Gaza: palestinesi pagano bombardamenti di Israele e condotta di Hamas

La pressione militare su Gaza non accenna a placarsi. E numerose vittime sono state sacrificate sull’altare della propaganda, quella che uccide due volte le stesse persone. Le prime sono causate dalla politica di Tel Aviv, cui anche diversi israeliani non condividono. Il governo Netanyahu non può tollerare la costante minaccia di missili sulle città ebraiche (che tuttavia risultano spesso inoffensivi per la popolazione civile) e prosegue nei suoi bombardamenti mirati su Gaza, che non ottengono l’obiettivo di piegare l’ala militare di Hamas ma solo quello di causare morti e feriti presso la popolazione inerme. Le altre vittime riguardano la battaglia mediatica in corso da parte dei palestinesi, che non hanno esitato a riciclare ai media le immagini delle drammatiche morti dei bambini siriani (anch’essi uccisi da terroristi arabi nel corso della battaglia contro il regime di Assad), e presentati come se fossero piccole vittime di Gaza.
Eppure l’abuso della forza da parte di Israele è strumentale alla politica di Hamas, che in queste ore è sotto pressione anche da parte di vari Stati arabi per gli stessi motivi con cui il movimento radicale palestinese è stato oggetto di isolamento diplomatico. Nelle cancellerie mediorientali sono tutti consapevoli che l’escalation militare è stata innescata dalla costante pioggia di razzi palestinesi (finanziati da alcuni Paesi arabi, tra cui Qatar), mentre sauditi ed egiziani proseguono per ottenere un cessate il fuoco delle fazioni in campo. In particolare, secondo il broadcaster Amani al-Hayat di ON TV, Hamas avrebbe deliberatamente provocato la crisi con l’obiettivo di liberare il valico di Rafah (controllato anche dall’intelligence egiziana), mentre secondo alcuni osservatori ebraici la strategia sarebbe stata consentita proprio dal rinnovato accordo di unità nazionale fra Hamas e ANP, che avrebbe consegnato alla fazione radicale una maggiore libertà di azione (inclusa la Cisgiordania). A tale riguardo proprio da Israele fanno sapere che l’accordo di unità nazionale palestinese non avrebbe dovuto aver luogo, in quanto Hamas continua a rifiutare il diritto all’esistenza dello Stato di Israele. In queste ore i massimalisti palestinesi hanno invitato anche la cittadinanza di Gaza nord a non abbandonare le proprie abitazioni, sostenendo che gli annunciati bombardamenti israeliani siano solo propaganda psicologica, ed esponendo così a rischi mortali la popolazione che dovesse restare.
L’aspetto importante è che Hamas dovrà rendersi conto che il suo consenso non potrà più essere speculare al numero di morti causati dall’alleato/avversario ebraico, e riteniamo che solo la parte più illuminata della Lega Araba possa ottenere ascolto affinché i palestinesi tolgano a Tel Aviv il pretesto per proseguire la spirale di azione e reazione che consente a diverse potenze regionali di tenere lo status quo nell’area.

A. Bomboi.

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U.R.N. Sardinnya ONLINE

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