Kadyrov, il piccolo Lord della Cecenia

Putin kin Kadyrov-URN SardinnyaMentre il mondo segue con il fiato sospeso la polveriera Iraniana su cui più volte abbiamo orientato la nostra attenzione, osserveremo in breve la disinvoltura con cui non trovano asilo i diritti umani nella zona del Caucaso:

Tra le poche informazioni presenti nei grandi media occidentali sulla Cecenia, i fatti di Beslan del 2004 segnano una delle ultime tappe rilevanti della guerra tra gli indipendentisti (che noi definiamo terroristi) e la Federazione Russa: 386 morti e 730 feriti, una strage ben superiore a quella del teatro Dubrovka di Mosca del 2002 in cui perirono 129 persone circa.
Ultimo “tutore” della Cecenia, filo-russo e dotato di ampi poteri, è Ramzan Kadyrov, succeduto il 4 marzo 2006 come Primo Ministro allo scomparso Sergei Abramov alla guida di un Paese che dopo un interminabile conflitto a fasi alterne si ritrova con la sola industria petrolifera a regime ed una cittadinanza afflitta (secondo stime ufficiali) dal 76% di disoccupazione.
La Cecenia è la tipica nazione dove carnefici e sottomessi si confondono facilmente i ruoli. Ed il premier Kadyrov ne è il prototipo per antonomasia: Inizialmente indipendentista; militare; seguirà le orme politiche del padre nell’avvicinamento alla Russia di Putin. Lo stesso Kadyrov senior finirà assassinato nel 2004 durante una parata nello stadio di Groznyj.
La Cecenia è infatti il Paese che si inserisce sia in un conflitto politico interno alla Federazione Russa, sia in quello più ampio del terrorismo internazionale di matrice geopolitica:
Il Cremlino si oppone alla spinta secessionista interna ma anche a presunte connessioni del terrorismo ceceno con quello internazionale, in cui vengono paventati collegamenti con alcune reti promosse (secondo alcune fonti) dall’occidente per accerchiare ed indebolire la Russia (che grazie ai settori energetici sta ritornando alla ribalta della politica internazionale).
Non estraneo a questo processo il piano di difesa anti-missilistica elaborato dalla NATO e che coinvolgerebbe diverse repubbliche dell’est europeo, un tempo orbitanti nell’ottica sovietica.
Una controversa situazione che se da un lato può trovare valide motivazioni di difesa nell’arginare l’invadente influenza dell’occidente sull’economia asiatica, dall’altro contribuisce ad inasprirne i toni verso altrettante manovre sanguinarie in cui il mondo dell’informazione è il primo a rimetterci la testa. Sono infatti numerosi i casi di giornalisti trucidati e ridotti al silenzio in una guerra senza esclusione di colpi che lascia sul terreno sempre e solo le categorie più disagiate: Come il Popolo. O come Anna Politkovskaja ed altre note voci critiche su Putin. Ma anche gli alfieri che si prestano, carta bianca alla mano, nell’eseguire il lavoro sporco per conto di Mosca.
Kadyrov (figlio) è l’ultimo di questi, altalenante tra posizioni di comodo verso la cittadinanza e posizioni di agghiacciante routine nei suoi rapporti con la morte.
Le accuse più frequenti mosse al suo esercito personalizzato vanno dalla tortura all’omicidio fino a sconfinare in una serie di reati che spesso trovano sponda nell’abuso sessuale.
Tutto ciò non ha impedito al giovane Primo Ministro di sviluppare un proprio culto della personalità che pubblicamente è passato sia per il Che-Guevara e addirittura per Mike Tyson e che dal 2009 ha propagandisticamente alimentato la morale della sharia islamica come strumento di conservazione della tradizione familiare.
Il tutto finché i suoi principali avversari politici non porranno fine al suo regno nel più classico stile russo-ceceno degli ultimi anni.

Di B. Adriano.

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U.R.N. Sardinnya ONLINE – Nazionalisti Sardi

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