Giuliu Cherchi (PDS) replica a Pubusa sul ricorso contro la legge elettorale regionale

Preciso: questa legge va cambiata, non sono certo in difesa di questa legge, sia chiaro.
1° parità- ma l’articolo 16 novellato l’hanno letto? Lo riporto io qui:
“Al fine di conseguire l’equilibrio tra uomini e donne nella rappresentanza, la medesima legge promuove condizioni di parità nell’accesso alla carica di consigliere regionale”.
Dove sta l’infrazione? Le iniziative di promozione delle condizioni di parità ci sono. E’ previsto che nelle candidature ci fossero le rappresentanze, quindi quella “parità di condizione all’eccesso alla carica di consigliere” è pienamente rispettata. La verità è che non sono state votate, e questo non è certo colpa di alcuna imposizione di legge, ma casomai di cultura, visto che alle elezioni ha partecipato un numero pressoché identico di genere.

2° Premio maggioranza- mi spieghi bene che operazione (e chi è che scrive) questa cosa?
“al candidato presidente più votato, che ha il 40% dei voti il 60% dei seggi, e a quello che ha il 25% il 55% dei seggi”.. 65+55… già i conti non mi tornano. Poi vorrei ricordare che ci sono paesi in cui addirittura chi vince prende tutto, addirittura. Comunque anche qui il novellato articolo 16 non dice proprio nulla del genere. Ripasso anche su questo.

3° sbarramento: c’è scritto:
“Gli effetti distorsivi del premio di maggioranza e della soglia di sbarramento hanno reso possibile l’attribuzione di seggi a liste con meno dell’1% dei voti, mentre nessun seggio è stato assegnato a liste o coalizioni o candidati che hanno riportato percentuali più alte e molte migliaia di voti. Sono stati vanificati i 120.000 voti a favore della Murgia e di Pili.”
Chi è entrato con meno dell’1% è perché stava in COALIZIONE E COME SINGOLO CONSIGLIERE IN SINGOLO COLLEGIO, in alcuni casi anche di solo poco più di 80 mila votanti che con la partecipazione sono stati/e poco più di 40-50 mila votanti, NON come ai candidati presidenti (quei 120 mila voti letteralmente sventolati) che contavano su un pubblico votante di quasi 20 volte superiore!

4° rappresentanza territoriale- non è commentabile, basta rileggersi la legge elettorale e poi dire dove e come avete/hanno ricavato questa cosa.

5° adesioni fittizie.
Questo punto non è condannabile se non prendendo atto della scorrettezza messa in campo da Cappellacci e Randaccio nel caso citato, ma nessuno può condannare nessuno per averlo fatto, è in piena legittimità.

Detto questo, ripeto, la legge va riscritta interamente, ma, per una santa volta, è cosi impegnativo e difficile prendere atto delle cose quando vengono promulgate e contestarle in quel momento e non dopo che queste diventano operative ed hanno già generato tutto il danno che potevano? Il fatto è che in Sardegna non esiste una vera opposizione e cittadinanza attiva. Non esiste (non esisteva) un vero gruppo che fino ad oggi si sia messo veramente a controllare che non si generassero quei fattori che poi scatenano scontento e ingiustizia. Rimane ora da prendere quello che c’è, saperlo capire, saperlo utilizzare per i nostri interessi.

Giuliu Cherchi, Partito dei Sardi.

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    3 Commenti

    • Caro Giuliu,

      ma se questa legge non ti piaceva, perché non l’hai detto subito?

      Giuanne Masala

    • Caro Giuanne, se tu seguissi con più attenzione le mie cose avresti letto che lo segnalai. Ma siccome non erano di questioni costituzionali ma strutturali e ideologiche, non sarebbe servito a nulla allora. Oggi possiamo intervenire per contribuire a riscriverla.
      Saludi Giuanne

    • e aggiungo che se non fossimo entrati in coalizione e non fossimo entrati, non avrei mai e poi mai fatto ricorsi, dopo, sopratutto con questi argomenti, ma avrei contribuito a fare una proposta per una legge elettorale condivisa e giusta.

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