causa del fatto che le aziende hanno la tendenza a insediarsi nelle zone franche fiscali,che nel nostro caso sono rappresentate dai porti da voi citati.Non vorrei che questo fosse il colpo di grazia per le nostre zone interne,dove se è vera questa circostanza che ho sentito,non si insedierà più nessuna azienda, determinando un ulteriore spostamento di persone e attività verso le zone costiere.

    • Non è vero per alcuni motivi molto semplici: perché la zona franca non è un area indistinta in cui tutti hanno agevolazioni fiscali a pioggia, ci sono determinati criteri e relativamente alla natura della tipologia di attività, con forme di esenzione che variano (anche nel tempo).

      Alcuni esempi invece dei criteri previsti per la nuova zona franca dell’Aquila:

      http://www.abruzzoweb.it/contenuti/zona-franca-laquila-pubblicata-in-gazzetta-ufficiale-la-guida/490562-302/

      Inoltre non bisogna confondere i punti franchi industriali con il più ampio concetto di zona franca, che può essere esteso in futuro a tutta l’isola, su determinati settori.

    • [...] negli intenti programmatici della Germania – come annunciato a maggio da un nostro fortunato articolo firmato da Mario Carboni – rientra fra i 6 punti individuati dal Governo Merkel per il [...]

    • La zona franca sarda, esistente nello statuto sardo, e dunque rappresenta legge costituzionale, intendente il territorio nell’intera isola. In pratica l’intera Sardegna potrebbe diventare, sempre se i politici della regione lo vogliono, una Singapore 2. Per chi non lo sapesse ci varie zone france soltanto gli USA hanno 10 zone france, la Svizzera e la Germania ne hanno, tutti i così detti paradisi fiscali sono zone franche.

      In conclusione vi volevo segnalare che la regione Sardegna sta invogliando i propri imprenditori ad investire nella zona franca della Bielorussia anziché far partire quella sarda.

      Ciao
      Gianluca

    • L’ISTUZIONE DEI PUNTI FRANCHI E’ STATA CONCESSA ALLA SARDEGNA NEL DOPOGUERRA DALLA COMUNITA INTERNAZIONALE, E SUCCESSIVAMENTE DALLA COMUNITA EUROPEA AI SENSI DELL’ART. 299 PARAGRAFO 2 DEL TRATTATO CEE, MODIFICATO DAL TRATTATO DI AMSTERDAM, DOVE SI PREVEDEVA L’ISTITUZIONE DI ZONE FRANCHE COME “ DISCRIMINE POSITIVA”
      IN FAVORE DELLE REGIONI ULTRAPERIFERICHE A SCARSA DENSITA DEMOGRAFICA , – ( DISCRIMINE POSITIVA) ATTA A COMPENSARE I SOVRACOSTI DI TRASPORTO NEI TERRITORI DESTINATARI RITENUTI MERITEVOLI DI SPECIFICI AIUTI UTILI ALLO SVILUPPO ECONOMICO E ALLA COESIONE SOCIALE .
      I TERRITORI IN CUI INSISTONO LE ZONE FRANCHE E I PUNTI FRANCHI , SONO CONSIDERATI COME TERRITORI EXTRANAZIONALI, E PERTANTO GIURIDICAMENTE COLLOCATI FUORI DALL’INFLUENZA POLITICA E DAI TRIBUTI IMPOSTI DELLO STATO ITALIANO, TERRITORI CHE I NOSTRI PADRI COSTITUENTI INTENDEVANO SALVAGUARDARE CON LA DICHIARAZIONE DI “ AUTONONIA “ CONTENUTA NELLA LEGGE COSTITUZIONALE N. 3\1948 .

    • Pietro, si tratta di una zona integrale, pertanto se deserto economico si creerà sarebbe riferito al mer mediterraneo.

    • Attenzione…questa è disinformazione bella e buona (mi riferisco ai commenti che sono stati lasciati)!!
      Non si deve fare assolutamente confusione tra zone franche urbane e zona franca integrale!! Quella URBANA e a tempo determinato e localizzata in zone circoscritte, ed è quella di cui state parlando in questo dibattito!!

      Quella che si intende rendere attiva in sardegna come da D.lgs. 75/1998, è la ZONA FRANCA INTEGRALE cioè a tempo indeterminato e confini coincidenti con i quelli dell’intera sardegna!!

      Accerchiamo il presidente cappellacci e facciamogli sentire il nostro fiato sul collo!! deve dare al popolo sardo ciò che gli spetta…non siamo disposti a subure l’ennesima privazione!! il popolo sardo e di “malos” pocos ma tottus paris bi la faghimmos pagare si no faghet comente deppet!!

      RAGAZZI ATTENTI AD ESSERE BEN’INFORMATI E DI NON FARE ASSERZIONI DEVIANTI!!

    • [...] ad una presunta zona franca integrale). Malgrado l’enfasi di alcuni lettori poco attenti, dal testo dell’intervento di Mario Carboni (ancora oggi visitato da migliaia di utenti) si evinceva [...]

    • La zona franca la Sardegna non l’ha avuta finora perchè i partiti non potevano rinunciare alle tasse che per il 90% circa resta in sardegna e se li “steccano” loro.

    • Non è vero che la Merkel parla di zona franca per la sardegna, leggete l’articolo.
      La Merkel parla di Zone Economiche speciali che sono cose ben diverse dalla Zona Franca.
      Leggete qui:

      http://it.m.wikipedia.org/wiki/Zona_Economica_Speciale

    • ancora con questa bufala della Merkel? Voglio anch’io la ZF come tutti… ma per favore smettetela con questa panzana colossale, la Merkel non ha mai detto nulla di simile. Proprio Mario Carboni http://www.olbianova.it/notizie/item/carboni-troppe-false-notizie-sulla-zona-franca ha confutato questa affermazione. Anche sa Natzione a firma di Adriano Bomboi dedicò un articolo in merito, ora ne pubblica un altro di tono contrario https://www.sanatzione.eu/2013/03/comunicato-la-bufala-del-sostegno-della-merkel-alla-zona-franca-sarda/

    • Questo è un articolo del 27 maggio 2012, come si evince chiaramente dalla pagina, firmato da Mario Carboni. I successivi son stati scritti proprio per chiarire l’equivoco creato da molti lettori, i quali hanno attribuito alla Merkel dichiarazioni mai fatte.

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