Il PD regionale a Roma con Berlusconi e in Sardegna evita Maninchedda?

Non ce ne voglia l’amico Gesuino Muledda (RossoMori), ma un centrosinistra che a Roma abbraccia e sostiene il PDL di Silvio Berlusconi diventa paradossale nei suoi veti alla candidatura per le primarie locali a Paolo Maninchedda. Dopotutto, l’ormai ex esponente sardista ha ampiamente preso le distanze da una Giunta regionale che non ha saputo affrontare le principali criticità dell’isola. Ma non solo, se nelle “regole” che si è dato il centrosinistra non vi è la possibilità di partecipare alle primarie per tutti coloro i quali hanno avuto un ruolo di primo piano nell’amministrazione di Cappellacci, queste non riguardano sicuramente Maninchedda, in quanto le commissioni di cui è stato parte rappresentano incarichi istituzionali e non incarichi strettamente politici come gli assessorati. Per coerenza, se i movimenti del centrosinistra lanciano veti a Maninchedda in quanto proveniente da una alleanza di centrodestra, allora, sempre per coerenza, abbandonino un PD che a Roma abbraccia Alfano.

Il Partito Democratico regionale è vicino alla fine, perché con i veti e la conservazione si sta scavando la fossa da solo. I sondaggi sono già ampiamente negativi, e continuare a presentare nomi irricevibili (pensiamo a Deriu, solo per citarne uno), assicurerà la vittoria al centrodestra. Come nazionalisti Sardi, pur critici con Paolo Maninchedda su alcuni aspetti, non potremmo essere più indifferenti alla vittoria di un PD o di un PDL, perché questo bipolarismo ha trascinato l’isola nel fango. Ma solo una concreta proposta programmatica sovranista come quella impersonata oggi da Maninchedda può aiutare un centrosinistra in rovina a trovare la strada per governare con degli indipendentisti e per dare le risposte che i Sardi attendono. Una proposta in cui verrebbe premiata la competenza e non l’improvvisazione. E dove, alleati permettendo, la tutela dell’economia e dell’identità Sarda vada di pari passo alla riduzione degli sprechi e della spesa pubblica che questa Regione deve affrontare.

In conclusione, gli elettori non sono fessi, se in Sardegna il PD candiderà uomini privi di spessore riformistico e lontani dal sovranismo, i voti andranno a Beppe Grillo, alleato con degli indipendentisti, o ad una concreta proposta sovranista e indipendentista esterna al centrosinistra ed a qualsiasi partito italiano. Noi siamo certi che anche molti tesserati del PD (e persino del PDL) passeranno dalla nostra parte.
Comunque vada, il futuro è nelle mani del nazionalismo Sardo, si abbandoni pertanto la spocchia di voler usare i partiti Sardi solo come burattini da mettere in vetrina, perché in un futuro non troppo lontano potrebbe succedere l’opposto.

E poi Michela Murgia il 3 agosto…

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U.R.N. Sardinnya ONLINE – Natzionalistas Sardos

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    4 Commenti

    • ahahahah il pd meno L!

    • Capellacci è uno della cricca. Il berlusconismo è neoliberismo. Maninchedda lo capiva benissimo, questo è un delitto contro i sardi e contro l’autonomia, contro la sovranità e contro l’indipendenza. Fondare un partitino personale che dovrà combattere per la sopravvivenza e non favorire e concorrere a rafforzare il progetto sovranista per cambiare i rapporti di forza nella politica sarda è un buon motivo per attivare polemiche e risvegliare vecchie e recenti faide. Nelle quali Rossomori non si farà coinvolgere.

    • Avesse fatto una qualche decente liberalizzazione Berlusconi forse l’Italia gli sarebbe grata, ma comunque, lungi da me difendere i partiti italiani. Ciò detto, non capisco allora perché siate alleati di un partito, il PD, che a Roma sta con questi presunti “neoliberisti”.

    • Bombò lo sai benissimo che pure le commissioni sono politica!

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