L’ipocrisia del Quirinale: a Merano festeggia l’Autonomia, a Cagliari la ignora

E’ festa per il Capo di Stato Napolitano a Merano, si festeggia il 40° anniversario dell’autonomismo altoatesino. Accompagnato dal Presidente Austriaco Heinz Fischer, Napolitano presenta le Province Autonome di Trento e Bolzano come un modello e un esempio di autonomismo per tutta l’Europa.

Secondo il Capo di Stato “il 5 di settembre è rimasto un giorno scolpito nella nostra memoria storica condivisa da quando, sessantasei anni fa, segnò la data della firma, a Parigi, dell’accordo De Gasperi-Gruber. In quell’accordo vennero affermati con chiarezza e coraggio principi altamente innovativi per consentire una pacifica e prospera convivenza tra popolazioni diverse per etnia, lingua e cultura, con speciali riconoscimenti per la più vasta comunità, quella dei cittadini di lingua tedesca”.

Napolitano omette di ricordare che negli anni ’60 le Nazioni Unite ripresero lo Stato Italiano con le risoluzioni 1497 e 1661 per l’inosservanza del Trattato Gruber-De Gasperi sul rispetto delle minoranze linguistiche.
Prosegue Napolitano: “Il riconoscimento e la valorizzazione delle autonomie regionali e locali, così come la tutela delle minoranze etniche e linguistiche sono principi fondamentali sanciti nella Costituzione italiana insieme con quello dell’unità e indivisibilità della Repubblica. E sono egualmente recepiti in Costituzione i caratteri peculiari dell’autonomia e dello statuto speciale di cui gode la vostra regione”.

Viene a galla il doppiopesismo dello Stato Italiano, da un lato Napolitano esalta il rispetto per le minoranze linguistiche (rimarcando l’indivisibilità della Repubblica), dall’altro conferma l’ipocrisia centralista quando ricorda che i caratteri peculiari dell’autonomismo di Trento e Bolzano hanno valenza costituzionale (art. 116 e 117) mentre lo stesso non può dirsi della Sardegna (che negli stessi articoli ha meno poteri delle Province Autonome di Trento e Bolzano).

Il discorso del Capo di Stato ci offre una perla nel momento in cui dichiara che “naturalmente in uno Stato democratico a struttura federale o a forte vocazione autonomistica come l’Italia, è sempre viva e complessa la dialettica che si sviluppa nelle relazioni tra governo e amministrazione centrale e autonomie regionali e locali”.

Probabilmente Napolitano ha confuso Merano con la Svizzera e, non resosi conto di essere ancora in Italia, ha confuso il centralismo dello Stato che rappresenta con il federalismo elvetico (delle cui differenze abbiamo ampiamente parlato su un articolo di Sa Natzione).

Nel frattempo la Sardegna ha visto declassare la sua lingua nazionale, il Sardo, in quanto non protetta da accordi internazionali (come il Trattato Gruber-De Gasperi, nato in un preciso contesto storico e geografico) e con la complicità dei parlamentari Sardi, corresponsabili del declino socio-economico della Regione Autonoma della Sardegna.

Che al Quirinale non importi nulla dell’Autonomia Sarda lo si è visto in occasione della sua visita in Sardegna lo scorso febbraio 2012, quando ricordò la necessità di completare il processo di unificazione italiana e quando, simbolicamente, alle sue spalle venne rimossa la bandiera dei 4 Mori con la croce rossa di San Giorgio.
Probabilmente a Cagliari c’era un Giorgio di troppo, ma noi pensiamo di aver capito di quale si tratti.

Di Adriano Bomboi.

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    1 Commento

    • La Sardegna viene calpestata continuamente da questi assassini e ci sono ancora Sardi che si sentono italiani…
      Ischidadebos, Sardos!!!

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