L’omicidio Pinna? Un festival di luoghi comuni

Tra maschilismo, putinismo e sciocchezze ideologiche sulla Gallura spacciate per analisi sociologiche.

Viviamo ormai tempi dove anche un caso di cronaca evidenzia il diffuso degrado culturale del nostro territorio.

E in questa vicenda abbiamo alcuni stereotipi alquanto radicati:

- Il primo è stato già segnalato dalla giornalista Claudia Sarritzu Ghironi.
Ossia, la stampa si è orientata, per un verso, ad esaltare la figura dell’omicida-imprenditore, mentre dall’altro si è scelto di denigrare la figura della vittima, dopo una sua iniziale marginalizzazione.
Quest’ultima infatti viene raffigurata come una persona che “andava in cerca di problemi”, mentre il racconto del colpevole si è evoluto nell’esposizione di un individuo “dedito al possesso”.
Tale rappresentazione appare come al solito orientata a giustificare il colpevole, ribaltando così, a carico della vittima, il peso del fatto delittuoso.

Come se la presunta condotta della vittima giustifichi l’omicidio a suo carico.

O come se il “tribunale del popolo” abbia già sentenziato cause e circostanze del delitto prima dell’avvio del processo.

Nulla di innovativo, oggi notiamo la stessa dinamica nel putinismo, in cui taluni media si inventano sedicenti responsabilità ucraine per giustificare e assolvere l’aggressore dai massacri della guerra che ha intrapreso.

- Il secondo stereotipo invece affonda le radici nei ritardi culturali del cattocomunismo italiano, da destra a sinistra.
Ossia la tendenza a pensare che questo tipo di omicidio sia un “prodotto del capitalismo”. Cioè l’esito di dinamiche che inquadrano la “ricca Gallura”, col suo occulto uso di droghe, e la diversa “classe” dei suoi protagonisti, come elementi per argomentare la dimensione sociale del reato.
Lui in quanto affermato imprenditore arzachenese (“il padrone”), lei dipendente stagionale di strutture ricettive (“la serva proletaria”).

Questa fantasiosa narrazione si scontra con la realtà dei dati esposti abitualmente nell’apertura dell’anno giudiziario, in cui si evidenzia che l’età media del consumo di stupefacenti si è notevolmente abbassata, e tocca indistintamente entrambi i sessi, tutte le classi sociali e tutti i territori dell’isola.
Traduzione: il figlio dell’operaio di un paese della Barbagia non ha problemi nel drogarsi assieme alla figlia del farmacista dello stesso territorio, complice anche la riduzione del prezzo degli stupefacenti e la conseguente maggiore possibilità di accesso all’acquisto da parte di consumatori dai redditi più contenuti.
Sulle ragioni di un prezzo più basso ci arriviamo a breve.

Per capirci, mentre magari la sera vi trovate sui social ad esprimere giudizi sul delitto Pinna, vostro figlio 14enne, nella sua vita segreta, potrebbe esser parte di quella percentuale di giovani occupati a demolire i vostri luoghi comuni senza che voi ne siate a conoscenza.

Peraltro, le stesse cronache giudiziarie indicano che l’isola è inondata di stupefacenti. E che anche il mondo delle campagne – romanticamente idealizzato nella figura del buon pastore – è il crocevia in cui si è convertita parte della malavita locale, che ha trovato nella produzione e nel traffico di droga la spinta per un nuovo business con cui aggirare i problemi di un modello economico assistenziale. Talvolta in collaborazione con la criminalità organizzata della penisola italiana.
L’inflazione di materia prima dunque sarebbe una delle causali del calo del prezzo sul mercato.
Un modello non certo generato “dal capitalismo” in sé, ma dalla scarsa competitività del settore rurale determinata anche e soprattutto dall’ingombrante intermediazione della spesa pubblica nell’economia locale. L’esatto contrario di quanto teorizzato da alcuni improvvisati “intellettuali”.

Non a caso, anche e soprattutto nel mondo delle campagne oggi avvengono diversi omicidi più o meno legati a regolamenti di conti connessi a tale malavita.

La Gallura quindi di per sé non è l’epicentro di alcuna deriva omicida, non più di quanto lo siano già altri territori dai redditi più bassi.

Di Adriano Bomboi.

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U.R.N. Sardinnya ONLINE

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