Consigli di lettura
Riapriamo la nostra rubrica dei libri con alcuni degli ultimi arrivi nella biblioteca Bomboi.
E no, non poteva mancare un testo fondamentale del nuovo premio Nobel all’economia Philippe Aghion.
“Il potere della distruzione creatrice”, con Céline Antonin e Simon Bunel, edito alcuni anni fa da Marsilio editore, esprime alla perfezione le sfide del nostro tempo.
Secondo l’autore, la relazione tra società civile, imprenditoria e politica deve porre un argine a populismo e “plutocrazia” come strumento per preservare innovazione, produttività e “distruzione creatrice”, un caposaldo del pensiero schumpeteriano.
Perché? Perché per un verso, i grandi innovatori tendono a diventare monopolisti, frenando proprio lo sviluppo di cui si erano fatti portatori. Mentre i demagoghi politici di destra e sinistra soffiano sul fuoco delle paure collettive per arginare le novità. Si pensi all’astrusa proposta di frenare il mercato per “correggere” il cambiamento climatico, quando invece proprio dall’innovazione tecnologica può derivare una migliore salvaguardia ambientale. Senza perciò danneggiare la società civile, l’occupazione e le sue tutele, con alcuni esempi pratici.
Abbiamo poi il testo dello storico Charles S. Maier, “Lo Stato-progetto e i suoi rivali”, edito da Einaudi.
Questo libro, particolarmente originale e interessante anche per chi proviene da una “scuola liberale” di pensiero, e dunque scettico sul ruolo “salvifico” delle entità statuali, smonta la classica dicotomia degli Stati liberali contrapposti a quelli autocratici, altro tema di stretta attualità. Ed evidenzia come nel corso degli ultimi due secoli le costruzioni statuali abbiamo teso anche e soprattutto a plasmare ideali, modelli, diritti e valori sociali.
Dei trend, a seconda del contesto, resi possibili dalle forze che hanno via via agito, influenzato e amministrato la macchina statale, condizionando a sua volta la società, in un delicato equilibrio di soggettività ed interessi.
Come terzo libro abbiamo una perla un po’ perduta nel tempo, ma di grande attualità, reperibile nel mercato dell’usato.
Mai abbastanza ricordato nel presente, il compianto giurista sardo Italo Mereu diede alle stampe un pregevole saggio edito da Bompiani: “Storia dell’intolleranza in Europa”.
Questo libro, partendo dall’esperienza storica dell’inquisizione, ci mostra il lungo percorso con cui il sospetto verso il diverso e verso le minoranze è stato codificato all’interno del nostro diritto, per poi espandersi sino all’ultimo secolo, con pregevoli raffronti anche nell’esperienza dell’Italia post-unitaria e del governo Crispi.
Un excursus storico-giuridico imprescindibile per capire come l’ideologia abbia plasmato il diritto penale.
Infine, un altro libro importante per comprendere il presente.
Un saggio dello storico britannico Mark Galeotti, “Putin takes Crimea 2014”, edito da Osprey Publishing alcuni anni fa.
Testo essenziale che ricostruisce passo per passo come l’attuale guerra in Ucraina sia frutto di una guerra ibrida, e di un conflitto “grigio”, in cui l’aperta e dichiarata ostilità rappresenta solamente l’esito finale di una serie di azioni quali la disinformazione, l’infiltrazione, la corruzione ed un’altra serie di manovre di ordine militare, più o meno occulte, per raggiungere il controllo di un territorio.
Eppure, nota l’autore, paradossalmente, se il caso della Crimea rappresenta il principale esempio di silente conquista territoriale del nuovo secolo, esso rappresenta anche il prologo della guerra più distruttiva avvenuta sul suolo europeo dai tempi della seconda guerra mondiale. Quella avviata da Mosca contro l’intera Ucraina nel 2022.
Buona lettura!
Adriano Bomboi.
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