Regionali 2014: Michela Murgia, la legge elettorale e la mafia

Le prossime elezioni regionali sono alle porte e la campagna elettorale è praticamente iniziata da settimane, dove continuerà sotto l’ombrellone. Il panorama è estremamente attivo, ad esempio, Cappellacci riscuote consensi attraverso una improbabile versione di zona franca che non vedrà mai la luce, mentre Mauro Pili riscuote consensi avversando iniziative romane (come il trasferimento di mafiosi in Sardegna) su cui ha la sua quota di responsabilità. E ProgReS? La potenziale candidata, la scrittrice Michela Murgia, nonostante il ritardo (e la scelta di impegnarsi fin’ora solo nell’oristanese contro le trivelle del gas della SARAS), ha finalmente ritenuto di sciogliere la sua riserva. Non riteniamo che i tempi siano maturi per proporre il progetto menzionato dalla Murgia, e non per l’emergenza che la Sardegna avrebbe da subito bisogno di superare, ma perché l’indipendentismo attuale, nel suo complesso, non è ancora pronto a svilupparlo, e saremmo ben lieti di essere smentiti da questa opinione. Per questi motivi, anche quest’anno U.R.N. Sardinnya non intraprenderà alcun diretto impegno politico. Non ha torto Paolo Maninchedda quando ritiene opportuno voler sviluppare una piattaforma politica che non si limiti alle anguste frontiere dell’indipendentismo locale, della cui debolezza attuale siamo tutti consapevoli. Tuttavia, un eventuale sostegno al progetto della scrittrice dovrebbe basarsi su alcune caratteristiche da cui non si può tornare indietro: primarie aperte a tutti, e senza un solo movimento che cerchi di pretendere una delega in bianco da tutti gli altri, e con pochi ma chiari punti di programma, che naturalmente contengano le riforme da portare avanti. Si impongono quindi varie domande: qual è il programma elettorale di ProgReS? Essere laureati non è automaticamente sintomo di innovazione e competenza. La Murgia stessa è competente? Si intende riformare lo Statuto Sardo? Che orientamento si vuole tenere sul problema della dispersione scolastica e della lingua Sarda? Su questo tema, quasi tutte le 13 sigle autonomiste e indipendentiste Sarde non hanno una posizione. E quali proposte si vogliono portare avanti in materia di credito, fisco, trasporti ed energia? Siamo preoccupati da un indipendentismo il cui perimetro culturale non si sposta da Serge Latouche, mentre nel mondo si studia anche Von Mises, Hoppe e persino Rothbard. Perché all’indipendentismo delle “flotte Sarde” e della spesa pubblica a carico dei contribuenti preferiremmo un indipendentismo che riduca sprechi, privilegi, tasse e burocrazia e rimetta il cittadino nelle condizioni di accedere allo sviluppo. E’ chiaro che in assenza di queste risposte il nostro gruppo nei prossimi mesi dovrà fare delle scelte importanti.

C’è inoltre un grande assente nei propositi sovranitari di cui la Murgia dovrebbe tenere conto: il contrasto al crimine organizzato. Mentre in Sardegna si fanno disquisizioni teoriche sulla figura di Graziano Mesina, negli ultimi anni in Gallura diverse attività sono state oggetto di attentati incendiari. Si dice persino che esistano esercenti, i quali, non riuscendo a far fronte a tutte le incombenze burocratiche e fiscali imposte dallo Stato, preferiscano pagare il pizzo pur di mandare avanti la propria attività. Circostanze gravissime che andrebbero appurate e per le quali serve una grande battaglia politica libertaria, perché non vorremmo che si sviluppasse la pessima fama che negli ultimi tempi sta accompagnando la Corsica, nella quale nuovi radicalismi armati e nuovi cartelli criminali stanno rovinando l’azione politica dei riformisti. Tutti i movimenti indipendentisti Sardi dovrebbero sviluppare con convinzione il tema della sicurezza, superando obsoleti orientamenti ideologici.

Ciò premesso, con Michela Murgia ci sono state occasioni di attrito, come è sovente accaduto nella disparità di opinioni fra indipendentisti, ma considerando che l’autrice non è nata ieri come qualcuno vorrebbe far credere e che siamo tutti nella stessa barca, siamo certi che la sua proposta politica non vorrà ridursi a puntare semplicemente ad un elettorato di opinione deluso dal centrosinistra, limitandosi magari a raccoglierne le sacche di protesta, ma avrà un respiro globale sulle maggiori criticità che attraversano la popolazione. Comprendiamo ma non condividiamo la posizione di Vito Biolchini, che da tempo ha animato il dibattito sulla candidatura della Murgia. Può darsi che il PDL non sia migliore del PD, ma non si capisce per quale motivo degli indipendentisti dovrebbero premiare il PD a scapito di ProgReS. Forse il sovranismo di Silvio Lai è meno opportunistico di quello della scrittrice? E Grillo?
Vedremo se nel 2014 esisterà ancora il M5S.

