CNA Sarda: seconde case per rilanciare il turismo. Come? Coi soldi altrui

In Sardegna da 15 anni c’è sempre qualche buontempone che si sveglia e propone di riqualificare le seconde case per “far crescere il turismo”.
Più facile a dirsi che a farsi. Stavolta ci casca la CNA e Federalberghi gli risponde puntualmente che si, si può fare. L’iniziativa non farebbe crescere il consumo del suolo.

Ma in che modo bisognerebbe ristrutturare ciò che ai privati oggi non interessa e perché? Leggiamo nel dettaglio la proposta della CNA.

E perché Federalberghi teme qualche metro cubo in più? Forse ha il terrore della concorrenza di qualcuno che potrebbe fare alberghi più competitivi dei suoi associati galluresi?

Cronache di un’isola allo sbando e di presunti esperti che osservano solo i dati funzionali alle proprie narrazioni.

Di Adriano Bomboi.

Informa la CNA Sarda che nell’isola ci sarebbero 261.120 case vuote. E che una parte andrebbero riqualificate, così potrebbero essere destinate ad albergo diffuso nel territorio. Si svilupperebbe il turismo interno e si contrasterebbe persino lo spopolamento dei piccoli paesi.
Tutto vero. D’altronde, ci dicono, il turista ama “la qualità e la tradizione”.

E chi siamo noi per negargli questi piaceri?

Beh, dei fessi ovviamente.

In primis perché i dati sul turismo certificano che i turisti vogliono i servizi, e dopo, se c’è, pure la tradizione. Scordatevi di invertire le due cose, chi visita la piramide di Cheope non dorme sulla sabbia. Secondariamente, chiunque conosce il mercato – sul serio però – sa che questo segmento turistico ha numeri inferiori al turismo balneare. E se in loco non avete una piramide da mostrare, il vostro investimento si traduce in una perdita di denaro.
Su quest’ultimo aspetto dobbiamo segnalare la correttezza di Federalberghi, che giustamente, dalle righe de La Nuova, ha replicato alla CNA che non tutto il patrimonio di seconde case può essere riqualificato (nessuno però ha il coraggio di dire che su 377 Comuni potrebbe trattarsi solo di poche decine di casi).

Il motivo è molto semplice: il trend del mercato indica la poderosa crescita del fatturato delle strutture dalle 4 stelle in su, con un calo invece di quelle minori. E da che mondo e mondo, i veri investitori non bruciano soldi in piccole attività dai modesti risultati, peraltro esposte alla burrasca del fisco e della burocrazia italiana.

A questo punto si aprono altre due considerazioni di ordine pratico, una relativa alla CNA, ed una a Federalberghi:

1) la prima sostiene che la ristrutturazione delle seconde case vuote dovrebbe essere condotta dai privati. Benissimo, ma allora perché i privati non l’hanno già fatto? Su questo aspetto la CNA non risponde ma, notate bene, suggerisce una strabiliante soluzione che definire “innovativa” è poco: la pubblica amministrazione “è necessaria” affinché il privato sia aiutato ad interfacciarsi col mercato. E se utile, “dovrebbe finanziarlo”, anche con fondi UE.
Voi ve li immaginate dei fondi UE a pioggia in tutti i paesini sardi? Io no, perché infatti non esistono.
Insomma, tante chiacchiere per arrivare al solito keynesismo volto a promuovere l’uso di soldi pubblici e che da decenni a questa parte ha disintegrato e reso assistenziale l’economia dell’isola.

2) a questo punto interviene Federalberghi, che mostra di avere una posizione articolata. Da un lato, conoscendo indubbiamente meglio il settore, come già detto, risponde alla CNA che non è possibile riqualificare tutto, e aggiunge che nella scorsa giunta Pigliaru si batterono per ridurre fisco e burocrazia, impedimenti alle riqualificazioni. Benissimo, infatti la mancata riforma e adozione della proposta Erriu ha lasciato un problema irrisolto. Dall’altro però ci dice che l’iniziativa di promuovere le seconde case consente di evitare nuovo consumo del suolo. E a questo punto ci sovviene un dubbio di una certa entità: Federalberghi ha interesse ad accrescere questo comparto in tutto il territorio dell’isola oppure ha l’esclusivo interesse a tutelare le posizioni acquisite? In altri termini: Federalberghi teme la concorrenza di nuovi potenziali investitori?

Questi dubbi, su CNA e Federalberghi, ci lasciano una sola convinzione sul tappeto: bene farebbero a stare quanto più lontano possibile dalla politica.

Ps. per chi volesse visionare i dati sul mercato sardo, rimando al mio ultimo libro: Problemi economico-finanziari della Sardegna (Condaghes, 2019).

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U.R.N. Sardinnya ONLINE

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