Sulla delibera n.4 del comitato si.nonucle – Uscita di U.R.N. Sardinnya

Ringraziando tutto il comitato per il lavoro svolto nella campagna referendaria contro il nucleare vinta con successo lo scorso 15 maggio, e ringraziando in particolar modo Sardigna Natzione per aver portato avanti in prima persona il lavoro di coordinamento e la presenza fisica (e non solo simbolica) del comitato nel territorio, chiediamo tuttavia che – a seguito della delibera n. 4 del comitato – l’associazione U.R.N. Sardinnya venga esclusa dalla lista degli aderenti per le seguenti motivazioni:

- 1) Perché con tale delibera cessa la neutralità e la completa trasversalità del comitato che avrebbe dovuto riguardare ogni colore politico della Sardegna.
- 2) Perché, pur condividendo i principi di eguaglianza di fronte alla legge (che dovrebbero costituzionalmente essere già garantiti) non riteniamo il legittimo impedimento una materia da rovesciare nel quadro della disputa interna al bipolarismo italiano ma materia da Corte Costituzionale (organo già interessato dalla vicenda). Inoltre i principi della nostra associazione ci impediscono di prendere parte ad una battaglia politica che riguarda solo il centrosinistra italiano e non il Popolo Sardo nel suo pluralismo. Ci atteniamo dunque in materia alle decisioni della Corte in quanto non riteniamo un referendum di parte come lo strumento idoneo a stabilire quali pesi e contrappesi debbano sussistere in una Repubblica tra il potere esecutivo e quello giudiziario, trovando dunque alquanto deboli le motivazioni assunte dalla delibera n.4.
- 3) Perché, pur condividendo il principio dell’acqua come bene pubblico essenziale, da un’attenta analisi della normativa Ronchi non risulta alcuna privatizzazione dell’acqua nei termini entro i quali è stata presentata dai comitati per l’acqua pubblica ma si configura una decisa liberalizzazione dei servizi di distribuzione (più o meno perfettibili, a gestione integrata) così come avviene regolarmente da decenni (e senza i gravi problemi paventati) in tutto l’occidente (ed in parte anche nel nostro contesto). Si tratta pertanto di una materia esclusivamente inquadrabile in funzione propagandistica antigovernativa e dalle potenziali ricadute nocive per la gestione idrica in tutto il territorio statale.
- 4) Perché non riteniamo le aziende private come elementi del tessuto sociale ed economico da inquadrare esclusivamente in maniera negativa, né da contrapporre agli enti pubblici. Circostanza che, diversamente, ci riporterebbe ad una visione ideologica della società abbondantemente superata e che la nostra associazione non può assolutamente condividere, così come ogni moderna società occidentale ed ogni moderno nazionalismo internazionale.
- 5) Perché, come nazionalisti Sardi, riteniamo necessario eradicare via i partiti italiani dalla gestione clientelare (e non manageriale) degli enti pubblici (tra cui quelli idrici) che garantiscono loro ramificazione nel nostro territorio e coadiuvano l’inefficienza complessiva del servizio agli utenti, con i relativi deficit di bilancio a carico dei cittadini. L’Italia è uno degli ultimi Stati occidentali rimasti a lottizzare politicamente gli enti pubblici, un ritardo che, in quanto indipendentisti, non possiamo avvallare.
- 6) Perché il coordinatore provvisorio del comitato Bustianu Cumpostu, essendo indipendentista, non può fare una campagna elettorale (quale quella delle comunali) in contrapposizione al bipolarismo italiano e poi essere lo stesso soggetto che condivide alcuni quesiti referendari interni alla disputa del bipolarismo italiano. Aspetto non deprecabile, ma che avrebbe dovuto essere chiarito in precedenza e/o con un accordo programmatico ed elettorale con tali forze, tra cui l’Italia dei Valori. Se si condivide una data linea politica, non lo si può fare a giorni alterni, sebbene da pulpiti diversi. Il nucleare è stato un tema il cui timore suscitato nell’Opinione Pubblica lo ha reso trasversale, ma il legittimo impedimento è un tema di tutt’altra natura.
- 7) Perché dopo lo stop sul nucleare annunciato a Montecitorio il 24-05-11, riteniamo utile attendere l’eventuale verdetto della Cassazione in materia di validità del referendum anti-nucleare, e riteniamo quindi prematura e poco meditata la delibera n.4 del comitato, anche in relazione al costo del materiale propagandistico ordinato (nonostante il breve lasso di tempo che ci separa dal 12 giugno).

Invitiamo dunque i cittadini a votare contro il nucleare nel referendum del prossimo 12 giugno, qualora rimanga valido, e lasciamo libertà di coscienza, a seconda degli orientamenti politici, circa i restanti quesiti sulla gestione (e non sulla proprietà) dell’acqua ed il legittimo impedimento.

Siamo orgogliosi di aver contribuito nel nostro piccolo alla raccolta firme di SNI affinché venisse indetto il referendum del 15 maggio e ad aver divulgato, grazie alle migliaia di visite mensili al nostro network, i contenuti del comitato si.nonucle. Auguriamo dunque buon lavoro a tutto il comitato per i nuovi propositi di cui si è dotato.

Grazie per l’attenzione.

Bomboi Adriano, 25-05-11.

U.R.N. Sardinnya – Nazionalisti Sardi

www.sanatzione.eu

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    1 Commento

    • ROMA – La Corte di Cassazione ha stabilito che il 12 e 13 giugno si terrà il referendum sul nucleare.

      E’ stata così accolta l’istanza presentata dal Pd che chiede di trasferire il quesito sulle nuove norme appena votate nel dl omnibus: quindi la richiesta di abrogazione rimane la stessa, ma invece di applicarsi alla precedente legge si applicherà appunto alle nuove norme sulla produzione di energia nucleare (art. 5 commi 1 e 8). (ANSA, 01-06-11).

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