Bisogna inoltre sottolineare l’aspetto positivo della nuova legge elettorale approvata in Regione dai partiti italiani, i quali, nel pessimo tentativo di tutelare le loro poltrone dall’arrivo in Consiglio degli indipendentisti, hanno alzato lo sbarramento elettorale, cioè la percentuale minima indispensabile di voti per essere eletti, portandola a vantaggio dei grandi partiti. In realtà, aver alzato l’asticella è una formidabile occasione per tutti i riformisti dell’indipendentismo affinché si riduca la frammentazione politica del nazionalismo Sardo, che in queste condizioni, o supera la stagione delle varie sigle e siglette stataliste spacciate per pluralismo, o verrà emarginato per sempre dalla politica isolana. In questo senso appaiono del tutto fuori dalla realtà i contatti informali fra i leader dei vari movimenti indipendentisti che in questi giorni sono a caccia di una intesa comune, e che non hanno ancora compreso che il tempo dei listini unici scritti a quattrocchi è finito. L’indipendentismo dei carbonari è un relitto della storia. Bisogna dare spazio alla trasparenza, al dibattito pubblico ed alla capacità di sostenere delle primarie. E nella stessa ottica valuteremo le nuove scelte di IRS. E’ ancora presto pertanto poter stabilire a chi andrà il nostro voto. Visto e considerato anche l’attendismo in casa sardista, perché abbiamo dei dubbi sul fatto che un serio progetto politico nazionalista possa nascere dall’attesa di ciò che farà quella risma di fazioni e interessi personalistici chiamata PD. Proprio il PD che imperterrito ha insistito nel designare l’On. Antonello Cabras alla presidenza della Fondazione del Banco di Sardegna, mentre gli indipendentisti non sembrano aver nulla da dire in materia. Lo diciamo perché siamo stanchi di un indipendentismo immaturo, il cui massimo disegno politico in fase di elezioni è solo quello di raccogliere la protesta, limitandosi ad incidere marginalmente nella politica del bipartitismo italiano, e nulla di più.

Le fondamenta della Sardegna sono corrose da un parassitismo politico senza precedenti nella storia dell’autonomia regionale: statalismo, conflitti di interessi, centralismo culturale e politicanti di bassa lega che parlano senza dire nulla hanno dilaniato non solo la nostra economia, ma anche la nostra capacità di rispondere con intelligenza ad uno stato di crisi diffusa. La pazienza non durerà per sempre.

Di Adriano Bomboi e Marco Corda.

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U.R.N. Sardinnya ONLINE – Natzionalistas Sardos

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    2 Commenti

    • Senza una confluenza di intenti…..sarà il popolo Sardo a non essere Rapprensentato e umiliato ancora una volta…Basterebbe un semplice manifesto programma di 10 punti secchi che faccia cadere la maschera di chi cela in false proposte….basterebbe per una volta almeno tirar fuori un spirito di cooperazione perche i Nemici i nostri Nemici sono gli stessi…..e noi siamo stanchi di essere usati come pattumiera d’italia…..come poligono di tiro…come terra dei veleni…..come centrale al carbone e combustibile per il continenti….appure non ci svegliamo tutti inebetiti……dal Nulla

    • Penso che ci sono cose che condivido, altre assolutamente no! Non condivido (politicamente parlando) che si parta dal principio che il programma sia quello di progres, che la candidata sia quella di progres, che però dice di non essere tesserata (e qui la cosa è fondamentalmente buffa). Se pur sotto un profilo tecnico possa essere corretta, la sostanza è che sono un tutt’uno. Molto errato l’approccio di calatura dall’alto: bruttissimo il fatto che abbia mollato una crature culturale quale Liberos, appena svezzata… questo aspetto non è apprezzato da molti. Poi nelle interviste rilasciate, ci sono passi allucinanti sulla storia delle trivelle di Arborea… la aspettiamo, come aspettiamo Progress nelle manifestazioni del campidano (o non è suo territorio?)… lato legge elettorale, mai vista una BOIATA così SQUADRISTA, che nulla ha a che fare col sardismo, ma col desiderio dei grandi bulimici di attaccare le minoranze, per avere via libera in Regione, con le loro FANTA-SIE… va però ricordato che le leggi partono da un presupposto differenze: LA RAPPRESENTATIVITA’… non dimentichiamoci che i cittadini vengono prima dei partiti… le soglie di sbarramaneto al rialzo sono una CRUDELTA’ contro il senso di collettività

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