L’ultima follia: ‘addio Europa, arrivano i BRICS’

Scrive l’avvocato Michele Zuddas: «Un mondo multipolare ci rende visibili.
In un mondo dominato da un unico polo, come lo è stato per decenni con gli USA e la NATO, i popoli senza Stato non esistono. Sono fastidi, rumori di fondo. Ma oggi, con l’ascesa dei BRICS, con il disallineamento di continenti interi, c’è un’attenzione nuova per l’autodeterminazione. Non per bontà, ma per interesse. In un mondo dove le vecchie alleanze si sgretolano, anche una piccola nazione nel cuore del Mediterraneo può diventare rilevante. Se sa muoversi. Se sa liberarsi.
L’irrilevanza dell’UE è un’opportunità.
L’Unione Europea è ormai un cadavere che cammina. Una burocrazia senza popoli, un progetto senz’anima, che ha tradito le promesse originarie e ucciso ogni aspirazione sociale. Si regge su parametri di bilancio, politiche predatorie, e la repressione di ogni dissenso. Ma proprio perché l’Europa è debole e screditata, possiamo finalmente sottrarci al suo ricatto. Nessuno ha più la forza di impedire a un popolo di dire: “Io me ne vado”.»

Che aspettiamo gente?

Un grande affare. Abbandoniamo l’UE, il mercato più ricco del mondo, con un PIL di 18mila miliardi di euro, una valuta tra le più forti e stabili del pianeta ed uno dei redditi e PIL pro-capite più alti del globo, con oltre 34mila dollari annui, ma anche uno dei pochi posti al mondo con sanità, pensioni, istruzione e diritti democratici per tutti.

E per fare cosa?

Per correre da soli o coi paesi BRICS? Brasile, Russia, India, Cina, Sudafrica, Egitto, EAU, Etiopia, Iran e Indonesia.
In pratica un PIL pro capite di 9.265 dollari nominali (ISPI 2023).

La mirabolante strategia dell’avvocato Zuddas propone insomma di uscire dal mondo sviluppato per abbracciare uno scenario internazionale costellato di dittature ed economie arretrate in fase di sviluppo, con salari da fame notevolmente più bassi di quelli sardi (certo, a loro volta tra i più bassi d’Europa ma non certo per colpa dell’UE).

Intendiamoci, l’Unione Europea ha diversi difetti, ma pensare di conquistare lo sviluppo abbandonando il più vasto spazio economico del globo, che oggi ha peraltro formidabili capacità di negoziazione con USA e Cina, sarebbe un suicidio economico, politico e culturale senza precedenti. E del resto, non siamo il Regno Unito, né abbiamo il capitale umano od una cultura liberaldemocratica quali quelle di Taiwan e Singapore, per cui dovremo lavorare duramente. Verremmo invasi persino dall’esercito algerino.

Per quanto il sistema Italia sia palesemente fallimentare, l’unica strada possibile per lo sviluppo oggi può avvenire solamente con una profonda riforma del contesto esistente, potenziando la nostra sovranità con più istruzione, maggiore produttività e ovviamente capacità fiscali per attirare nuovi investimenti, con o senza l’Italia, ma entro l’Europa.
E non certamente con una fuga verso un vicolo cieco, per abbracciare paesi dalle condizioni socio-economiche nettamente peggiori dell’Italia. Come la Russia per esempio, governata da un regime criminale arricchitosi a spese del popolo, che tiene circa 140 milioni di abitanti con un PIL pro capite di appena 13.817,05 dollari (dato 2023).

In conclusione, Zuddas vada pure a giocare coi populisti euroscettici di destra e sinistra radicali, che in Italia non mancano, mentre noi, soprattutto in questo periodo storico, continueremo a batterci per un serio futuro di prosperità e sicurezza per i nostri figli.

Adriano Bomboi.

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U.R.N. Sardinnya ONLINE

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