Ambiente e riciclo dei rifiuti: il pregio del vuoto a rendere

Secondo il rapporto 2011 di Legambiente, tra le Regioni che eseguono la raccolta differenziata dei rifiuti, la Sardegna si colloca al settimo posto, subito dopo la Campania.
Per la redazione di questa classifica l’organizzazione ha preso in esame il 10% dei Comuni Sardi che effettuano la raccolta differenziata per oltre il 60%.
Un risultato sottolineato anche dalla Regione (sardegnaambiente.it), che segnala i migliori progressi raggiunti in Italia nel settore della differenziata.
E’ singolare osservare come nel rapporto rifiuti 2007 dell’Apat (l’Agenzia per la protezione dell’ambiente e per i servizi tecnici) veniva fornita un’analisi comparata fra le varie Regioni italiane, relativa all’anno 2006, in cui la Sardegna fu citata esplicitamente per aver avuto tra il 2005 e il 2006, il miglior salto di qualità nella raccolta differenziata, vedendo calare il quantitativo di rifiuti nelle discariche.
Un rapporto tuttavia che lascia tanti dubbi, visto lo stato in cui gravano tante spiagge e boschi, privi di qualsiasi strumento di vigilanza, dove vengono abitualmente rinvenuti numerosi tipi di rifiuti, come residui in eternit, bottiglie di vetro, lattine, bomboloni del gas, televisori, vecchie carcasse di auto e lavatrici.
Eppure la suddetta classifica di Legambiente appare lineare proprio in ragione della vicinanza della Sardegna alla Campania. Per quanto Napoli sia interessata da radicati fenomeni malavitosi nel settore della rimozione dei rifiuti, anche la Sardegna presenta analoghi deficit di mala gestione nell’ambito della salvaguardia ambientale e del pubblico decoro.
Non ci sarebbe infatti da sorprendersi per la diminuzione della quantità dei rifiuti nelle discariche se poi si aprono nel territorio innumerevoli discariche a cielo aperto.
Oltre al 10% dei Comuni Sardi virtuosi di cui Legambiente tiene conto, è opportuno concentrarsi sui tanti paesi che purtroppo non adottano la raccolta differenziata, tra questi per esempio vi è il Comune di Siniscola, che detiene ancora oggi in Baronia la maglia nera nel settore.

In Europa, regina incontrastata nello smaltimento e il riciclo dei rifiuti è la Germania. Non solo si creano opportunità di lavoro e ottimi prodotti da materiali riciclati, ma si adotta ciò che in Italia per alcuni prodotti si adottava tempo fa, cioè il “vuoto a rendere”.
In svariati contesti infatti è possibile restituire (ad esempio) una bottiglia ricevendo in cambio una percentuale in denaro. I rifiuti si integrano quindi nel sistema della valuta, e sono considerati, non come un oggetto da gettare, ma come “moneta di scambio”.
Le bottiglie svuotate del loro prodotto e restituite al commerciante, saranno poi trattate, ripulite e spedite all’azienda madre che provvederà alla nuova immissione nella catena industriale e quindi sul mercato.
E’ un sistema che permette persino ai meno abbienti di espletare un servizio di pulizia delle strade e degli spazi pubblici.
In Danimarca, a Copenaghen come in altre città, i poveri nelle strade raccolgono lattine e bottiglie per portarle nei supermercati e nei grandi centri commerciali, ricavandone in cambio la loro paga giornaliera.
Oltre ai tradizionali sistemi di differenziazione con la distribuzione dei bidoni che fungono da raccoglitori di carta, plastica, metallo e vetro, si potrebbero coinvolgere i cittadini nella partecipazione alla raccolta differenziata extra-domestica, con il vantaggio economico dello “scambio”. Si potrebbe pensare di istituire in Sardegna un sistema analogo al “vuoto a rendere” insieme alla realizzazione di tanti centri che acquistino i rifiuti, per poi rivenderli ai consorzi di riciclaggio. Sistemi già in uso nelle grandi città Europee, senza scordarci l’adozione di un severo sistema di vigilanza che si occupi di incrementare le sanzioni verso chiunque inquini in tutti i modi l’aria, l’acqua e la terra.

Di Melis Roberto.

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U.R.N. Sardinnya ONLINE – Nazionalisti Sardi

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