Austerity? Cameron taglia i privilegi del settore pubblico, Italia no

Mentre il regime iraniano tenta la carta del moderatismo per allentare la sua tensione nello scacchiere internazionale, l’Europa si trova ancora in alto mare nella politica di risanamento dalla crisi. Dopo la Francia, anche il Regno Unito ottiene un severo giudizio dall’analisi del rating da parte di Moody’s. L’indice della tripla A ormai lo possono vantare solo Germania, Olanda e Lussemburgo, che hanno comunque una prospettiva in negativo.
Nel rapporto di Moody’s si definisce un quadro incerto per l’economia britannica, soprattutto per quanto riguarda il risanamento del bilancio, che si protrarrà anche nella prossima legislatura. I nuovi programmi del Governo Cameron non hanno riscontrato i favori dell’agenzia, benché siano stati apprezzati gli avanzamenti nel risparmio della spesa pubblica.
L’economia del Regno Unito affonda in una flessione economica caratterizzata da un rapporto deficit/PIL che nel 2012 si è attestato all’87.8% (Eurostat).
L’opposizione laburista è molto critica per la manovra del Ministro del Tesoro George Osborne, sempre più convinta del fatto che non esista un vero programma del Governo in materia di occupazione. I sindacati hanno annunciato una battaglia su quanto previsto dall’esecutivo, che entro il 2020 porterà l’età pensionabile a 66 anni.

Ma è il premier Cameron a dare ancora una volta un positivo esempio in chiave liberale sui diritti e sulla riduzione dell’austerity per aggredire il deficit, come ogni Paese serio avrebbe già dovuto fare. Londra favorirà il prossimo referendum per l’indipendenza della Scozia, mentre sul piano economico il Governo britannico ha previsto dei tagli ai ministeri che, a differenza dell’Italia, non seguiranno un andamento lineare. Risparmiati dal taglio saranno la Sanità, l’Istruzione e gli aiuti internazionali.
La spending review per l’anno 2015-2016 sarà di 11,5 miliardi di sterline. Denaro che verrà sottratto ai ministeri per una forbice che va dal 6 al 10%, e ai dipendenti pubblici, privati degli aumenti automatici di stipendio. Nel complesso si stima di ridurre gradatamente la pletora burocratica di 144.000 persone. Il Cancelliere dello Scacchiere ha anche promesso investimenti in infrastrutture per 300 miliardi di sterline entro il 2020.
Manovre assolutamente improbabili in Italia, dove la burocrazia costituisce il primo serbatoio clientelare di una classe politica che non riduce i costi dello Stato, ma li incrementa e li scarica su imprese e cittadini. Grottesco persino l’aumento dell’IVA deciso dal Governo Letta a partire da ottobre, mentre nulla viene fatto per ridurre ben altri capitoli di spesa.
Non è passato inosservato in Sardegna il taglio alla Protezione Civile di alcuni mezzi aerei antincendio, che sarebbero stati utili per fronteggiare gli attentati ambientali al nostro patrimonio territoriale, a fronte di uno Stato che con un miliardo di euro di partenza conferma la sua partecipazione nel programma militare di acquisizione degli F35 della Lockheed Martin, giudicati da diversi Stati inefficienti sotto il profilo delle prestazioni e scarsamente affidabili sotto quello della sicurezza. Ad esempio, spinto dalla Corte dei Conti, il Canada ha abbandonato il progetto nel dicembre 2012, inducendo Ottawa ad impiegare le risorse finanziarie verso settori di maggiore utilità sociale.

E’ questo lo Stato che dovrebbe amministrare i nostri interessi?

Roberto Melis.

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