Sanità e burocrazia a Nuoro: Odissea per un deambulatore

Prendete una persona anziana con problemi di deambulazione e mettetela nelle mani del servizio pubblico: se ha parenti avrà qualche possibilità di risolverli, se non li ha, con una pensione minima, augurategli buona fortuna.
Ecco, immaginate di avere in casa un ex paziente della struttura ospedaliera di Nuoro e che si manifesti la necessità di munirlo, temporaneamente, di un deambulatore, per sopperire ad alcune difficoltà motorie. Il personale del reparto in cui è stato degente è molto cortese e vi spiega che loro non dispongono dello strumento e che dovete usare il “vostro”. La cosa sembrerebbe finita lì. Con tutto il denaro che i cittadini versano alla nostra Sanità non c’è la possibilità di avere in comodato un deambulatore per un breve periodo di tempo? L’acquisto ammonterebbe a circa 160 euro.
Giorni dopo, in cui il paziente ha visto drasticamente ridursi la sua mobilità, la fisiatra che segue il vostro caso vi spiega come ottenere il fatidico attrezzo: servono due documenti. Uno della fisiatra medesima, che ne fa richiesta, ed uno che attesti lo stato di invalidità del paziente. Per evitare melodrammatici passaggi poniamo che siate già in possesso di entrambi i documenti, il bello deve ancora venire.
La fisiatra vi spiega che con tali documenti dovete recarvi in un negozio per prodotti ortopedici e medicali ed ordinare il prodotto, successivamente dovrete andare alla ASL per dare informazione della faccenda. E così, il giorno dopo vi recate al negozio, ed il commerciante, molto gentilmente, vi spiega che una simile richiesta va fatta prima alla ASL e successivamente al negozio. Infatti la logica vuole che prima si faccia richiesta alla ASL e dopo ci si rechi al negozio per avere un preventivo del costo del prodotto. A questo punto è chiaro che il pubblico paga il privato per il servizio, e che l’importo deve essere certificato. Nessuno però si era preso la briga di spiegarvelo. Quindi vi recate presso l’ufficio protesi della ASL, e vi dicono che non potete fare nulla, la richiesta può essere avanzata solo dal paziente (cioè dal vostro immobile parente steso a casa). Tuttavia vi è la possibilità di firmare una procura in delega del paziente e questo vi risparmierà il panico del momento. In tal modo finalmente vi verrà dato il documento con cui potrete recarvi dal commerciante a chiedere il deambulatore. Ah, un momento! Servono delle fotocopie, la ASL si tiene i fogli originali e non vi fa copie! Approfittatene per fare una corsa nella più vicina copisteria e fate le benedette fotocopie. Solo allora penserete di aver finito la normale routine e di ottenere l’agognato deambulatore. Fantasie! Il commerciante guarderà i vostri fogli, vi consegnerà il preventivo ma non vi darà nulla. Dovete tornare alla ASL e mostrare il preventivo, verrà timbrato per convalidare la richiesta da fornire al commerciante. Ecco, proprio in questo passaggio, e solo in questo momento potrete tornare al negozio ed avere il deambulatore…ma non lo potrete usare! La transazione sarà considerata conclusa solo quando la struttura ospedaliera, in fisioterapia, avrà collaudato il prodotto. Perché solo dopo il collaudo la ASL potrà pagare al fornitore il “vostro” gingillo. Armatevi di pazienza e tornare in ospedale. Magari si sarà fatto mezzogiorno, e non appena sarete arrivati in reparto per collaudare quei due pezzi di ferro con rotelle vi verrà gentilmente consigliato di tornare un altra volta: la responsabile ha iniziato un giro di visite e non è disponibile, rimettetevi l’arnese nel cofano e tornate domattina.
Ve l’immaginate un paziente con difficoltà motorie nel compiere tutti questi passaggi?
Il giorno dopo, non stupitevi. Appena tornerete in fisioterapia cascheranno tutti dalle nuvole prima di poter realizzare che devono occuparsi di collaudare il deambulatore affinché possa essere usato. E solo dopo aver preso visione delle scartoffie qualcuno avrà la benevolenza di firmarvi i fogli per validare lo strumento. Ecco, tornate pure dal commerciante per dargli la buona novella, verrà pagato.

Tirando le somme di questa vicenda non si può non capire la logica che tiene unito lo Stato Italiano. Le istituzioni sono state in grado di obbligare i professionisti privati a dotarsi di una PEC (posta elettronica certificata), ma la pubblica amministrazione, inclusa quella sanitaria, non è in grado di mandare una ridicola e-mail ad un commerciante, obbligando i tartassati utenti ad una serie di disagi per seguire dei passaggi che potrebbero agilmente essere evitati in presenza di una burocrazia elettronica più efficiente e meno dispendiosa. Naturalmente la politica non ha il minimo interesse a risolvere questi problemi. Per il centralismo il pubblico impiego non deve necessariamente essere efficiente ma numeroso, perché solo così si alimenta il clientelismo e l’assistenzialismo di un territorio.

Di Marco Corda.

Iscarica custu articulu in PDF

U.R.N. Sardinnya ONLINE

Be Sociable, Share!

    Commenta



    Per la pubblicazione i commenti dovranno essere approvati dalla Redazione.